L’AQUILA – “Abbiamo una normativa nazionale che dovendo rispondere agli obiettivi europei e che spinge molto sulle rinnovabili, tende a garantire maglie molto larghe per l’installazione di siti produttivi. La nostra norma invece è molto più restrittiva. E dunque l’obiettivo è quello di impedire il potere sostitutivo del governo. A tutela di una regione che ha una grande valenza ambientale e paesaggistica”.
Intervistato da Abruzzoweb al termine della seconda Commissione Territorio, il presidente Emiliano Di Matteo, capogruppo di Forza Italia, detta la linea nella difficilissima partita della localizzazione dei siti idonei e di quelli non idonei, per pale eoliche e parchi fotovoltaici, per produrre non meno dio 2,2 gigawatt entro il 2023, e per la cui determinazione è stata già licenziata dalla giunta una norma, una delle prime in Italia, che ha avuto con il voto dell’aula nell’ultimo consiglio, la dichiarazione di urgenza per arrivare al definitivo ok entro il 2 gennaio, pena il commissariamento governativo.
Ma ora, forse tutta questa urgenza, non ci sarà: una lettera intercettata dalle Regioni, inviata dal Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, al ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, potrebbe garantire tempi più dilatati, per l’esame e l’approvazione delle leggi regionali, per dare eventualmente il “tempo congruo per adeguare le proprie leggi alla sentenza del Tar Lazio prevista per il prossimo 5 febbraio”, che potrebbe mettere in discussione aspetti cardine delle linee guida nazionali.
Importante è capire però se c’è già stata una comunicazione formale alle Regioni da parte di Calderoli, e per questa ragione Di Matteo incontrerà oggi il presidente della Regione Marco Marsilio, di Fdi. Incontro che si doveva tenere già ieri, ma poi si è deciso di rinviare a causa della tragica notizia della scomparsa a soli 55 anni del capo di gabinetto Riccardo Solfanelli.
“Se c’è stata una comunicazione ufficiale – spiega Di Matteo – potrei far mio l’intendimento di molti commissari di dilatare i tempi di discussione della norma, A quel punto posticipando il tutto a gennaio, a dopo la finanziaria”.
E in cuor sul tutti sperano che ci sia più tempo: “non sarà facile trovare un punto di caduta – ammette Di Matteo- . Da una parte anche in Abruzzo c’è chi ci dice che abbiamo messo troppi limiti per l’installazione di siti produttivi energetici, dall’altra parte c’è chi ribatte che siamo stati troppo permissivi. A maggior ragione, trattandosi di una materia molto complessa, occorre davvero ascoltare tutti i punti di vista, valutare attentamente la congruità e fondatezza di ciascuna posizione”.
A questo proposito oggi scade il termine per la richiesta di ammissione alle audizioni, che cominceranno nella seduta già fissata del 17 dicembre.
In ogni caso, tiene a sottolineare Di Matteo, “la norma che è stata approvata in Giunta credo che vada nella giusta direzione, nel segno della ragionevolezza. Ovvero quella di non precludersi la via dello sviluppo, tenuto conto che abbiamo l’obbligo di installare a terra in qualche modo 2,2 gigawatt di energia rinnovabile, ma con estrema attenzione alla tutela del paesaggio, delle attività agricole e del turismo. Nessuno garantisco vuole l’invasione indiscriminata delle pale eoliche”.
Nel progetto di legge regionale, va ricordato, è stato inserito il divieto di installazione di pale eoliche a meno di 3 chilometri di distanza da un centro storico, da un bene vincolato, come una chiesa, un castello, un palazzo, un’area archeologica. Per quanto riguarda invece il fotovoltaico, c’è la compatibilità nelle aree industriali, commerciali, a destinazione artigianale, in cave dismesse e siti inquinati. Mentre anche in base al Decreto agricoltura sono precluse tutte le aree agricole, tranne quelle che stanno nei nella disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane e dei gestori di infrastrutture ferroviarie, nonché delle società concessionarie autostradali, confinanti con la linea ferroviaria o autostradale. E ancora nei siti nella disponibilità delle società di gestione aeroportuale all’interno dei sedimi aeroportuali. Se dentro queste fasce c’è però un vigneto, un uliveto o altra coltivazione, alla distanza massima di 300 metri dall’autostrada, allora neanche in questo caso potrà essere realizzato un impianto fotovoltaico, e lo stesso vale per la distanza di 500 metri da uno stabilimento industriale.
Divieto di installazione infine nei territori ricompresi nella Rete natura 2000, ovvero dentro i parchi nazionali, regionali e nelle aree sic e zps. E restano pure in vigore anche altre norme a tutela del paesaggio.
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