Definizione di un cronoprogramma sul piano di riconversione degli impianti Versalis e protezione dell’indotto. Sono le richieste avanzate all’Eni dai partecipanti al tavolo sull’Eni convocato dal ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, per chiarire gli investimenti del colosso italiano della chimica in Sicilia, soprattutto alla luce delle chiusure degli impianti Versalis di Priolo, che produce cracking, e di Ragusa, specializzato nel polietilene.
Lo scenario in Sicilia
Sembra vi siano maggiori certezze per lo stabilimento di Priolo, con 432 dipendenti, che nei piani dei manager dell’Eni sarà riconvertito in una bioraffineria, al punto da prevedere investimenti tra gli 800 ed 900 milioni di euro, più grigio, invece, è il futuro dell’impianto di Ragusa, con in dote 132 dipendenti, dopo le dichiarazioni di Giuseppe Ricci, direttore operativo Trasformazione industriale, che ha parlato di un centro di eccellenza per le tecnologie.
Cosa ha detto Eni al Tavolo
Durante l’incontro, come riportato dall’AGI, Eni è entrata nel dettaglio del piano di riconversione industriale dei siti siciliani di Priolo e Ragusa, illustrando le possibili soluzioni e gli strumenti a disposizione per la tutela industriale ed occupazionale dell’indotto siciliano, visto l’impegno dell’azienda per la piena occupazione dei suoi dipendenti diretti.
Riunione aggiornata
La riunione tecnica è stata aggiornata per consentire all’azienda di fornire in tempi brevi “ulteriori informazioni su come procedere alla protezione aziendale e occupazionale dell’indotto”. In particolare, è stato richiesto a Eni di rendere noto il cronoprogramma della riconversione, in modo da permettere di monitorare la continuità dell’indotto.
Tamajo, “proteggere occupazione”
“La priorità – ha dichiarato l’assessore regionali alle Attività produttive, Edy Tamajo – è salvaguardare i livelli occupazionali, diretti e indiretti, e assicurare che il processo di trasformazione industriale possa avvenire nel rispetto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti, dalle imprese ai lavoratori. Siamo fiduciosi che il dialogo aperto tra istituzioni, sindacati ed Eni possa portare risultati concreti e sostenibili”.
Le preoccupazioni per l’impianto di Ragusa
Che ci sia un futuro tutt’altro che chiaro per l’impianto di Ragusa lo riconosce lo stesso assessore regionale. “Per Ragusa, l’assessore ha chiesto ulteriori dettagli e impegni più chiari per assicurare che il sito possa beneficiare di iniziative coerenti con la strategia di transizione energetica di Eni Versalis” si legge nella nota inviata da Tamajo. “La Sicilia – ha aggiunto Tamajo – non può perdere il suo ruolo centrale nel panorama industriale nazionale. Stiamo lavorando affinché ogni intervento sia orientato a valorizzare le eccellenze dei nostri territori e a tutelare le famiglie e le comunità che dipendono da questi poli”.
Cisl, “su Priolo mettere in sicurezza il Petrolchimico”
La segretaria generale Femca Cisl nazionale, Nora Garofalo, che ha partecipato al Tavolo tecnico, ha posto alcune questioni inerenti il futuro dei due impianti. In merito a quello di Priolo, la preoccupazione è che la riconversione possa creare un effetto domino sugli altri stabilimenti, considerata la interconnessione della zona industriale. Peraltro, come assicurato da Garofalo, l’impianto di cracking è in marcia e resterà attivo per tutto il 2025. Tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2026 ci sarà il fermo impianti e partirà il processo di riconversione.
“Considerate le interconnessioni – ha detto Garofalo – che un petrolchimico come quello di Priolo genera, c’è bisogno di chiarire se e come sia stato messo in protezione quel sistema. Dobbiamo avere garanzie sulla continuità lavorativa per i diretti, ma anche per l’indotto. È necessario infine avere certezze sulle risorse allocate nel piano di trasformazione e chiarezza su come saranno impiegate”.
Garofalo, “Ragusa non solo centro di competenze”
Sull’impianto di Ragusa, che è attualmente fermo, la segretaria della Femca Cisl, sostiene di avere apprezzato “il passo avanti fatto su Ragusa da Eni, che ha accolto la nostra richiesta di impegno perché non divenisse solo un Centro competenze”.
Dalle informazioni fornite dalla sindacalista della Cisl, “il polo dovrebbe diventare un’unità sperimentale, focalizzata sulle tecnologie di riciclo (meccanico e chimico) e sulla circolarità (bio e agricola), in sostanza un’Unità di ricerca e un Agri Hub, un ponte con Priolo sulle iniziative circolari e bio e un motore di innovazione verso le filiere che sono in sviluppo, per attrarre o creare nella città nuove catene produttive industriali”.
La Piana e Migliore, “Snodi centrali”
“Registriamo da parte del governo regionale un atteggiamento prudenziale rispetto alla vicenda Eni Versalis degli stabilimenti di Priolo e di Ragusa che condividiamo, perché si tratta di due snodi centrali per l’economia regionale. Sollecitiamo l’esecutivo Schifani a mettere in campo tutte le azioni possibili a tutela del futuro industriale di queste due fondamentali realtà” dicono il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana e il segretario generale della Cisl di Ragusa Siracusa, Giovanni Migliore, commentando gli esiti del tavolo ministeriale riunitosi oggi. “Al centro restano la questione dei lavoratori diretti e dell’indotto – aggiungono La Piana e Migliore – che stiamo seguendo con grande attenzione e sulla quale continueremo a vigilare affinché siano garantiti e tutelati i livelli occupazionali. Auspichiamo che si operi con senso di responsabilità e visione prospettica per rilanciare il settore”.
Cgil, “uniche certezze sono le chiusure”
Più critico il commento del segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e del segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli. “Ragusa è già considerata chiusa e dal 1° gennaio sarà dato avvio allo smantellamento e alla messa in sicurezza del sito. La produzione di Priolo terminerà al 31 dicembre 2025. Sui progetti di reindustrializzazione la situazione è particolarmente indefinita” si legge nella nota del sindacato.
“Non ci sono date”
“Su Ragusa – proseguono – i progetti definiti in via di valutazione spaziano dalla coltivazione sul territorio di prodotti per alimentare la bioraffineria, un acceleratore di start up, due centri di ricerca sul riciclo meccanico. Tutti senza date di avvio, senza cronoprogramma e senza indicare gli organici necessari. Su Priolo, le ipotesi in campo riguardano lo sviluppo di una bio raffineria, progetto su cui Eni ha già operato in altre occasioni, e il riciclo di plastiche chimiche che produrrebbe un “olio” da inviare ai cracking per produrre etilene. Peccato che in Italia non esisteranno più impianti di cracking per il riciclo della platica”.
I dubbi della Cgil sull’indotto
Per quanto riguarda l’indotto, Gesmundo e Falcinelli fanno sapere che “l’Eni non ha dato comunicazione su quante siano le imprese e i lavoratori coinvolti e si è limitata a dare generiche e indefinite garanzie di rioccupazione. Il tavolo sarà riaggiornato con il Ministero, che ha chiesto a Eni impegni più definiti nel tempo e nei numeri”.
I timori della Uil
All’incontro erano presenti per la Uiltec la segretaria generale Daniela Piras ed il segretario generale della Uiltec Sicilia Andrea Bottaro. “Su Priolo è stato confermato – dicono i due sindacalisti della Uil – un investimento di 1 miliardo di euro per la costruzione di una bioraffineria e di un impianto di riciclo chimico della plastica, con progetti in fase di studio e previsione di avvio entro fine 2028. Tuttavia, gli impianti di etilene e aromatici sono programmati per fermarsi tra fine 2025 e inizio 2026, generando possibili disallineamenti temporali che destano preoccupazione”.
“L’incontro tecnico e’ servito a conoscere qualche dettaglio in più sui progetti di Versalis in Sicilia, c’è bisogno di proseguire il confronto sia a livello nazionale che sul territorio per trovare soluzione alle criticità che riscontriamo rispetto al piano, soprattutto le garanzie occupazionali sul territorio, le tempistiche e l’integrazione con le attività del territorio” ha aggiunto l segretario generale della Uiltec Sicilia Andrea Bottaro
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