Francia, Macron ha scelto il nuovo premier: nominato il centrista François Bayrou

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Le voci di corridoio inseguitesi negli ultimi giorni confermano il cambio della guardia a Parigi: Emmanuel Macron ha nominato primo ministro François Bayrou, suo alleato centrista dal 2017. L’Eliseo, in un testo di sole poche righe in cui viene affidato a Bayrou il mandato di “formare il nuovo governo”, ha comunicato il passaggio di consegne. Alle ore 17.00, nel cortile di Matignon, vi sarà la staffetta formale tra il premier dimissionario, Michel Barnier, e il suo successore.

Il nome di Bayrou è emerso negli ultimi giorni come il più consensuale. Durante le consultazioni, il sindaco di Pau è risultto come la personalità più idonea a garantire l’unità e a formare un governo di interesse generale auspicato dal presidente della Repubblica nel suo ultimo discorso dopo il voto di censura. Intanto, effetto immediato sulla Borsa: Parigi inverte la rotta e dopo una partenza in territorio negativo viaggia in rialzo pochi minuti dopo la nomina di Bayrou a nuovo primo ministro. L’indice Cac 40 avanza dello 0,34% a 7.445,52 punti. In rialzo invece il rendimento degli Oat francesi, al 3,013% mentre il differenziale con i Bund tedeschi si attesta a 77,3 punti.

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Il giallo sulla nomina

Il leader centrista aveva lasciato l’Eliseo dopo un’ora e 45 minuti di colloquio con il presidente francese, che questa mattina aveva promesso di giungere alla nomina del suo nuovo primo ministro. Entrato alle 8:30 dalla scalinata del palazzo presidenziale, il leader di MoDem era uscito da una porta sul retro per poi salire in macchina. Qualcuno aveva malignato sull’esito dell’incontro, tanto da annunciare su alcuni media francesi che l’opzione Bayrou sarebbe presto stata scartata. Poi, la nomina, poco dopo.

Il giallo è presto svelato: come riferisce Le Monde, il capo dello Stato aveva avvertito telefonicamente Bayrou questa mattina che non sarebbe stato nominato primo ministro, prima di riceverlo a lungo all’Eliseo. Secondo le informazioni del quotidiao francese, Macron ha proposto al capo del MoDem di essere il numero due del governo guidato da Roland Lescure. Un’ipotesi completamente respinta da Bayrou, che in cambio ha sollevato la possibilità di lasciare la coalizione presidenziale. Di fronte alla possibilità di un blocco e di una rottura con il suo principale alleato, Macron ha finalmente cambiato idea e ha scelto di nominarlo.

La sfida e le reazioni

La sfida per il nuovo inquilino di Matignon è ora quella di costruire una maggioranza relativa stabile nell’Assemblea nazionale, per evitare possibili censure e far approvare i progetti di legge. Ma, come Barnier prima di lui, la partita non si presenta facile per il presidente del MoDem. Bayrou potrà contare sui gruppi del campo presidenziale: i 36 deputati MoDem; i 93 eletti dell’Ensemble pour la République e i 34 del gruppo Orizzonti. Ma resta l’incertezza sulla posizione degli eletti della destra repubblicana di Laurent Wauquiez o dei gruppi di sinistra – socialisti, ambientalisti e comunisti – che hanno partecipato alle discussioni con Macron ma che hanno chiesto un capo del governo tra le loro file. Mathilde Panot, infatti, ha annunciato che la LFI presenterà una mozione di censura contro Bayrou. Per il leader comunista Fabien Roussel, la nomina è una “brutta notizia“. In un messaggio postato su X il segretario del Pc chiede “un cambio di rotta politica, rispetto del Parlamento e no 49-3“. I comunisti non opteranno per “una censura a priori” del governo Bayrou, affermando che sarà giudicato “in base ai fatti e alle prove che darà” verso la “costruzione di maggioranze e compromessi“.

I lepenisti e le difficoltà dalla destra

Più cauta la reazione dei lepenisti alla nomina: “Non ci sarà alcuna censura a priori” sul nuovo premier nominato. Questa la reazione di Jordan Bardella, poco dopo la nomina a Matignon. “Le nostre linee rosse restano, non varieranno“, ha aggiunto il presidente di Rn, citando, in merito al bilancio 2025 il rimborso dei farmaci, il non indebolimento della situazione economica e sociale. Da Bardella, è arrivata nel contempo una dura critica a Macron, definendolo un “presidente in bunker che ha scelto un nuovo primo ministro che deve tenere conto della nuova situazione politica“. Per la leader di estrema destra Marine Le Pen, il nuovo primo ministro Francois Bayrou è una potenziale “estensione del macronismo” che “può solo portare all’impasse“. E ancora, “Dopo una lunga attesa, il Presidente della Repubblica ha deciso di nominare Francois Bayrou a Matignon. Preoccupati per l’urgenza di proteggere i francesi, gli chiediamo di intraprendere ciò che il suo predecessore non ha voluto fare: ascoltare e ascoltare le opposizioni per costruire un bilancio ragionevole e ponderato“, ha scritto Le Pen su X.

L’opposizione a Bayrou nelle fila della destra risale alle elezioni presidenziali del 2012. Sconfitto, Nicolas Sarkozy si sentì tradito dalla scelta del presidente del MoDem di votare al secondo turno per il socialista François Hollande. Una decisione che l’ex capo dello Stato non ha mai perdonato ai centristi, tanto dedicargli parole di fuoco nel suo libro Le Temps des Tempeaux.

Chi è François Bayrou

Classe 1951, Bayrou proviene dai Pirenei Orientali, dove è cresciuto in una famiglia di agricoltori. Appassionato di letteratura, ha fatto studi classici, diventando professore di francese. Nel 1974 ebbe inizio la sua militanza politica, diventando consigliere generale dei Pirenei Atlantici, poi deputato dell’Udf (Unione per la democrazia francese) e poi presidente del consiglio generale dei Pirenei Atlantici. Il suo debutto nazionale arriva quando viene nominato ministro dell’Istruzione nazionale e ministro dell’Istruzione superiore dal 1995 al 1997, e poi ancora deputato europeo nel 1999.

Tuttavia, non ha abbandonato la scena politica nazionale: si è candidato alle elezioni presidenziali nel 2002, e a quelle del 2007. Nel 2007 Bayrou ha fondato il partito MoDem (Moderati Democratici), ma da allora ha dovuto affrontare numerose defezioni da parte dei suoi ex alleati. Bayrou si è candidato per la terza volta all’Eliseo nel 2012.

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Il 17 maggio 2017, Macron – adel quale si conferma fedelissimo – lo ha nominato ministro della Giustizia, un incarico durato un soffio a causa di una vicenda giudiziaria legata a incarichi di lavoro fittizi degli eurodeputati del suo partito. Il 1 gennaio 2023 ha ricevuto la Legion d’Onore.



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