Alleanza delle Regioni automotive, Lombardia al posto di guida

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Alleanza delle Regioni automotive: la Lombardia condivide pienamente gli obiettivi in tema di sostenibilità ambientale imposti dalla Commissione Europea, ma chiede di poterli raggiungere attraverso tutte le possibilità scientificamente certificate, come i carburanti rinnovabili, salvando così i motori endotermici. È la posizione ribadita dall’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi a Pamplona, in occasione della seconda conferenza annuale dell’Alleanza delle Regioni Europee dell’Automotive di cui lo stesso Guidesi assumerà la presidenza nel 2025. Ne fanno parte altre otto Regioni italiane: Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria; e ulteriori 27 regioni europee dei principali paesi del Continente, Germania, Spagna e Francia. Territori che insieme fanno un prodotto interno lordo pari a 5mila miliardi di euro, il 34% del Pil europeo, oltre a rappresentare complessivamente 134 milioni di cittadini europei, il 31% della popolazione di tutti i paesi della Comunità Europea.

Alleanza delle Regioni automotive, l’obiettivo di rafforzare gli ecosistemi industriali regionali

L’Alleanza delle Regioni dell’automotive è una rete politica di regioni impegnate a realizzare la transizione dell’industria automobilistica e del relativo indotto in Europa. Nata per iniziativa del Comitato europeo delle Regioni, punta a riunire i territori con un tessuto industriale specializzato nel settore automobilistico e un forte indotto. Tra i principali obiettivi quello di rafforzare gli ecosistemi industriali regionali e stimolare la creazione di valore, tutelando la coesione economica e sociale dei territori. La tesi lombarda si riassume in due parole ‘neutralità tecnologica’, che equivale a dire che l’Europa non deve imporre ai cittadini quale tipo di automobile utilizzare, ma concentrarsi sulla definizione degli obiettivi ambientali lasciando la libertà sulle modalità di raggiungimento ai singoli territori. Nel documento ufficiale firmato a Pamplona da tutte le 36 regioni dell’Alleanza delle regioni europee, la Lombardia ha fatto inserire questo passaggio: “I regolamenti europei devono tenere conto dell’impatto esercitato sull’economia regionale dalle misure volte a mantenere e rafforzare la competitività dell’intera catena dell’industria automotive europea; si raccomanda di tenere conto delle varie soluzioni tecnologiche (ad esempio l’elettrificazione, le tecnologie dell’idrogeno e i combustibili alternativi) che possono anch’esse svolgere un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione”.

Automotive, 15mila addetti in Lombardia, 70mila in Italia

Una battaglia di equità, quella che sta giocando la Regione, per tutelare una filiera di circa 15mila lavoratori solo nella locomotiva d’Italia e 70mila in tutto il Paese. Lo stop del motore endotermico provocherebbe infatti l’interruzione di molte attività per l’impossibilità di gestire una riconversione con il conseguente crollo dell’intera filiera automotive ed il rischio di una perdita di competitività del settore produttivo europeo nello scenario globale, a vantaggio principalmente della Cina. La Lombardia per scongiurare una tempesta economica e sociale ha voluto confermarsi capofila nella difesa e nel sostegno alle imprese, grazie sia al lavoro di sistema che rende più ‘autorevoli’ le istanze presentate alle istituzioni sovraregionali sia influenzando le posizioni ufficiali della più importante istituzione europea dell’automotive, appunto quella dell’Alleanza delle 36 regioni. Una sfida certamente complessa ma che fino a due anni fa sembrava impossibile e che ora trova sempre più consensi e conferme scientifiche. La Lombardia continuerà nella sua battaglia, forte anche del sostegno del Governo, e punta a dimostrare entro il 2026, quando la Commissione Europea valuterà i dati delle emissioni e quelli del consumo di carburanti ed energia, l’affidabilità, in ambito ambientale, dei carburanti alternativi. Una sfida difficile ma possibile secondo la Lombardia, grazie al know how e alle tecnologie già presenti.

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