Presentato il piano di sviluppo della Lepini Green Community

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Un piano costruito su 30 progetti che coinvolgono otto ambiti su nove. Finanziato con due milioni di euro dai fondi PNRR e cofinanziato dalla Regione Lazio con 400mila euro, il piano è stato definito il migliore in Italia. Previsti interventi per contrastare il dissesto idrogeologico e per valorizzare turismo ed enogastronomia. La presentazione ieri in Consiglio regionale, con 12 Sindaci del territorio interessato.

Gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale e delle risorse idriche, produzione di energia da fonti rinnovabili, sviluppo di un turismo e di un modello di azienda agricola sostenibile che valorizzi le produzioni locali zero waste, integrazione dei servizi di mobilità. Sono questi gli obiettivi della Lepini Green Community presentata ieri nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Consiglio regionale del Lazio, alla presenza di dodici Sindaci del territorio interessato: “Si tratta -spiega il presidente del Consiglio, Antonello Aurigemma– della realtà più importante in Italia. Il progetto è stato finanziato con i fondi del PNRR per due milioni di euro, ma la Regione, che crede fortemente in questa iniziativa, ha fatto la sua parte con un investimento di ulteriori 400mila euro. L’ auspicio è che questo sia soltanto il primo di una serie di progetti sul tema della sostenibilità, e che si possano estendere anche negli altri territori. Il nostro ruolo è anche quello di affiancare i Comuni, che già svolgono un lavoro prezioso, in questo percorso di crescita e di sviluppo”.

Il piano della Lepini Green Community è costruito su 30 progetti che coinvolgono otto ambiti su nove: “Un dato questo – ricorda Paolo Frullini, coordinatore dell’iniziativa- che non appartiene a nessuna delle altre Green Communities finanziate. Siamo l’unica realtà che, nel nostro Paese, soddisfa questi requisiti. Il che fa del nostro progetto il più importante in assoluto, occupandosi, fra l’altro, del territorio, dell’aspetto enogastronomico, di energia pulita, di turismo e cultura e di formazione. Siamo orgogliosi di aver messo in piedi un piano che con i suoi 30 progetti coordinati avrà ricadute positive, anche in termini occupazionali, su una realtà che si sviluppa su circa ottantamila ettari nella provincia di Latina, appena alle spalle delle risorgive di Ninfa, e supera quota millecinquecento metri con la sua cima più alta, il monte Semprevisa”.

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Il territorio, dunque, come primo obiettivo da proteggere da un punto di vista ambientale. Il piano vuole innanzitutto scattare una fotografia sullo stato dell’arte, misurando le interferenze fra uomo, ambiente e clima incrociando i dati rilevati sul campo con quelli provenienti da altre fonti come gli insediamenti abitative, le zone agricole e quelle industriali e gli eventi climatici. Sono diversi gli interventi previsti. Come l’adozione di sensori di precisione per valutare, negli oliveti, i livelli di qualità o di inquinamento dell’acqua e dell’aria. Il loro utilizzo in agricoltura permette inoltre di monitorare le colture, svolgere indagini sulla salute del suolo e lottare contro i batteri che sono responsabili di infezioni gravi.

Un’azione dunque volta a tutelare, sotto diversi punti di vista, il territorio lepino. In tal senso, assume particolare rilevanza il progetto di messa in sicurezza delle frane e del dissesto idrogeologico e la sistemazione geomeccanica, con relativa bonifica ambientale, dei fossi: “Si tratta -ricorda il commissario della Comunità montana dei Lepini, Onorato Nardacci- di azioni che aiutano i nostri Comuni a gestire problematiche che non sono sempre di facile gestione. Sono particolarmente contento per i progetti che riguardano in particolare i comuni di Maenza, dove si avvia un piano di gestione e di assestamento della foresta Carpinetana, e di Sezze, con lo studio sul carbonio e sulle possibili quantità da stoccare dai boschi di zona che comporta anche vantaggi di carattere economico”. “Sono iniziative -aggiunge il professor Fabio Fatigati, Università degli Studi dell’Aquila- che vanno tutte nella direzione di avviare quelle azioni di prevenzione che spesso, in Italia, non vengono mai attuate”.

Territorio ma non solo. Nel piano della Lepini Green Community, ampio spazio trova anche l’aspetto enogastronomico. Previsto l’avvio di un partenariato europeo di innovazione sulla filiera dell’olio, l’organizzazione di una food experience per presentare un progetto internazionale di turismo sostenibile con protagonista il cibo e la sua produzione in provincia di Latina e azioni concrete per implementare l’e-commerce dei prodotti locali: “Sono iniziative -chiosa il presidente Aurigemma- che andranno a interagire con quelle già perseguite dalla Regione. Penso in particolare al marchio di certificazione e al disciplinare di ‘Natura in campo’ il cui scopo, come è noto, è quello di valorizzare e promuovere le produzioni agro-alimentari sostenibili e tradizionali delle aree naturali protette”.

Studio per l’Osservatorio astronomico dei Lepini, progetto di sentieristica, tabellazione e manutenzione dei percorsi naturalistici e dei locali siti archeologici, potenziamento della segnaletica e della pubblicità del percorso trekking “Cammino della Regina Camilla”, valorizzazione dei muri a secco, le cosiddette macere, dichiarati patrimonio dell’Unesco. Sono queste le iniziative turistiche e culturali del piano: “Senza dimenticare -ricorda Frullini- la realizzazione di un docufilm sugli antichi mestieri e sulle antiche arti e di un’app dedicata per il Museo Diffuso che ha l’obiettivo di innalzare il livello di interazione con il visitatore. Chiudono il quadro importanti attività formative specifiche , il progetto di costituzione del “Centro Studi dedicato al fiume Ufente “con lo scopo di valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del territorio e il progetto ‘Paesaggio delle acque’ che ha come obiettivo principale quello di strutturare delle rotte navigabili legate alla vocazione naturale e culturale dei luoghi. Proponendosi come un nuovo modello di valorizzazione dell’ambiente e della cultura (materiale e immateriale) in un’ottica dinamico evolutiva, di mobilità alternativa compatibile con le tradizioni dei territori, nonché di valorizzazione turistica di eccellenza”.



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