SMART MOBILITY Il futuro è qui e ora: dopo la call for ideas tre progetti da realizzare

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Si lavora a una “smart area” con altre Amministrazioni locali per governare lo sviluppo. Dibattiti su sicurezza e inclusione

(mi-lorenteggio.com) Rho, 10 dicembre 2024 – Dopo avere lanciato nei mesi scorsi una call for ideas per raccogliere progetti da parte di privati, imprese e start up, ora il Comune di Rho è pronto a realizzare tre progetti pilota nell’ambito del prossimo semestre attraverso 130mila euro di investimento dell’Amministrazione comunale e 150mila ottenuti attraverso il bando Smart Data Driven di Regione Lombardia. Si parla di Smart parking (ovvero la possibilità visualizzare in tempo reale stalli liberi nelle aree di sosta); semafori intelligenti per ridurre le code; raccolta dati e dialogo con i cittadini per avviare un confronto aperto con il territorio.

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Nella sede di Federated Innovation in Mind si è svolta questa mattina una giornata di studio e confronto con l’obiettivo di avviare una logica di rete con altre Amministrazioni, per ottenere ricadute positive sulla vita dei cittadini.

A illustrare il lavoro di Federated Innovation @MIND è stato il suo Ambassador city for the future Federico Frattini. FI accoglie 170 start up, 39 grandi corporate, 19 service providers, in stretta connessione con le otto ancore del distretto MIND. E’ nata per sperimentare sul campo soluzioni innovative , come il solaio che integra legno e calcestruzzo e che verrà utilizzato al WestGate. “Si lavora con una talent community, costituita da studenti e professionisti, capaci di accelerare le progettualità di innovazione. Il tutto è orchestrato da Cariplo Factory e altri providers. Abbiamo attivato diverse call for ideas, per la chimica verde o il risanamento di suoli contaminati, e questa che riguarda la smart mobility”.

A entrare nel dettaglio l’assessore alla Smart City Emiliana Brognoli: “Vogliamo riflettere insieme sulla possibilità di costruire un ecosistema di innovazione collettiva. La call organizzata con Feel e MIND è molto di più di un evento istituzionale, è stata ideata per mettere insieme esperienze e competenze diverse verso la città del futuro. Tutti sentiamo l’urgenza di concepire modalità nuove di guardare alla mobilità, in termini di sostenibilità e inclusione sociale. Ringrazio la collega Valentina Giro e i dirigenti Emanuela Marcoccia e Luigi Fregoni oltre ai soggetti esterni, coinvolti perché ci mancavano le nozioni tecniche specifiche. Abbiamo collaborato con Feel (Think Tank Govtech), Federated Innovation e MIND, casa naturale dell’ecosistema di innovazione che vorremmo attivare”.

La prima fase è stata esplorativa, di mappatura del contesto, perché la tecnologia non può essere avulsa dalla realtà locale. Sono stati intervistati stakeholders e svolti colloqui con aziende, associazioni, urbanisti. “Tutti ci hanno spinto a non attuare nulla sopra le teste dei cittadini e questa è la nostra priorità – ha precisato Brognoli – Abbiamo guardato alle esperienze di Singapore, Copenaghen, Colonia, Trento, pensando a quattro temi: infrastrutture urbane intelligenti, piazze cittadine come hub, l’impatto culturale della mobilità sostenibile, mobilità on demand. Dalle idee emerse si passa alla fase progettuale, perciò abbiamo attivato un workshop con famiglie, giovani e pensionati, coinvolgendo 40 cittadini a Villa Burba. La call for ideas ha ottenuto 43 risposte, per l’80% aziende, 8 sono cittadini o non profit. Infine sono stati selezionati i 3 progetti pilota, per i quali possiamo contare su 280mila euro. Tra dicembre e gennaio verranno convocate imprese e start up per stabilire dove e come realizzare i progetti. Il Sindaco Andrea Orlandi chiede di portare a casa un risultato, lo perseguiamo cercando di affinare la macchina dell’innovazione che ha bisogno di approfondimento nella struttura comunale. Non ci fermiamo qui, svilupperemo altri progetti: ci sono bandi nazionali ed europei che guardano a diversi filoni di innovazione e occorre avere progetti pronti nei cassetti. Il futuro non aspetta, è qui e ora”.

Marcello Coppa, cofounder di Feel, ha illustrato come si possa applicare l’intelligenza artificiale al contesto urbano, facendo diversi esempi: una smart camera che analizzi i flussi di movimento e individui anche pericoli o ammassamenti di persone; la simulazione di mondi virtuali; il gemello digitale del territorio con una rappresentazione tridimensionale e interattiva per simulare cosa potrebbe accadere inserendo un parcheggio o dovendo affrontare un allagamento; installazioni museali con realtà virtuale, per portare nel passato o nel futuro con scopo educativo o di intrattenimento.

“L’AI generativa di linguaggio umano può essere utile per determine, delibere, regolamenti, risposte ai cittadini non su modelli generici ma su base documentale e sulle prassi proprie della organizzazione – ha precisato Coppa – L’AI può essere usata per l’assistenza ai cittadini non per sostituire l’interazione umana, ad esempio può servire a classificare le richieste che arrivano. Ci sono rischi? Sì, c’è chi guarda alle tecnologie come una sorveglianza, c’è il rischio di vedere gente modello “smobies” ovvero tanti zombies con la testa china sullo smartphone. Poi c’è la black box, ovvero il rischio di applicare soluzioni che conosce solo chi le ha programmate. Per vigilare occorrono infrastrutture urbane, di rete, e infrastrutture di comunicazione resilienti. La componente umana e organizzativa resta fondamentale. Si deve puntare a una governance allargata alla collaborazione tra pubblico e privato e tra enti. Solo mantenendo il cittadino al centro le soluzioni di AI ci porteranno lontano”.

L’avvocato Marco Tullio Giordano ha presentato B3YOND, per la gestione del Web3 che si propone di decentralizzare il web rendendoci proprietari dei nostri dati trasformandoli in digital asset, il tutto con la collaborazione del Politecnico di Milano: “Oggi ogni volta che accedi a una piattaforma devi dare le tue credenziali, Web3 ti dà una identità propria, hai un indirizzo pubblico che puoi condividere con tutti e una chiave privata per avere scambi con gli altri. La differenza con IO è che questa è serverless, non c’è una spesa per inserire dati, i dati dei cittadini rimangono a loro, solo il singolo conserva i dati e decide se condividerli con l’entità pubblica o privata. Inoltre, sullo stesso wallet potrebbero arrivare monete locali per l’economia digitale, potresti accumulare punti per avere usato ad esempio il bike sharing, punti che consentono di esprimere pareri o avere agevolazioni. Le persone possono generare le DAO, organizzazioni autonome decentralizzate, utili ad esempio per votare in caso di bilancio partecipato”.

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Un primo confronto ha avuto come tema “Oltre i confini urbani: creare un ecosistema di innovazione intra-comunale verso la Smart Area”.

Emiliana Brognoli, assessore a Rho: “Dobbiamo usare le tecnologie per riappropriarci degli spazi, pensando a soluzioni concrete per chi vive situazioni di fragilità. Possiamo agire sull’illuminazione, secondo gli input dell’Unesco, spegnendo le luci per guardare le stelle e dare un messaggio di sostenibilità. La Smart City deve essere vicina alle persone. Penso che sia necessaria una Smart Area dal momento che i cittadini vivono in modo sovracomunale per lavoro, sanità, divertimento. Proviamo a immaginare una consulta per darci un metodo, seguendo magari gli esempi di Roma e di Assolombarda: avere una struttura di riferimento permetterebbe di vivere l’orgoglio di far parte di questa area. Prima tappa dopo quella odierna sarà uno speed dating fra chi ha partecipato alla call for ideas e le istituzioni, per un ulteriore confronto pubblico-pubblico e pubblico-privato”.

Francesco Vassallo, Sindaco di Bollate: “Vorremmo spingere su questa linea smart, ma facciamo i conti con l’impreparazione delle strutture comunali, non resta che trovare professionalità esterne che però hanno un costo. Occorre fare rete, mettere insieme teste e risorse, avere una regia unica e nel Nord Ovest lo facciamo sotto la regia della Città metropolitana di Milano. Con CMM abbiamo vinto un bando insieme alla Provincia di Sondrio e i Comuni di Rho, Bollate e Cormano. Unire le forze porta a intercettare risorse. Occorre cambiare culturalmente la visione di amministratori, la politica del campanile non funziona più. Io punto a un’azienda consortile dei servizi tecnologici. Un conto è una consulta, uno una struttura che faccia da hub e sia stimolante per tutti e faccia nascere servizi e infrastrutture. Un esempio? Una rete unica di videosorveglianza per la sicurezza che unisca le telecamere di tutta la zona. Milano è principessa, attrae servizi e risorse. E Regione attira fondi europei. Purtroppo manca una legislazione adeguata anche su dove e come collocare i data center, ora tutto è lasciato all’improvvisazione”.

Antonio Abbate, Sindaco di Pero: “Prima di tutto si devono creare gli smart citizens, perché non siano riottosi al cambiamento. Inoltre si deve lavorare per fare in modo che le innovazioni vengano recepite a livello normativo, anche sui temi dell’energia e del clima. Collaborare è essenziale anche per accedere alle risorse europee. Federated Innovation è un primo strumento di buona collaborazione, occorre trovare una lingua comune”.

Lorenzo Radice, Sindaco di Legnano: “Dobbiamo uscire dalla logica del gadget, ovvero avere dei bei giochini che possono essere utilissimi ma non realizzano una visione sistemica. Va compiuto uno sforzo comune per usare i dati per predire i comportamenti, programmare meglio le nostre politiche e spingere le comunità verso comportamenti che riteniamo desiderabili per avere un mondo migliore. Quando al ragionare in un’ottica comune diamo merito a Rho di essere apripista mettendo in atto un percorso virtuoso. Legnano, come Busto Arsizio, ha accolto una sfida europea nel tentativo di affrontare transazione ecologia e innovazione digitale, credo che ciascuno debba copiare buone pratiche che già ci sono arricchendole con la propria creatività”.

Giacomo Cavalli di Federated Innovation @MIND: “Tra gli obiettivi del 2030 c’è un cambio di mentalità. Anche il privato non può vivere in campanili, deve avere l’obiettivo di una collaborazione verso un fine ampio sostenibile e inclusivo”.

La giornalista Elisa Gallo ha affrontato il tema di mobilità e inclusione: “Ragionando sulla viabilità, tocchiamo le paure delle persone. Ci si deve interrogare sul contesto in cui si agisce. Tutto è pensato per chi va in auto e si sono colpevolizzati i pedoni. Togliendo le persone dalle strade si è creata grande conflittualità: automobilisti contro ciclisti, ciclisti contro pedoni. La comunicazione ci può aiutare: dobbiamo attivare partecipazione, puntare a condividere lo spazio pubblico, riflettere sul benessere. La bicicletta permette di fermarti quando vuoi e incontrare persone”.

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Il secondo confronto ha avuto come tema “Coinvolgere e rendere protagonista la cittadinanza per una mobilità sostenibile, partecipata e collaborativa”.

Amministratori e rappresentanti di associazioni si sono interrogati su cosa ci serva per trasformare lo spazio pubblico in luogo di incontro e non di conflitti.

Valentina Giro, assessora alla Mobilità a Rho: “Come diceva Picasso, ogni atto di creazione è un atto di distruzione. Togliamo qualcosa a cui le persone erano abituate, come un parcheggio sotto casa. Queste fatiche non vanno sottovalutate. A Rho abbiamo raccolto una richiesta di cambiamento (tanti chiedevano dossi nella stessa via) dove c’era una percezione di pericolo, è stata l’occasione per riflettere su percorsi partecipati per la trasformazione dello spazio urbano. E’ nato il percorso Mazzo Zona 30, si è ragionato su un pezzo di città con confini netti con una progettazione partecipata. Si è condivisa la visione di una città diversa, speriamo che altre frazioni vogliano fare lo stesso. A San Martino trasformeremo via Tevere in una living street dove auto e trasporto pubblico passeranno, ma prevarranno verde, acqua, spazi per i ragazzini dall’infanzia alle medie. La strada è luogo di conflitto, passare alla condivisione di spazi è un lungo percorso ma può dare buoni frutti”.

Monica Berna Nasca, assessore a Legnano: “Per usare la bicicletta abbiamo attivato incentivi, con fatica. Pedalando si accumulava moneta virtuale da spendere nei negozi. Abbiamo lanciato sfide tra scuole e classi per l’uso di bici o mezzi pubblici e questo ha generato entusiasmo nei ragazzi. Ora tocca alle aziende, ma ogni cambiamento richiede tempo e pazienza”.

Federico Del Prete, Legambiente Lombardia: “Come amministratori locali dovreste smettere di chiedere infrastrutture per la motorizzazione individuale e un sindaco non dovrebbe farsi vedere che a piedi o in bici. Si deve lavorare sulle normative e sul Codice della strada”.

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Lavinia Basso, presidente di Massa Marmocchi: “La nostra è una associazione di volontariato nata per far fronte al tema sicurezza, una mamma ha chiesto ad altri ciclisti di accompagnare insieme i figli a scuola perché da sola aveva paura. Andiamo in gruppo, facciamo massa critica, occupando la carreggiata con bandiere e musica”.

Valerio Montieri, FIAB: “Gli incidenti avvengono agli incroci, la sicurezza viene dal numero di utenti che non sono automobilisti, la condivisione degli spazi pubblici è la sola soluzione. Penso che serva un patto di vita e di qualità della vita. Siamo persone, non pedoni o automobilisti. Gli spazi vanno condivisi. Noi proviamo a ragionare con il mondo del lavoro e lanciamo corsi per i rider, ragazzi che lavorano in condizioni non sicure”.

Sul tema della sicurezza si è espressa Valentina Giro e il dibattito si è poi allargato alle normative su percorsi per le bici e rastrelliere: “Pensiamo alla paura, alle percezioni delle persone. Vivere la strada con ansia non è una esperienza positiva. Occorre cercare risposte valide per tutti, perché anche le auto non sono così sicure visto che il 40% degli incidenti mortali coinvolgono automobilisti. Le Città 30 sono più sicure, gli incidenti si riducono, i morti si avvicinano allo zero. A Rho nell’ultimo anno abbiamo avuto due mortali in moto e due in bicicletta, due giovani e due anziani coinvolti. Ci sono famiglie che piangono e lo stesso vale per chi involontariamente ha causato l’incidente. Prevenire è una priorità per i Comuni ma anche per chi eroga fondi e finanziamenti. Se riuscissimo a non far morire nessuno sulle strade sarebbe una grande vittoria”.

A trarre le conclusioni il Sindaco di Rho Andrea Orlandi: “Nel mondo 3.7 miliardi di persone non hanno accesso alle tecnologie digitali. Intanto, il mondo cambia, affronta gli impatti di cambiamento ambientale, conflitti, processi migratori. Inoltre, cova nascosto nelle comunità il tema della solitudine. In questo quadro il digitale assume importanza, può essere utile a intercettare grandi domande e a costruire le risposte. Oggi si sono toccati tanti temi: criptovalute, area smart, le scelte da compiere, come le Amministrazioni pensino lo spazio pubblico. Nel cambiamento in corso il tema Smart City può essere parte importante della risposta ai bisogni e alle sfide delle città”.

Nella foto Valentina Giro, Federico Frattini ed Emiliana Brognoli



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