Il governo a caccia di fondi guarda alle banche per fare cassa

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Il governo torna a chiedere sacrifici alle banche e si riaccende lo scontro con gli istituti di credito che dovranno fare da cassa alla manovra, in particolare, stavolta, per poter ridurre l‘Ires alle imprese, una tassa che pesa anche su di loro. Il tema è simile a quello del passato quando dagli extraprofitti bancari maturati in epoca di vacche grasse al sistema bancario si chiese il contributo di 2,5 miliardi nel biennio. Ora si parla di un contributo aggiuntivo, di 400 milioni di euro  per ridurre l’Ires alle imprese dal 24% al 20%, 

Il governo ha definito “extraprofitti” l’incremento dei guadagni delle banche conseguente all’aumento dei tassi di interesse imposto dalla BCE  per affrontare l’inflazione: il costo del denaro e di conseguenza gli interessi dei mutui e dei prestiti sono aumentati, perciò le banche italiane hanno registrato un aumento dei margini d’interesse superiore al 50% rispetto all’anno precedente. 

Questo profitto viene considerato “extra” perché non corrisponde a un parallelo aumento dei rendimenti sui conti correnti, che negli ultimi dieci anni erano scesi a zero per i tassi negativi. Bisogna precisare, però, che non c’è un rapporto direttamente proporzionale tra tassi d’interesse e rendimenti dei normali conti correnti che, di per sé, non sono strumenti d’investimento.

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Per stabilire questo ulteriore contributo volontarioa il governo deve assumere una determinazione di carattere legislativo che, al momento, non c’è.

La reazione del settore bancario, colto di sorpresa anche stavolta,  rispetto all’ipotesi di un ulteriore contributo volontario teso a ridurre i costi dell’Ires è fredda: “Non ci sono testi giuridici o emendamenti”, taglia corto il presidente dell’Abi.

Antonio Patuelli, Presidente ABI (Rainews)

Ma sui testi la maggioranza è al lavoro proprio in queste ore: in una riunione al Mef, il ministro dei rapporti con il parlamento Luca Ciriani, i sottosegretari Federico Freni e Lucia Albano, e i relatori della manovra provano a tradurre, assieme agli uffici legislativi, le decisioni prese dal vertice dei leader, che planeranno come emendamenti governo-relatori entro giovedì alle 12 sul tavolo della commissione bilancio alla camera. Sul nuovo round di sacrifici per le banche fratelli d’Italia non ha dubbi: “non mi sembra che questo governo non abbia tenuto conto del ruolo delle banche e del loro valore sociale. Potrebbe esserci un piccolo sacrificio rispetto all’importante successo che invece hanno avuto nell’ultimo periodo, certificato anche dalle agenzie di rating”, spiega il presidente della commissione finanze della camera e responsabile economia di Fdi, Marco Osnato

Più cauta Forza Italia: “dobbiamo leggere il testo sulle condizioni inserite dal Mef sul punto. Prendiamo atto che apparirebbe una cifra modesta, sul principio personalmente non sono d’accordo come non eravamo d’accordo anche in passato”, chiarisce il capogruppo di Fi alla camera, Paolo Barelli. Sull’Ires, una norma tutta da scrivere anche sul capitolo coperture, l’idea sarebbe procedere con un taglio sostanzioso per le imprese che trattengono gli utili in azienda e ne reinvestono una parte, o erogano welfare, o assumono. Ma non à detto che sia un beneficio per tutte: molto dipende dove si fermerà l’asticella della quota di utili da trattenere, perché se sarà molto elevata taglierà fuori le quotate, che gli utili li devono distribuire. 

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Giulio Centemero

Giulio Centemero (Ansa)

Potrebbero poi esserci anche vincoli stringenti sull’occupazione, che ridurrebbero ulteriormente la platea. A quel punto la misura potrebbe diventare ancora meno onerosa per lo stato. Tra le altre modifiche alla manovra, in via di definizione, c’é lo stralcio della norma sui revisori del Mef. “Le società che percepiscono un finanziamento pubblico hanno già dei revisori dei conti iscritti all’albo” per cui “non c’era nessuna necessità di aggiungere o appesantire con un revisore dei conti di stato. Non c’è più quella ipotesi”, spiega Barelli. Cambierà – oltre alla web tax che resterà solo per i grandi – anche la tassa sulle criptovalute: “nessuna stangata grazie all’impegno e al lavoro della lega”, fanno sapere Freni e il deputato Giulio Centemero, che fin dall’inizio si sono spesi per correggere l’aumento dal 26% al 42% dell’aliquota sulle plusvalenze realizzate con il rimborso o la cessione di cripto-attività. Il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi, plaude alle modifiche, care al suo partito e approvate dal vertice di maggioranza, tra cui l’aumento delle detrazioni scolastiche, il contributo alle scuole paritarie per il sostegno agli studenti con disabilità, la flat tax al 5% sugli straordinari degli infermieri e la partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa. Forza Italia invece ritira quello che proroga di un anno la sugar tax. 

Tra le misure in discussione al Mef anche una diversa tassazione degli utili da criptovalute e gli straordinari degli infermieri tassati al 5%”

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