Le pensioni aumenteranno nel 2025?

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Per le minime l’aumento delle pensioni previsto è di appena 2 euro, ma dalla Legge di Bilancio 2025 potrebbero arrivare delle novità

Pensioni, sono in arrivo novità interessanti sugli aumenti per il 2025?

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Per il prossimo anno, gli assegni aumenteranno dello 0,8 per cento, con la rivalutazione che tornerà ad essere piena.

Le pensioni minime come previsto dal DDL Bilancio subiranno un ulteriore aumento del 2,2 per cento, ma che tradotto significa per i pensionati poco meno di 2 euro in più al mese.

Pensioni, novità in arrivo nel 2025: torna la rivalutazione piena degli assegni

Nel 2025 ci saranno diverse novità in arrivo per le pensioni.

Il disegno di Legge di Bilancio, attualmente all’esame della Camera, prevede una serie di interventi a partire dalla conferma anche per il prossimo anno degli strumenti per il pensionamento anticipato: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale.

Misure che saranno confermate con gli stessi requisiti restrittivi, già in vigore nel 2024.

A cambiare il prossimo anno sarà invece il meccanismo di indicizzazione degli assegni per l’adeguamento all’inflazione. Si tratta della rivalutazione (perequazione automatica) che viene effettuata ogni anno per adeguare gli importi degli assegni pensionistici all’inflazione.

Come previsto dal DDL Bilancio 2025 non ci saranno tagli come invece accaduto nei due anni passati.

La rivalutazione annuale, infatti, tornerà ad essere piena e, a meno di cambiamenti inseriti all’ultimo nel testo, dovrebbe ricominciare a seguire il vecchio sistema previsto dalla legge n. 388/2000 organizzato su tre fasce di reddito:

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  • 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90 per cento per quelli fino a 5 volte il minimo;
  • 75 per cento per quelli superiori a 6 volte il minimo.

Di conseguenza, sarà abbandonato il meccanismo a 6 fasce in vigore nel 2023 e nel 2024 che ha previsto una rivalutazione minore al crescere dell’assegno pensionistico come indicato nella tabella.

Fasce trattamenti complessivi Percentuale indice perequazione da attribuire Aumento del Importo
Fino a 4 volte il trattamento minimo (TM) 100 5,4 per cento fino a 2.271,76
Fino a 5 volte il TM 85 4,5 per cento da 2.271,77 e fino a 2.839,70
Fino a 6 volte il TM 53 2,8 per cento da 2.839,71 e fino a 3.407,64
Fino a 8 volte il TM 47 2,5 per cento da 3.407,65 e fino a 4.543,52
Fino a 10 volte il TM 37 1,9 per cento da 4.543,53 e fino a 5.679,40
Oltre 10 volte il TM 22 1,1 per cento oltre 5.679,40

Non ci sarà quindi alcuna penalizzazione per gli assegni oltre 4 volte il minimo INPS.

Come previsto dal decreto MEF pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 novembre 2024 la rivalutazione per il 2025 sarà pari allo 0,8 per cento.

Le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo pertanto riceveranno un aumento corrispondente al 100 per cento e dunque all’intera quota dello 0,8 per cento. Quelle di importo superiore avranno invece un incremento ridotto secondo le percentuali indicate in precedenza.

Fasce trattamenti complessivi Percentuale indice perequazione da attribuire Aumento del
Fino a 4 volte il trattamento minimo (TM) 100 0,8 per cento
Tra 4 e 5 volte il TM 90 0,72 per cento
Oltre 6 volte il TM 75 0,6 per cento

Il decreto conferma anche la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2023, pari al +5,4 per cento dal 1° gennaio 2024. Il prossimo gennaio non ci saranno quindi conguagli di adeguamento poiché il dato definitivo coincide con la stima.

Pensioni, ultime novità sulle minime: gli aumenti nel 2025

Nel 2025 ci sarà anche l’aumento per le pensioni minime, sebbene molto meno corposo di quanto previsto inizialmente.

Oltre alla rivalutazione annuale, infatti, i pensionati e le pensionate che ricevono il trattamento minimo dell’INPS riceveranno anche l’ulteriore aumento introdotto nel 2023 per contrastare l’inflazione, il quale però non sarà pari al 2,7 per cento come per il 2024 ma al 2,2 per cento. Percentuale che nel 2026 scenderà ulteriormente all’1,3 per cento.

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La conferma arriva dal disegno della Legge di Bilancio per il prossimo anno, per un aumento di circa 2 euro mensili.

In assenza di questa previsione normativa, sembra incredibile ma è vero, i pensionati si sarebbero trovati di fronte ad una diminuzione dell’importo minimo nel 2025.

Questo perché le pensioni minime partono da 598,61 euro e tenendo quindi conto del solo adeguamento all’inflazione dello 0,8 per cento (senza ulteriore rivalutazione), il valore dell’assegno sarebbe stato pari a 603 euro.

Attualmente invece il minimo INPS è di circa 614 euro (considerando l’aumento del 2,7 per cento) e con la rivalutazione si attesterà sui 616 euro mensili, ancora meno dei circa 625 prospettati e ben lontani dai 1.000 euro obiettivo di punta di alcuni partiti dell’attuale maggioranza parlamentare.

La discussione, molto accesa, si è spostata ora in Parlamento nel corso dell’iter del testo. Tra gli emendamenti presentati c’è anche la proposta di portare le pensioni minime a 623 euro mensili, riproponendo quindi la rivalutazione del 2,7 per cento in vigore nel 2024.

Ad ogni modo molto dipenderà dalle effettive risorse economiche a disposizione. Solo con l’ufficialità della Manovra 2025 pensionati e pensione potranno conoscere l’effettivo importo della pensione minima per il 2025. La partita dunque è ancora aperta.

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