La Lazio sfiora il vantaggio con la traversa di Dele Bashiru, il Napoli risponde con il palo esterno di Anguissa. Poi Isaksen inventa il mancino vincente: Atalanta in vetta almeno una settimana
napoli La scena è cambiata, la partita è anche diversa, ma il risultato resta lo stesso. Titolari o riserve, il Napoli incassa la seconda sconfitta dalla Lazio nel giro di quattro giorni. Il gol partita lo firma Isaksen a dieci minuti dalla fine con un sinistro a giro da fuori e la complicità di Olivera che è sulla traiettoria e si lascia beffare.
Dopo due mesi, la squadra di Conte perde la vetta, cede lo scettro all’Atalanta (che pure l’aveva battuta al Maradona) e forse recrimina di aver lasciato troppo in fretta la Coppa Italia. Eppure, la domanda è legittima: i titolarissimi all’Olimpico avrebbero fatto diversamente? La gara è intensa ed equilibrata ma la Lazio è spietata, energica e convinta, vince senza la profondità della manovra, ma con la voglia e la determinazione. Con il colpo da biliardo del danese, e ancora una volta Noslin (entrato poco prima del gol) diventa una condanna, con l’assist vincente.
Conte non è troppo amareggiato, resta sulla linea del percorso di crescita: «Bisogna migliorare perché arriviamo tante volte lì ma manca ultimo passaggio e non è prima volta. Non sono dispiaciuto della prestazione, hanno dato tutto con grande spirito, impegno, aggressività contro sicuramente una buona squadra che non è una meteora. Gli inciampi sono inevitabili, probabilmente ne avremo altri, ma ho visto squadra mai doma con pallino del gioco, ma bisogna essere più qualitativi negli ultimi 30 metri».
Eppure, il tiro a botta sicura di McTominay al terzo minuto appare come il biglietto da visita del Napoli «vero» che si presenta con l’intenzione di raccontare una partita diversa. Il piano salta. Il problema resta l’attacco asfittico: la squadra crea, produce gioco ma non affonda. Lukaku nell’area piccola non si è quasi mai visto (fischi per lui), Kvara si sbatte tanto ma alla fine perde consistenza. Provedel però deve industriarsi per evitare il vantaggio pronti via dello scozzese, che sembra in vena e si ripresenta davanti a lui, stavolta di testa, ma commette fallo e l’occasione muore.
Rispetto a giovedì scorso Conte ha riproposto i suoi fedelissimi undici, Baroni pure ne ha cambiati nove: schiera una squadra a trazione offensiva (Tavares non dà tregua a Politano), sconta l’assenza di Rovella, squalificato, in mezzo al campo ma non fatica a trovare la bussola. Al Maradona prova ad imporsi come sa, con furia agonistica e intraprendenza. Tiene palla e la gioca, l’iniziativa del Napoli, in versione più timida del solito, sta nell’andare a spezzare i passaggi e colpire di contropiede. La perla di fine primo tempo è la punizione di Kvaratskhelia da 25 metri che scheggia il palo.
L’intervallo rompe anche il nervosismo tra due squadre con personalità forti che si fronteggiano con intraprendenza ma senza perdere il giudizio e la cautela. Devono però inventarsi un’idea o una giocata per rompere l’inerzia della gara, per infrangere l’organizzazione difensiva che è nel dna di entrambe. Ed è così che a inizio ripresa un tiro da fuori di Dele-Bashiru si stampa sulla traversa e mette alla prova le coronarie dei tifosi del Napoli, numerosi e rumorosi sugli spalti nonostante la pioggia non dia un attimo di tregua.
La Lazio insiste e l’ingresso di Noslin che gira palla per Isaksen diventa la tegola. Nessun dramma, ufficialmente. «Stiamo lavorando tanto su questo percorso, c’è ancora da fare e continuiamo», chiude così l’allenatore del Napoli.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link