Ministro Matteo Salvini, ieri Roma e le altre città italiane hanno vissuto una giornata di caos totale per lo sciopero. Tra pochi giorni nella Capitale si aprirà il Giubileo che porterà oltre 30 milioni di pellegrini. Dobbiamo temere le stesse scene anche durante l’Anno Santo?
«Dal 17 dicembre 2024, per un anno, su tutto il territorio nazionale abbiamo condiviso un percorso per cui non assisteremo più agli scioperi selvaggi. Tra le novità, saranno impedite, dalle nuove franchigie, le mobilitazioni durante i periodi festivi più intensi. E proprio durante il Giubileo ci saranno particolari protezioni per alcune città e regioni a partire da Roma e dal Lazio. È un’altra prova di determinazione e concretezza».
Intanto ieri a Torino accanto ai disagi si sono verificate anche violenze. Perché non si è riusciti a trovare un accordo con i sindacati e rinviare lo sciopero?
«Per due motivi. Da una parte ci sono sindacati irresponsabili che utilizzano l’ennesimo venerdì per allungarsi il weekend a danno del Paese; dall’altra un giudice del Tar ha cancellato la precettazione che avrebbe ridotto le ore di mobilitazione. Risultato?»
Qual è?
«Violenze, città in tilt, disservizi, code con relativo inquinamento. Maurizio Landini dovrebbe scusarsi: le sue parole sulla rivolta sociale sono il paravento per chi, adesso, insulta e aggredisce anche donne e uomini delle forze dell’ordine. La Cgil pare essersene dimenticata, ma sono lavoratori anche loro. Peraltro, alcuni mi fanno notare che gli ingorghi sono così dannosi che si potrebbe parlare di danno ambientale».
In Italia si sciopera un weekend sì e uno no. Crede che il sindacato debba avere un atteggiamento diverso?
«Io sono disponibile. Ci sono alcune organizzazioni, penso a Cisl o Ugl, particolarmente concrete e responsabili. Landini invece preferisce fare politica sulla pelle dell’Italia: ha proclamato lo sciopero generale contro la manovra ancora prima di conoscerla. In due anni di governo sono stati annunciati più di 1.300 scioperi, quasi due al giorno. È inaccettabile. La Cgil fa la dura contro il centrodestra ma è timida, per esempio, contro le scelte anti-italiane di Stellantis. Non mi rassegno: la mia porta è sempre aperta».
Servirebbe un rapporto più collaborativo con il sindacato?
«Io i sindacati li ho ascoltati più volte e sono collaborativo, ma bisogna essere tutti d’accordo per sedersi a un tavolo. Peraltro, grazie anche al Mit siamo riusciti a fare passi in avanti a proposito del rinnovo dei contratti del trasporto pubblico locale di cui beneficeranno 110mila lavoratori. In passato, Landini ha ammesso di aver firmato contratti da 5 euro: davvero è sorprendente la sua animosità contro un governo che sta aumentando – ben più di 5 euro – stipendi e pensioni».
Il Tar ha bocciato la sua ordinanza per limitare lo sciopero. Va cambiata la legge che regola gli scioperi?
«È necessario ragionare e valutare cambiamenti, perché ormai saremmo sorpresi se la Cgil annunciasse un venerdì di lavoro».
La protesta è stata indetta da un sindaco autonomo, minoritario rispetto ai confederali.
«Gli scioperi non hanno mai coinvolto grandi fette di lavoratori, nonostante le dichiarazioni di Landini. Ma se un cittadino sa di poter incappare in disagi si rifugia nei mezzi privati. Il vero problema è questo, lo abbiamo visto anche nelle ultime ore».
Appunto i cittadini: sono imbufaliti per lo sciopero, ma anche per la qualità del trasporto locale.
«Per questo siamo a un passo dall’accordo per il nuovo contratto per il comparto. Il 18 è in agenda un altro incontro al Mit. Eppure, alcuni sindacati hanno preferito scendere in piazza con le bandiere palestinesi e le bandiere rosse scatenando il caos».
Intanto l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, si è dimesso senza lesinare polemiche. Chi sarà il suo successore?
«Qualcuno che dovrà avere un approccio ben diverso da chi ha scelto di inviare 3 milioni di lettere intimidatorie sotto Natale».
Lunedì la maggioranza dovrebbe porre la fiducia sulla manovra. È soddisfatto?
«Per filosofia, si può sempre fare di meglio ma sono soddisfatto in particolare per gli aumenti di pensioni e stipendi, per il rafforzamento della flat tax, per il turnover delle forze dell’ordine, per il taglio dell’Ires».
Dopo le precisazioni della Consulta e il via libera al Referendum lei ha annunciato dei correttivi. Quali saranno?
«Ci sta lavorando il ministro Calderoli. Ricordo che siamo di fronte a una riforma promessa in campagna elettorale e che consentirà ai territori che ne fanno richiesta di gestire alcune competenze. Non verrà tolto nulla a nessuno: è una straordinaria occasione per rendere più efficiente il Paese».
Restando ai territori, in molte periferie crescono le tensioni.
«In troppe grandi città l’immigrazione sregolata sta dando frutti avvelenati: violenza, illegalità, odio per le forze dell’ordine. È necessario intervenire: il governo è pronto a fare la sua parte ma è fondamentale il ruolo dei sindaci. Troppi primi cittadini timidi o silenziosi non aiutano. E da Milano a Torino, da Roma a Bologna, troppi cittadini hanno ragione a non essere totalmente sereni.
Un’ultima domanda: che cosa si sente di dire ai cittadini dopo il caos di oggi?
«Tra una settimana sarò a Palermo per l’udienza in cui potrei essere condannato a sei anni per aver difeso i confini dell’Italia. Lo ricordo per rassicurare i cittadini: non c’è polemica, insulto, processo o tribunale che può fermare il buonsenso della Lega. Agli italiani dico: non molleremo mai, perché siamo determinati a cambiare il Paese».
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