L’esperienza di Bayrou è l’ultimo asso nella manica di Macron per dare stabilità alla Francia

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato un nuovo primo ministro dopo la mozione di sfiducia nei confronti di Michel Barnier, che si è dimesso la settimana scorsa. Si tratta di François Bayrou, leader del partito MoDem e storico alleato del presidente: ora avrà il compito di provare a formare un nuovo governo. La decisione è stata presa ieri mattina dopo un lungo colloquio all’Eliseo. Un incontro che secondo Le Monde è stato molto teso e che a un certo punto ha visto diminuire sensibilmente le quotazioni di Bayrou, prima dell’annuncio ufficiale arrivato poco prima delle 13. Si tratta del quarto capo di governo dalla rielezione del Presidente francese nell’aprile 2022.

Attuale sindaco di Pau, comune del sudovest della Francia, Bayrou è molto noto nella politica francese e vanta un lungo curriculum come deputato, con una parentesi da eurodeputato a Bruxelles tra il 1999 e il 2002. È stato ministro dell’Istruzione negli anni Novanta nel governo di Édouard Balladur, e ministro della Giustizia per un breve periodo nel 2017, subito dopo l’elezione di Macron – incarico che è stato costretto a lasciare dopo un mese a causa di un’indagine per appropriazione indebita di fondi europei destinati agli assistenti degli europarlamentari e utilizzati, secondo l’accusa, per pagare i dipendenti del suo partito. Nell’autunno del 2023 Bayrou è stato assolto ma la procura ha presentato ricorso contro la sentenza. Non è ancora stata fissata la data del processo d’appello.

La sfida che aspetta il nuovo inquilino di Matignon (la residenza ufficiale dei primi ministri francesi) sarà quella di costruire una maggioranza relativamente stabile nell’Assemblea nazionale, per evitare la stessa sorte toccata al suo predecessore Barnier. Un’impresa non facile vista la composizione del Parlamento francese. Bayrou potrà contare sull’appoggio di MoDem, di Ensemble e del gruppo Horizons. Il problema è che attualmente il Parlamento è diviso in tre blocchi simili, senza una maggioranza definita, con il Nuovo fronte popolare a sinistra – formato da numerosi partiti tra cui La France Insoumise, Socialisti e Verdi – con centovantatré deputati e il Rassemblement National di Le Pen all’estrema destra con centoquarantatré. In mezzo il blocco dei moderati con centosessantacinque deputati.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Barnier ha guidato per pochi mesi un governo di minoranza costretto a ricorrere ogni volta all’appoggio esterno di altri partiti. La nota bravura di Bayrou nel costruire ponti sarà cruciale per cercare i voti che tengano in piedi il nuovo governo. E probabilmente è stata proprio la sua capacità di dialogo con le altre forze politiche ad aver convinto il presidente francese. Macron spera che l’esperienza politica del neo primo ministro e i suoi rapporti relativamente buoni con le diverse fazioni possano portare la Francia fuori dall’impasse di questi mesi.

Sarà una sfida molto complessa per il neo primo ministro ma chi lo conosce è convinto che sia l’uomo giusto per la Francia in questo momento. Come Sandro Gozi, eurodeputato e Segretario generale del Partito democratico europeo di cui Bayrou è presidente e fondatore: «Una scelta saggia da parte del presidente Macron. Nella sua lunga carriera politica, François Bayrou ha dimostrato di essere un uomo del dialogo, dell’equilibrio e della visione. Con il suo impegno costante nel costruire ponti tra le diverse forze politiche incarna il ruolo cruciale rappresentato dalle forze centrali in un panorama sempre più polarizzato».

Bisognerà però trovare subito una quadra sulla legge di bilancio in un momento particolarmente delicato dal punto di vista economico per la Francia. Se anche Bayrou riuscisse a convincere i Repubblicani della destra più moderata (che però non dimenticano lo sgambetto del sindaco di Pau a Nicolas Sarkozy nel 2012) avrà bisogno anche dell’appoggio di altri deputati. Niente veti da parte dei partiti ma condizioni chiare spesso inconciliabili tra loro. Il Rassemblement National di Le Pen e Jordan Bardella ha parlato di «linee rosse» sul bilancio che non andranno superate, soprattutto su pensioni e rimborsi sui farmaci. Socialisti e Verdi hanno detto che non presenteranno una mozione di sfiducia a patto che il nuovo primo ministro non si avvalga dell’utilizzo dell’articolo 49 comma 3 della Costituzione, quello che consente di approvare un testo di legge in materia finanziaria senza passare da una votazione parlamentare, a cui aveva fatto ricorso Barnier. La France Insoumise ha invece annunciato che presenterà una mozione di sfiducia.

La strada sembra in salita, ma secondo Gozi ci sono tre aspetti fondamentali da tenere in considerazione: «In primis l’autonomia di Bayrou che è legata alla sua lunga esperienza e che gli consentirà di essere molto credibile nel momento in cui cercherà il dialogo con le altre forze politiche a cominciare dalla legge di bilancio». Ma non solo. «È molto conosciuto dai francesi pur non essendo parigino e il suo legame con la provincia gli dà anche la possibilità di lavorare per la riconciliazione della società francese che oggi è molto divisa. Risulta inoltre molto credibile per i mercati essendo stato da sempre contrario al debito pubblico e questo rassicura anche Bruxelles. Insomma ha le qualità richieste per un’impresa molto difficile che comincia con un dialogo innanzitutto con socialisti e ecologisti sulla legge di bilancio», conclude Gozi.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Source link