Non si chiamano voti che richiamerebbero il paternalismo delle pagelle scolastiche, non si chiamano punti che ricorderebbero quelli punitivi della patente, si chiamano crediti per evocare qualcosa di monetario da avere o da riscuotere…ma non c’è niente da riscuotere è il solito imbroglietto lessicale di quelle persone che si vergognano di quello che fanno e quindi barano con le parole perché in realtà sono dei voti che, se non li hai, non puoi lavorare.
È la “patente a crediti” inventata per le imprese e lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei. Cioè per le piccole e piccolissime imprese che non hanno rappresentanza politica e sindacale. Per costoro (ma è solo l’inizio di una ben più larga applicazione) si ribadisce un concetto già espresso un po’ velatamente nella legge 81 del 2008 e cioè, detta grossolanamente, che il datore di lavoro è responsabile dei sinistri occorsi ai suoi dipendenti per omissione di sufficiente prevenzione; responsabilità prevista automaticamente fin d’ora ed ex lege. Idraulici e falegnami, decoratori e carpentieri sono avvisati: se e quando un loro dipendente dovesse prendere una storta sarà sua la responsabilità che qui diventa penale; e dovrà dimostrare che lui ha fatto il possibile per evitarlo (cosa impossibile) o che il lavoratore si è volutamente o falsamente azzoppato per estorcere un vantaggio per se (altra cosa impossibile). Cioè assieme a muratori e fabbri serve assoldare un buon avvocato esperto di queste cose perché prima o poi ti servirà. Ma che non ti eviterà la chiusura dell’azienda.
Dove sono questi avvocati esperti che ti possano seguire in questa nuova serie di obbligazioni ed adempimenti burocratici se operi in Calabria o Molise o Abruzzo o Lucania o Campania o Capitanata o Umbria o una qualunque località montana (cioè in tre quarti d’Italia ormai in via di spopolamento)? E come si fa a capire che quell’esperto lo è veramente visto che una sua omissione comporta una TUA responsabilità? Oppure questa nuova normativa approfondirà la differenza tra le due Italie? In questo il Sud è sicuramente spacciato e saranno le sue imprese ad essere accusate di omissione, evasione, ecc. ecc.
Naturalmente speriamo di non aver ben compreso il disposto delle leggi in questione ma se è così come l’abbiamo capita conviene non attendere che altri ti chiudano l’impresa o ti incarcerino… serve farlo subito; o andare a lavorare all’estero.
Visto che c’era, il legislatore è andato oltre coinvolgendo il committente nella verifica della esistenza di questa patente e dei relativi crediti, pena ulteriori pene. Cioè massaie e pensionati dovranno conoscere questi loro obblighi e le loro variazioni prima di chiamare un idraulico.
La legge sulla quale si fonda questa patente è quella sulla sicurezza sul lavoro di quasi due decenni fa che non ha ridotto i sinistri e quindi è ampiamente fallita e andrebbe immediatamente rifatta dalle fondamenta. Inoltre si tratta di normative ampiamente incostituzionali redatte nella pressante necessità di fermare gli incidenti sul lavoro. Questa fretta è stata una pessima consigliera e si sono persi preziosi anni e subìto migliaia di incidenti per causa della sua inadeguatezza.
La politica anziché pensare a forme evolute di gestione del fenomeno si rifugia nell’autoritarismo populista di destra e di sinistra dell’aggravio delle pene e della ricerca ad ogni casto di un responsabile cui addebitare ogni responsabilità che così diviene oggettiva e quindi fuori da ogni legalità.
Ma per arrivare a questi livelli serve anche una profonda ignoranza dell’economia e cioè un disconoscimento totale del ruolo fondante economico e sociale della piccola e micro impresa non solo nella formazione del Pil e del gettito erariale, non solo nel sostegno della grande impresa e grande banca che trovano in esse il principale mercato, non solo nell’occupare fasce di popolazione diversamente escluse dalla società ma anche nello sforzo di integrare nella nostra società e nella nostra economia milioni di extracomunitari ancora incapaci di leggere e parlare la nostra lingua.
Oppure nelle segrete stanze si sta preparando un prossimo passo che potrebbe essere la progressiva sostituzione dell’Inail con assicurazioni private?????
Alle imprese consigliamo di attendere qualche settimana ancora dopo di che chiudete le vostre imprese perché prima o poi dovrete farlo con spese enormi ed imprevedibili che vi costringeranno a vendere casa.
Alle associazioni datoriali diciamo di dare un filo di speranza ai loro associati opponendosi non solo a questa “patente” ma all’intero impianto della normazione del settore.
All’intera società che é stata presa per i capelli e coinvolta in questa normazione diciamo di essere solidale con le imprese -ovviamente piccole- già falcidiate da decenni di politiche a dir poco miopi perché sono le uniche che possono dar lavoro ai nostri figli che saranno -come già sono- insultati nella loro genuina voglia di lavoro dal tecnologismo dominante.
La lotta delle piccole imprese per la propria sopravvivenza è vitale per tutti, indistintamente, ed è la linea del Piave della nostra civiltà che non deve cadere sotto i bombardamenti delle burocrazie romane ispirate da chissà quale interesse.
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