COSENZA In vista del derby di serie B tra Cosenza e Catanzaro, in programma il prossimo 26 dicembre, il Casms (Comitato di Analisi sulla Sicurezza nelle Manifestazioni Sportive) ha preso una posizione decisa per garantire la sicurezza durante la partita. In una comunicazione inviata alle prefetture e alle questure di Catanzaro e Cosenza, il Casms ha raccomandato il divieto di vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Catanzaro, una misura che risponde agli incidenti avvenuti in occasione dell’ultimo incontro tra le due squadre, disputato lo scorso marzo. Dunque a meno di un anno – era precisamente il 3 marzo – dagli scontri post derby nei pressi dello svincolo autostradale di Cosenza Nord, (senza dimenticare il numero di tifosi del Catanzaro presenti a Cosenza, nettamente superiore agli 800 previsti, che ha messo in luce numerose carenze organizzative), la partita più sentita in Calabria torna e, ovviamente, fa discutere ancora. Nove mesi fa nel centro commerciale di Quattromiglia di Rende, intorno a un McDonald’s pieno zeppo di bambini e famiglie, si scatenò un vero e proprio inferno, secondo la Questura di Cosenza provocato da un nutrito numero di tifosi giallorossi. Dalla parte opposta si parlò invece di provocazione da parte di alcuni sostenitori cosentini.
Quella vicenda aveva scatenato tra le più disparate reazioni politiche, con i due sindaci Franz Caruso e Nicola Fiorita in prima fila. «Più di una cosa non ha funzionato – aveva detto il primo cittadino di Cosenza – sarebbe ad esempio il caso di valutare attentamente se i numeri della tifoseria ospite corrispondevano effettivamente agli ottocento posti assegnati o non siano andati ben oltre il consentito». «Nessuna intenzione di giustificare alcuno – aveva affermato invece Fiorita – se ci sono state reazioni incontrollate e violente vanno perseguite, ma la correttezza della nostra tifoseria è fuori discussione». In quei giorni Fiorita criticò anche la versione dei fatti, considerata di parte, di buona parte della stampa cosentina, chiedendo poi una sede distaccata a Catanzaro della Rai calabrese. «La Calabria – aveva scritto in quella circostanza il sindaco in una lettera inviata alla presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai Barbara Floridia– presenta una vistosa anomalia poiché la sede Rai non coincide, così come in tutte le altre Regioni ad eccezione dell’Abruzzo, con il capoluogo». E poi ancora: «Non voglio riaprire le polemiche che sono seguite agli incidenti del dopo partita Cosenza-Catanzaro ma devo dirle che questa vicenda ha accentuato nella nostra cittadinanza la percezione di una parzialità, magari non voluta o studiata scientificamente, nell’approccio mediatico con la città».
Tifosi giallorossi al “San Vito-Marulla”, dichiarazioni e polemiche politiche
Con il riavvicinarsi del cosiddetto “derby di Calabria”, la politica negli ultimi giorni era scesa nuovamente in campo per discutere sull’opportunità di far arrivare nella città dei bruzi i sostenitori giallorossi. Il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Gianmichele Bosco, si era espresso a favore di una politica di apertura, rifiutando ogni forma di restrizione per i tifosi catanzarese. «Il calcio deve essere un’occasione di vivacità e inclusione», aveva affermato Bosco, criticando le misure di limitazione del tifo che, a suo dire, rischiano di impoverire un evento che, se vissuto pacificamente, rappresenta un’occasione per rafforzare i legami tra le due città. Secondo Bosco, il derby è una tradizione fondamentale per la Calabria, che non deve essere ostacolata da misure restrittive, ma deve essere organizzata in modo tale da garantire un ambiente sereno e sicuro per tutti. Di tutt’altro tono, invece, le parole del cosentino Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Sono certo – aveva dichiarato – che le autorità vieteranno la trasferta per il derby Cosenza-Catanzaro del 26 dicembre e la stessa cosa accadrà al ritorno. Lo dico con dolore, da calabrese, da tifoso del Cosenza che ama Catanzaro e tutta la Calabria. Quanto accaduto lo scorso marzo purtroppo non lascia spazio ad altre soluzioni. La stragrande maggioranza dei tifosi delle due città sono persone perbene ma purtroppo una esigua minoranza di entrambe le parti ha trasformato una normale rivalità calcistica in una sorta di guerra. Allora è meglio che i tifosi ospiti vedano la partita in tv sperando che presto si arrivi a capire che il calcio è un luogo ludico. Si tratta di scelte dolorose ma inevitabili che devono tutelare la sicurezza e anche le forze dell’ordine che non possono essere esposte a fatti come quelli dello scorso marzo. Sono certo che nel prossimo futuro ci saranno le condizioni per tornare a una rivalità corretta e pacifica nel nome di due città civili». Parole, queste, che avevano scatenato la dura reazione dei consiglieri comunali di Catanzaro Gregorio Buccolieri, Vincenzo Capellupo, Alberto Carpino, Giovanni Costa, Gianni Parisi, Eugenio Riccio e Francesco Scarpino i quali avevano accusato Antoniozzi di essersi lasciato andare a dichiarazioni fuori luogo e prive di verità. Dichiarazioni che «ci lasciano profondamente sbigottiti. Antoniozzi si è detto certo che le autorità vieteranno la presenza dei tifosi catanzaresi al match del 26 dicembre, utilizzando un asfittico linguaggio dal sapore “politichese”. Non comprendiamo il motivo per cui il vice capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa debba, con tentativi subdoli, influenzare le scelte degli organi tecnici del Ministero dell’Interno, come il Casm e l’Onms, a proposito degli episodi accaduti a Cosenza lo scorso marzo». «Per onestà intellettuale – avevano aggiunto i consiglieri – è opportuno ricordare che in quel derby i tifosi del Catanzaro sono stati oggetto di aggressione, sia all’interno del settore ospiti dello stadio “San Vito” sia in fase di deflusso laddove, come peraltro acclarato anche da inequivocabili immagini, è stato perpetrato un vero e proprio agguato ai sostenitori ospiti nei pressi dell’ormai noto McDonald’s. Pertanto, ci appelliamo agli organi istituzionali competenti affinché venga fatta una corretta analisi della situazione, garantendo che il derby di Calabria si giochi con entrambe le tifoserie sugli spalti, perché il calcio è anche fatto di sano antagonismo. Non possiamo permettere che si alimentino giochi politici che non hanno nulla a che vedere con lo sport».
L’appello degli “Ultrà Cosenza United” e l’attesa per la decisione del prefetto
In mezzo a questo botta e risposta politico e partigiano, c’è da registrare anche l’apertura del gruppo “Ultrà Cosenza United” che, tramite un post social, nei giorni scorsi aveva scritto una lettera a tutti i sostenitori cosentini esprimendo la volontà di vedere i tifosi catanzaresi sugli spalti del “San Vito-Marulla” il prossimo 26 dicembre. «Cari ultrà – avevano sottolineato – il momento tanto atteso è finalmente arrivato: il derby tra Cosenza e Catanzaro si avvicina e noi, come Ultrà Cosenza United, vogliamo esprimere il nostro fervente desiderio di vivere questa partita in tutto il suo splendore. Siamo pronti a sostenere la nostra squadra con passione e orgoglio, e vogliamo i nostri avversari al nostro fianco, sugli spalti, per rendere questa sfida ancora più emozionante. Il derby è un momento di rivalità, ma anche di sportività e rispetto. È l’occasione per dimostrare che il calcio è fatto di emozioni, di colori e di tifo. Siamo fermamente contrari a qualsiasi restrizione che possa limitare la presenza dei tifosi, sia da una parte che dall’altra. Vogliamo che ogni appassionato possa vivere questa esperienza, senza barriere, per rendere il nostro stadio un vero e proprio teatro di emozioni. Facciamo sentire la nostra voce. Uniamo le forze per chiedere che tutti possano essere presenti, per rendere omaggio a una tradizione che ci unisce e ci distingue. Insieme, possiamo fare la differenza. Forza Cosenza. Facciamo sentire il nostro amore per la squadra e per il nostro derby».
Ora, dopo la raccomandazione del Casms, la decisione finale sulla presenza dei tifosi giallorossi provenienti dalla provincia di Catanzaro sarà comunque presa dal prefetto di Cosenza. (fra.vel.)
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