Milano, 14 dicembre 2024 – Natale e Capodanno a letto con l’influenza? Speriamo proprio di no. Ma stando al virologo Fabrizio Pregliasco, quest’anno il virus prenderà il decollo proprio sotto le feste, anche se il picco sarà a gennaio. Ecco tutto più nel dettaglio.
Il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università Statale di Milano ha spiegato all’Adnkronos che “se la curva sale a rilento, con una spinta decisamente inferiore rispetto all’anno scorso, è perché da un lato “sicuramente la presenza del virus A/H3N2, la cosiddetta nuova variante ‘australiana’, ancora non si sta vedendo più di tanto sul nostro territorio. Prevale il ‘vecchio’ A/H1N1″, ben noto al sistema immunitario della maggioranza degli italiani (fatta eccezione per i bimbi molto piccoli) e “gira qualche virus B, meno pesante degli A”. Dall’altro lato, sul fronte meteo “ancora non si è visto un freddo intenso prolungato, la classica condizione ‘trigger’ dell’influenza stagionale, quella vera”.
L’influenza australiana è una malattia infettiva causata da virus dell’influenza A/H3N2, che si manifesta con sintomi che includono principalmente una sensazione di malessere generale, febbre alta, tosse secca e mal di gola, ma che può portare a complicazioni, come polmoniti, bronchiti, infezioni dell’orecchio e, nei casi più gravi, altre serie complicanze, come meningiti ed encefaliti. Il virus dell’influenza A sottotipo H3N2 è infatti noto per essere uno dei virus influenzali che causa malattie respiratorie altamente contagiose ma che, più frequentemente, sono associate a manifestazioni neurologiche. I bambini manifestano spesso importanti sintomi gastro-intestinali, come nausea, vomito, mal di pancia e diarrea. La febbre è il sintomo più evidente, che aumenta rapidamente nelle prime 12 ore, può superare i 38 °C, con picchi fino a 41 °C.
I sintomi dell’influenza australiana e, più in generale, i sintomi dell’influenza stagionale, durano solitamente 3-4 giorni, ma possono persistere in media fino a 8 giorni. La maggior parte delle persone, salvo complicazioni, guarisce dall’influenza entro una settimana, anche se nei bambini la sintomatologia influenzale può estendersi fino a 10 giorni.
Nella prima settimana di dicembre, l’ultima monitorata dal sistema di sorveglianza RespiVirNet curato dall’Istituto superiore di sanità, l’incidenza delle sindromi silmil-influenzali è infatti pari a 8,6 casi ogni mille assistiti dai medici sentinella del network, ben al di sotto degli 11,5 casi per mille dello stesso periodo del 2023.
E stando a Influnews sul sito di Regione Lombardia, nella settimana dal 2 all’8 dicembre, l’incidenza totale delle sindromi simil-influenzali è rimasta pressoché invariata rispetto alla settimana precedente attestandosi a un valore di 10,5 casi per 1000 assistiti, livello di media attività. L’incidenza è pari a 27,6‰ nella fascia d’età 0-4 anni, 9,8‰ nella fascia 5-14 anni, 10,3‰ nella fascia d’età 15-64 anni e 5,7‰ negli over-65enni. Il numero di casi stimati di ILI in Lombardia in questa settimana è quasi 98.000.
“Non per essere menagramo – ha detto sorridendo Pregliasco – ma i giochi sono ancora tutti da fare” e “la differenza potrebbero farla le feste di Natale e Capodanno, il combinato viaggi-baci-abbracci”. Se dal 2 all’8 dicembre si sono contati a livello nazionale circa 510mila casi di sindromi simil-influenzali, per un totale di oltre 3,3 milioni di italiani colpiti da inizio stagione, “siamo comunque in una fase di crescita e quindi per le prossime settimane dovremmo aspettarci almeno 100mila casi in più. Anche se – ha precisato l’esperto – i valori ufficiali registrati durante le feste sono sempre un po’ sottostimati, perché” con la pausa natalizia “diminuiscono i medici che riportano i dati”.
Quando dobbiamo attenderci il picco? Slitterà? “Adesso siamo ancora in una fase di salita e di salita non verticale – ha risposto il medico – quindi il picco lo vedrei spostato dopo le festività, come effetto delle feste alla riapertura delle scuole”. E’ “a gennaio”, insomma, che dovrebbe toccare il suo punto più alto una stagione preannunciata dagli specialisti – in base all’andamento osservato nell’emisfero australe – come “aggressiva”: un’influenza da 15 milioni di casi.
Proprio per migliorare la gestione delle sindromi respiratorie virali durante i mesi invernal, è nata in Lombardia l’iniziativa sperimentale degli ‘Hotspot infettivologici’. Di cosa si tratta? Sono una novità che riguarda il primo livello di cura ed offrono un supporto sul territorio per i cittadini durante le fasce orarie in cui non è prevista l’attività ordinaria dei medici di medicina generale. Gli Hotspot saranno attivi entro il 16 dicembre nelle sedi Asst situate in strutture di Continuità Assistenziale, Case di Comunità o spazi dedicati all’interno di presidi ospedalieri. Oltre 500 medici di medicina generale e circa 270 medici di continuità assistenziale hanno aderito al progetto, garantendo competenza e supporto ai pazienti. Saranno operativi dalle 20 alle 24, 7 giorni su 7, attraverso il numero 116117, gestito da Areu. Non sono ad accesso diretto, i medici di continuità assistenziale valuteranno telefonicamente la necessità di indirizzare l’assistito (cittadini dai 6 anni in su con sindromi respiratorie) presso l’Hotspot più vicino.
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