L’AQUILA – “Per quanto riguarda l’Arap, c’è ampia condivisione nella maggioranza sul fatto che occorre ripristinare la centralità del Consiglio, che dovrà mantenere la facoltà delle nomine, come del resto dice lo statuto. A maggior ragione il commissariamento dovrà durare il minor tempo possibile, e non certo un anno”.
È partita nella terza commissione Attività produttive, convocata giovedì, la controffensiva nel centrodestra contro lo “scippo”, mediante commissariamento, dell’Agenzia regionale delle Attività produttive (Arap), su iniziativa del presidente della Regione, Marco Marsilio, e dell’assessore alle attività produttive, Tiziana Magnacca, entrambi di Fdi.
E a suonare la carica è il capogruppo di Forza Italia, Emiliano di Matteo, presidente della seconda commissione territorio, che ha partecipato giovedì anche alla seduta dove l’assessore Magnacca ha illustrato il progetto di legge approvato in Giunta il 10 ottobre, che prevede la fusione dell’Arap con il Consorzio per lo sviluppo industriale dell’area Pescara-Chieti, e la nascita di un nuovo ente, l’Aruap, che sarà non più di competenza del Consiglio, ma della Giunta, che intanto ha già nominato commissario il dirigente Mario Battaglia, in quota Fdi, e il dirigente Adriano Marzola, che dovrà curarsi specificatamente della fusione. Poi si dovrebbero nominare anche due sub commissari, uno in quota Lega e uno in quota Fi, il partito a cui nello spoil system doveva toccare l’Arap, già detenuta con l’oramai ex presidente Giovanni Savini.
E per Di Matteo il tema non è però certo il contentino di un subcommissario per il suo partito, che a buon diritto rivendica la presidenza, e che certo non ha digerito il colpo di mano di Marsilio e Magnacca.
“Abbiamo preso atto dell’illustrazione del provvedimento da parte dell’assessore Magnacca e del direttore Germano De Santis – commenta il capogruppo Fi -, ma ci è parso sin da subito, anche prima della convocazione della commissione, che questo è un provvedimento che necessita delle importanti modifiche che affronteremo a gennaio, subito dopo la sessione di Bilancio”.
Incalza dunque il capogruppo: “non lo dice Di Matteo, ma lo statuto regionale che le nomine dell’Arap sono in capo al Consiglio regionale, che tra le altre cose deve garantire un posto nel cda anche alle minoranze, e se lo statuto non sarà modificato, il cda non può come dice il progetto di legge essere di competenza della Giunta, terminata la fase commissariale. Dovesse accadere, un simile atto sarebbe subito impugnato con successo al Tribunale amministrativo regionale”.
Nella norma, che in Giunta il 10 ottobre non è stata votata dagli assessori Roberto Santangelo, di Forza Italia e dal vice presidente con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, della Lega, che per esprimere la loro contrarietà hanno lasciato la stanza e non votato il punto all’ordine del giorno, si premette l’urgente necessità di procedere alla riorganizzazione dell’Arap, nata nell’aprile del 2014, con la fusione e accorpamento degli ex consorzi industriali, tranne appunto quello di Chieti-Pescara, a causa della sua ingente massa debitoria.
E c’è pertanto necessità di procedere al commissariamento, della durata di massimo un anno, ai fini della fusione, in quanto da giugno è stata avviata una la procedura di liquidazione dei creditori del consorzio, e ciò consente a quest’ultimo di acquisire una esposizione debitoria notevolmente ridotta nella misura di 17.640.283 euro. E con il commissariamento si intende ridurre il debito di ulteriori 5 milioni.
L’obiettivo generale è però quello di una radicale riforma dell’Arap, con “la necessità di adeguare competenze ed interventi alle mutate esigenze di sviluppo economico, richieste dal mercato e dall’evoluzione normativa in campo di transizione ecologica e digitale, rafforzando l’esigenza di maggiore competitività ed innovazione delle aree industriali abruzzesi a servizio delle imprese che operano ed investono sul territorio regionale”. Si evidenzia infine che la ristrutturazione è l’occasione anche per “razionalizzare i sistemi di gestione e controllo della spesa, anche alla luce della situazione di sofferenza del bilancio attuale dell’Arap connotato da debiti strutturali, anche di natura erariale”.
Il tutto porterà alla nascita, di fatto di un nuovo ente, l’Aruap, Azienda regionale unica delle attività produttive, il cui cda sarà nominato dalla Giunta.
Commenta ancora Di Matteo: ” il commissariamento non può essere sine die, mediante eventuali proroghe, e già un anno sarebbe una enormità. Nel restringere al massimo la fase commissariale c’è una volontà ampiamente condivisa se non unanime in Consiglio regionale ed è d’accordo con noi anche il capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimo Verrecchia. Su questo aspetto comunque Forza Italia non transige: la fase transitoria deve durare pochi mesi, si faccia subito la fusione, si approvi la norma, e si dichiari chiusa la fase commissariale, poi però l’Arap deve rimanere di competenza del Consiglio. Non è che se ad un ente modifichi l’acronimo cambia la natura dell’ente, visto che l’Aruap si occuperà essenzialmente delle stesse identiche cose rispetto all’Arap”.
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