Venerdì prossimo, 20 dicembre, si chiuderà la fase di collocamento di una nuova serie di Bonus certificates targati Intesa SanPaolo e destinati alla quotazione su SeDeX: lo strumento sarà emesso il 30 dicembre a un prezzo unitario di 1.000 euro, che comprenderà una quota di commissioni di collocamento pari al 2%, una di oneri legati alla gestione del rischio finanziario pari allo 0,775% e una di altri costi connessi alla strutturazione pari allo 0,07%: questi elementi andranno a incidere sul valore di mercato dello strumento, che a parità di altre condizioni sarà quindi inferiore al prezzo di emissione.
Struttura e funzionamento. Questo prodotto è riconducibile alla categoria dei cosiddetti “certificati a capitale condizionatamente protetto”, che offrono cioè una protezione del capitale vincolata al rispetto di un limite massimo di perdita da parte del sottostante, cioè dell’asset su cui è costruita la struttura, che nell’occasione è rappresentato dal titolo domestico Enel. A seconda di come si comporterà il titolo energetico nell’arco dei prossimi anni, il certificato potrà pagare un premio prefissato a scadenza. Il rischio associato al prodotto è drasticamente inferiore rispetto a quello di un eventuale investimento diretto nel sottostante, ma anche il potenziale di guadagno sarà naturalmente più contenuto.
Il certificato viene offerto con una scadenza di quattro anni (29 dicembre 2028), senza alcuna opzione autocallable: non è quindi prevista alcuna finestra di esercizio anticipato automatico che possa ridurre la durata dell’investimento. La quotazione sul SeDeX garantirà comunque sempre all’investitore la possibilità di liquidare il prodotto in qualunque momento, alle condizioni espresse dal mercato, secondo necessità. La struttura è piuttosto intuitiva dal momento che prevede in sintesi un rimborso a scadenza declinato secondo due scenari alternativi: a) se il sottostante non chiuderà al di sotto di un livello barriera fissato al 60% del valore iniziale del titolo, il certificato sarà liquidato al 100,945% del suo prezzo di emissione, quindi a 1.009,45 euro, pagando di fatto un premio finale dello 0,945% lordo rispetto al suo valore nominale di 1.000 euro; b) se il sottostante chiuderà invece al di sotto della barriera, avendo cioè maturato un ribasso superiore al 40% rispetto allo strike, il certificato pagherà un importo commisurato alla perdita maturata dal titolo, imponendo di fatto un risultato negativo. Da notare che il livello iniziale di Enel sarà calcolato come media aritmetica delle cinque chiusure consecutive che saranno rilevate a cavallo delle festività natalizie, tra il 23 dicembre e il 6 gennaio prossimi. La redditività potenziale dello strumento è però principalmente legata ai cosiddetti “Importi Plus” che saranno pagati nel corso dei quattro anni di durata dell’investimento, e che saranno del tutto svincolati dall’andamento del sottostante, cioè saranno corrisposti indipendentemente dallo scenario di mercato, quindi anche in presenza di un eventuale forte ribasso di Enel: nel concreto, partendo dal 31 marzo 2025, il prodotto pagherà una serie di importi trimestrali di ammontare unitario pari a 9,45 euro, sempre lo 0,945% lordo. In totale saranno corrisposti 15 premi di tipo incondizionato, più quello di tipo condizionato che, come detto in precedenza, potrà essere pagato a scadenza nello scenario migliore, per un rendimento annuo potenziale del 3,78% lordo.
Rischio/rendimento. Questo certificato ha una logica di rischio intermedia tra il contesto obbligazionario e quello azionario: il rendimento potenziale è infatti associato al pagamento di una serie di cedole periodiche per lo più incondizionate, che rimandano proprio al mondo dei bond, mentre il rimborso del capitale a scadenza è esposto all’eventuale perdita che potrebbe maturate il sottostante, in linea quindi con la logica azionaria, ancorché in misura limitata e circoscritta a escursioni ribassiste che spingano Enel al di sotto della barriera. Il parallelo con i bond riguarda anche l’esposizione al rischio di credito dell’emittente del certificato, che risulta in linea proprio con quello di un’obbligazione senior non subordinata. (riproduzione riservata)
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