Riforma Giustizia Penale: Formazione ad Avellino

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Si è tenuto oggi, presso l’Aula Magna del Tribunale di Avellino, il secondo incontro del corso di formazione e aggiornamento rivolto agli avvocati penalisti e ai praticanti penalisti, incentrato sulla recente riforma della giustizia penale introdotta dal Decreto Legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, meglio noto come “Legge Cartabia”. Un appuntamento di grande rilevanza per gli operatori del diritto, volto a esaminare le implicazioni pratiche e teoriche delle novità introdotte, in particolare in materia di udienza predibattimentale e giudizio.

L’incontro: dialogo e approfondimento

Organizzato dalla Scuola di Formazione della Camera Penale Irpina, l’evento ha visto la partecipazione di un pubblico attento e motivato, composto da professionisti e giovani praticanti. La sessione è stata introdotta e moderata dall’avv. Alfonso Laudonia, che ha sottolineato l’importanza della formazione continua per affrontare le sfide poste da una riforma che sta modificando profondamente il sistema penale italiano.

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A prendere la parola come relatori sono stati l’avv. Giovanni Sofia, del Foro di Salerno, e il dott. Gianpiero Scarlato, magistrato del Tribunale di Avellino. Entrambi hanno offerto prospettive complementari, rispettivamente dal punto di vista della difesa e della magistratura, dando vita a un confronto vivace e stimolante.

Le tematiche affrontate

L’avv. Sofia ha aperto il dibattito illustrando le novità relative all’udienza predibattimentale, un istituto che mira a rendere più snelli e mirati i processi penali, introducendo nuovi criteri di selezione delle prove e una più attenta valutazione preliminare della fondatezza delle accuse. L’avvocato, inoltre, ha esaminato con attenzione i cambiamenti introdotti dalla Legge Cartabia, sottolineando come molte delle norme siano state accolte favorevolmente. In particolare, l’idea di una riforma a “costo zero” è stata vista positivamente, ma il professionista ha anche evidenziato una serie di criticità che, a suo avviso, potrebbero compromettere l’efficacia della riforma stessa. Il primo punto critico riguarda la carenza di risorse umane qualificate: “Molte delle novità introdotte dalla riforma, seppur promettenti, incontrano difficoltà nella loro applicazione, proprio perché non sono supportate da un adeguato incremento di magistrati e personale qualificato. Questo è un tema cruciale per la buona riuscita delle riforme”, ha dichiarato l’avv. Sofia.

Istituti innovativi e problematiche applicative

L’avvocato ha poi portato l’attenzione su alcuni degli istituti innovativi introdotti dalla riforma, come l’udienza predibattimentale. Sebbene l’introduzione di questa fase processuale sia stata pensata per migliorare l’efficienza del processo, l’avv. Sofia ha sottolineato una conseguenza poco prevista: “Il magistrato che partecipa all’udienza predibattimentale diventa incompatibile con il dibattimento stesso, il che porta a una riduzione delle risorse disponibili per la fase successiva del processo”. Questo, secondo l’avvocato, ha un impatto significativo sulle risorse umane, con un conseguente aumento dei costi e una gestione più complessa del personale, già sotto pressione.

L’efficacia della riforma Cartabia: tra luci e ombre

Un altro aspetto sottolineato dall’avv. Giovanni Sofia riguarda l’efficacia delle misure previste dalla riforma. Sebbene la Legge Cartabia abbia tenuto conto delle risorse derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’avv. Sofia ha rilevato che non tutte le misure hanno avuto un impatto significativo, specialmente sui processi più complessi e gravosi. “Si è scelto di intervenire su reati di minore gravità e di scarsa rilevanza sociale, ma ciò non ha migliorato il funzionamento della giustizia penale nei casi più complessi”, ha affermato l’avvocato.

La riforma a costo zero: un bilancio controverso

Infine, l’avv. Sofia ha espresso un giudizio generalmente critico sulla riforma. “Il bilancio, sotto certi aspetti, è negativo. In Italia, tendiamo a realizzare riforme a costo zero, ma questo approccio comporta inevitabili ripercussioni, con una giustizia che a volte risulta inefficiente”, ha spiegato. L’avvocato ha concluso dicendo che, sebbene alcune modifiche siano state apprezzate, specialmente in contesti più specifici, la riforma non ha ancora dato i frutti sperati per l’intero sistema giudiziario. “Alla fine, a pagarne il prezzo siamo noi cittadini”, ha chiosato.

Il dott. Scarlato, dal canto suo, ha approfondito il punto di vista della magistratura, analizzando le criticità e le opportunità che la Legge Cartabia offre per rendere il sistema processuale più efficiente. Tra gli aspetti chiave affrontati, il ruolo della digitalizzazione e il rafforzamento delle garanzie per le parti processuali. La riforma Cartabia continua a suscitare dibattiti, interrogativi e anche molteplici dubbi, ma anche a stimolare una riflessione costruttiva sul futuro della giustizia penale in Italia. L’appuntamento si rinnova per il prossimo incontro formativo, che proseguirà il percorso di analisi e aggiornamento su una riforma che segna un passaggio cruciale per il sistema giuridico italiano.



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