TRENTO. La manovra finanziaria della provincia, nelle pieghe, nasconde sempre sorpresine e sorpresone. E due di queste – introdotte come al solito con emendamenti alla legge, pur non riguardando il bilancio provinciale – sono incentrate sull’accesso alle strade forestali con mezzi a motore. Che la giunta vuole parzialmente deregolamentare.
Il primo caso è quello delle moto da trial. «Crea dolore e sconcerto l’ultimo emendamento alla manovra di Bilancio, firmato da Maurizio Fugatti e sostenuto entusiasticamente dall’assessore Roberto Failoni, che consente il trial anche sulle strade forestali, modificando così la legge provinciale sulle foreste e la relativa protezione. Questo è l’ennesimo affronto alla montagna già violata in troppi modi negli ultimi anni» afferma Lucia Coppola, consigliere del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio provinciale di Trento. «Ricordo i raduni di camion al Lago Santo, quelli delle jeep nel Vanoi, musica assordante in contesti per definizione dedicati al silenzio, alla meditazione, alla pace per umani e selvatici. In questo modo si apre alla circolazione fuori strada dei veicoli a motore. Così, di deroga in deroga, vanno scomparendo le tutele ambientali. Si continua a percorrere la strada dell’abuso della montagna, di un utilizzo improprio, distruttivo e insostenibile», ha aggiunto.
Nell discussione di oggi, invece, aspro confronto sulle autorizzazioni ai cacciatori. L’accusa è venuta dal consigliere Filippo Degasperi (Onda): «Poi c’è la caccia al cervo con la jeep, giustificata dicendo che vanno rimosse le carcasse degli animali perché non attirino i predatori (poi però analoga misura riferita agli animali da allevamento non è stata introdotta, né si sé intervenuti sulle mangiatoie per il foraggiamento dei selvatici)».
A Degasperi ha replicato il primo firmatario della proposta, Roberto Paccher: «E’ giusto consentire ai cacciatori di recuperare le pesanti carcasse dei cervi, fosse per me estenderei il permesso anche oltre le strade cosiddette di arroccamento». Subito spalleggiato da Vanessa Masé (Civica): «Torno sulla norma che apre ai mezzi a motore sulle strade di arroccamento per recuperare i cervi: sono orgogliosa di essere cacciatrice e leggo farneticazioni sul web a proposito di quanto proposto da me e dal collega Paccher, in totale coerenza con la normativa vigente sulle strade forestali. Chiarisco che si accederà in auto solo per documentata caccia al cervo».
Gli ambientalisti insorgono. “A nome del Coordinamento Ambientalista del Trentino (Associazione WWF Trentino ODV, Circolo di Legambiente di Trento, ENPA del Trentino, Io non ho paura del lupo APS, LIPU Sezione di Trento, Mountain Wilderness) esprimiamo profonda contrarietà per l’emendamento a firma Masè e Paccher, che intenderebbe autorizzare i cacciatori a percorrere in automobile le strade forestali di tipo A del nostro territorio. Questa proposta rappresenta una minaccia per le persone e per l’ambiente e costituisce un pericoloso passo indietro nella tutela delle nostre aree naturali.
Le strade forestali di tipo A sono tracciati dove il traffico motorizzato è limitato alle sole attività boschive, proprio per prevenire il degrado ambientale, salvaguardare la fauna e ridurre l’inquinamento. Permettere il transito indiscriminato dei fuoristrada dei cacciatori sulle strade forestali di tipo A significherebbe mettere a rischio la sicurezza di famiglie, turisti ed escursionisti, arrecare ulteriore disturbo alla fauna selvatica, favorendo un degrado generale dovuto all’accesso indiscriminato di veicoli motorizzati. L’assurda giustificazione addotta — ovvero quella di garantire la sicurezza dei cacciatori durante la raccolta degli animali abbattuti— è paradossale.
I fatti recenti dimostrano chiaramente che il problema è opposto: la caccia è infinitamente più pericolosa dei grandi carnivori, sia per i cacciatori stessi che per i cittadini: dal 1° settembre al 29 novembre 2024, solo in Italia 38 persone sono state ferite o uccise in ambito venatorio, e alcune di queste erano semplici cittadini non coinvolti in attività venatoria. Come inoltre evidenziato da un recente sondaggio realizzato da Savanta, società internazionale specializzata nei sondaggi d’opinione, oltre il 50% dei residenti nelle aree montane ha dichiarato di temere più i cacciatori che i grandi carnivori.
Questo emendamento, dunque, non solo non migliora la sicurezza, ma la compromette ulteriormente. In Trentino esiste già un infrastrutturazione della montagna estremamente capillare, con oltre 7.000 chilometri di strade forestali, aumentati fino a circa 7.500 chilometri dopo gli interventi successivi alla tempesta Vaia. Questa rete, originariamente pensata per la gestione del territorio, rappresenta una delle più estese in Europa, ma continuare a utilizzarla o ampliarla in modo improprio, come proposto anche dall’emendamento che darebbe via libera alle moto da trial su queste strade a firma del governatore Fugatti, rischia di compromettere ulteriormente il fragile equilibrio ambientale delle nostre montagne, favorendo pressioni antropiche insostenibili e degradando l’ecosistema. Inoltre questo emendamento, così come quello relativo al trial, appare del tutto scollegato dagli obiettivi della legge di bilancio, che dovrebbe concentrarsi sulla gestione responsabile delle risorse pubbliche e sul miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Si configura invece come un’azione mirata e subdola, sfruttando il periodo festivo per evitare il dibattito e distrarre l’opinione pubblica sacrificando il bene comune e la tutela del nostro patrimonio ambientale a favore degli interessi di pochissimi. Non è accettabile che provvedimenti così gravi vengano discussi e approvati senza un confronto trasparente, sfruttando un momento di distrazione collettiva e restituendo a tutta l’Italia l’ennesima cartolina da un Trentino dove la natura è sempre più soffocata per gli interessi di alcune specifiche categorie, creando discriminazioni verso tutto il resto della popolazione. Come Coordinamento Ambientalista Trentino chiediamo quindi il ritiro immediato dell’emendamento e una discussione pubblica e trasparente su qualsiasi proposta che riguardi la gestione del nostro patrimonio naturale” dicono le associazioni.
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