Manovra 2025, gli emendamenti chiave in discussione oggi alla Camera

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Alla Camera, la commissione Bilancio si anima di un confronto acceso, dove ogni proposta diventa un terreno di scontro. Gli emendamenti dei relatori sono solo l’inizio di un processo complesso, mentre il governo si prepara oggi, 13 dicembre, a introdurre modifiche mirate che puntano a risolvere nodi cruciali come le dispute sulle quote latte e le norme fiscali legate alle stock option. Due argomenti che polarizzano il dibattito e catturano l’interesse sia degli addetti ai lavori sia dell’opinione pubblica.

Orari serrati e proposte controverse

Il calendario dei lavori in vista dell’approvazione della Manovra è pieno e sono tutti con l’acqua alla gola: alle 11 ripartono le discussioni sugli emendamenti, seguite alle 14 dalle proposte del governo e da un ulteriore pacchetto di modifiche. Le votazioni hanno già toccato l’articolo 30, ma molti emendamenti sono stati respinti senza appello. Tra questi, anche quello che avrebbe introdotto il salario minimo, supportato all’unisono dalle opposizioni. L’obiettivo comune è chiudere entro domenica mattina, il 15 dicembre, per essere pronti ad affrontare l’Aula il lunedì successivo.

Quote latte: un emendamento che punta alla conciliazione

Tra le proposte più discusse, spicca un emendamento che mira a risolvere una volta per tutte le pendenze sulle quote latte. La proposta prevede la nascita di un organismo presso il Ministero dell’Agricoltura, formato da un magistrato della Corte dei Conti, un Avvocato dello Stato e un dirigente dell’Agea. Questo comitato, operativo per tre anni, si occuperà di negoziare riduzioni dello 0,3% annuo sui debiti accumulati, con un incremento allo 0,5% per i produttori ancora in attività, e di abbattere fino al 50% gli interessi maturati.

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Stock option e bonus: nuove categorie sotto la lente fiscale

Un altro emendamento sposta l’attenzione sulle stock option, ampliando il numero di soggetti coinvolti. Con questa proposta, intermediari finanziari e holding saranno inclusi nella lista di coloro che devono corrispondere l’aliquota addizionale del 10% sui bonus concessi sotto questa forma. Una mossa che allarga il raggio d’azione della normativa fiscale.

Nuovi farmaci, nuove regole: il ruolo dell’Aifa

Le modifiche proposte riguardano anche il settore farmaceutico. Sarà il presidente dell’Aifa, e non più il direttore tecnico-scientifico, a stabilire i criteri per riconoscere l’innovatività terapeutica dei nuovi farmaci. L’atto, da adottare entro marzo 2025, definirà quali prodotti potranno accedere al rimborso pubblico, segnando un cambio di passo nella gestione delle politiche sanitarie.

Iva al 5% per l’alpinismo: un incentivo per gli sportivi

Tra gli emendamenti più curiosi, spunta quello che riduce l’Iva sui corsi di alpinismo al 5%, uniformandola a quella di altre attività sportive invernali. L’iniziativa, finanziata con 100 mila euro annui a partire dal 2025, vuole promuovere le attività all’aria aperta e incentivare il turismo montano.

Agroalimentare e infrastrutture: il fermento delle regioni

Nel frattempo, il Consiglio regionale ha approvato diverse misure per supportare il settore agroalimentare e potenziare le infrastrutture. Tra le novità, l’aumento dei contributi per i prati stabili, che passano da 250 a 350 euro per ettaro, e fondi dedicati ai cammini pedonali. Non mancano risorse per l’industria: milioni di euro saranno destinati all’area giuliana e all’interporto di Trieste, con l’obiettivo di migliorare le strutture e attirare investimenti.

Ambiente ed energia: il piano per il futuro

La Manovra non trascura il fronte ambientale. Oltre 200 milioni di euro vengono stanziati per la sostenibilità e la difesa del suolo, con 40 milioni dedicati al contrasto del dissesto idrogeologico. Anche Arpa riceve una spinta, con oltre 23 milioni per vigilanza e controlli ambientali. Tra le misure più attese, un bando da 2,4 milioni per le comunità energetiche rinnovabili e la proroga dei contributi per i carburanti.

L’opposizione non fa sconti

Le posizioni politiche sulla manovra si polarizzano: la maggioranza ne difende l’impostazione come un piano per attrarre investimenti e rilanciare l’economia, mentre l’opposizione la critica duramente, sostenendo che favorisca i grandi patrimoni (non è passata neanche la proposta di salario minimo) a discapito dei lavoratori. Rimane aperto il dibattito sul bilanciamento tra sviluppo economico e tutela ambientale, obiettivi dichiarati dal governo.

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