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Social innovation monitor presenta la nuova edizione della ricerca relativa alle startup innovative a significato impatto sociale e ambientale. Il report analizza 10.692 delle 12.953 startup innovative presenti nel Registro delle imprese a fine 2023. Sono state escluse dal campione le startup con più di cinque anni di età, in liquidazione o enti non a scopo di lucro, o che superavano le soglie previste sul valore della produzione oppure non rispettano nessuno dei requisiti di innovatività previsti dalla normativa di riferimento.
Tra queste, sono state identificate 640 startup a significativo impatto sociale e ambientale, ossia startup che possiedono almeno una qualifica tra quelle di Società Benefit, B Corp o Startup Innovativa a Vocazione Sociale (SIaVS). Nel 2023 il numero Startup Innovative nel campione ha registrato un calo del 9,2%, il secondo consecutivo dopo quello del 2022 (-5,7%). Il gruppo di ricerca, che fa capo al dipartimento di Ingegneria gestionale e della produzione del Politecnico di Torino, stima un ulteriore calo per la fine del 2024 pari al -5,6%. “Questa tendenza riflette un contesto economico e geopolitico che negli ultimi anni non è stato favorevole per le imprese – commenta in una nota il vicedirettore della ricerca, Alessandro Laspia – Dalle nostre analisi emerge che le startup di nuova costituzione sono passate dall’essere il 16,8% del totale nel 2020 ad appena l’8,0% nel 2023. Questo si riflette in un’età media che si è alzata, con più del 50% delle startup innovative che oggi ha almeno tre anni di età”.
Nonostante il quadro generale negativo, emerge un dato notevole: mentre le startup tradizionali calano del 12,1%, le imprese a impatto sociale segnano una crescita del 9,0%. “La crescita del numero di startup a significativo impatto sociale e ambientale, in netta controtendenza rispetto al calo delle altre startup innovative, testimonia come i valori legati alla sostenibilità e al sociale non siano soltanto un scelta etica, ma anche un modello imprenditoriale vincente – dichiara Paolo Landoni, direttore della ricerca SIM -. Le startup che dichiarano ufficialmente il proprio impatto positivo tramite qualifiche ad hoc, come quelle di Società Benefit o B Corp, rappresentano ora il 6% del totale, una quota che è raddoppiata rispetto al 2020 (3,1%). Questa crescita racconta di un nuovo modo di fare impresa che mostra resilienza anche in tempi economicamente sfidanti”.
Sulla base della ricerca effettuata, la distribuzione territoriale delle startup innovative non ha visto cambiamenti significativi, con la quota di startup concentrate nelle prime tre regioni italiane per numero di startup, Lombardia, Lazio e Campania, rimasta stabile al 50,3%. La Lombardia, in particolare, si conferma come il principale polo d’attrazione per l’imprenditorialità innovativa del Paese: è la regione che ospita più startup, con il 28,1% delle startup innovative italiane e addirittura il 40,3% di quelle a significativo impatto sociale e ambientale.
Le startup a significativo impatto sociale e ambientale si distinguono per un maggior coinvolgimento femminile nelle startup a impatto sociale, con una presenza ai vertici (23%) quasi doppia rispetto alle altre startup (13,7%). Nel corso del 2023 il numero di startup innovative con qualifica di Società Benefit ha visto un incremento a doppia cifra (+19,7%). Questo evidenzia la crescente popolarità di questa qualifica tra le startup innovative, a discapito di quella di SIaVS (Startup Innovativa a Vocazione Sociale) che è ormai in calo da diversi anni (-20,2% nell’ultimo anno).
Social Innovation Monitor (SIM) ha inoltre individuato 20 startup italiane a significativo impatto sociale e ambientale che si sono distinte per aver ottenuto risultati economici di rilievo nello scorso anno. Per confrontare realtà aziendali molto diverse tra loro, sia per fase di sviluppo sia per dimensioni, il gruppo di ricerca ha utilizzato una metodologia originale basata su parametri quantitativi quali ricavi, numero di dipendenti e finanziamenti ricevuti, che ha permesso di selezionare le migliori startup italiane a impatto del 2024. Tra i settori delle migliori startup italiane significativo impatto sociale e ambientale spicca quello della salute mentale e del benessere psicologico, nel quale operano tre delle migliori startup. Seguono i settori dell’educazione digitale e della sostenibilità ambientale, con due startup.
Appartiene a quest’ultimo settore Up2You Srl SB, che si è distinta per la crescita significativa e i finanziamenti raccolti, in occasione della presentazione della ricerca il co-fondatore e amministratore, Andrea Zuanetti, ha descritto le attività della startup che offre alle imprese servizi di consulenza ambientale all’avanguardia con soluzioni integrate per la sostenibilità aziendale.
La presentazione si è completata con un momento di confronto con la partecipazione di Giorgio Ciron, direttore di InnovUp, Giulio Centemero, deputato della Repubblica italiana, Antonella Grassigli, CEO e co-fondatrice di Doorway Società Benefit, Giorgio Massari, PhD researcher presso il Centro Studi Assolombarda.
Centemero ha illustrato le recenti novità legislative volte a sostenere startup e PMI innovative. Le novità toccano vari aspetti quali le detrazioni fiscali, l’esenzione dei capital gain reinvestiti in fondi dedicati, l’introduzione di un fondo di fondi pubblico-privato per mobilitare risorse finanziarie e la semplificazione degli strumenti di investimento di venture capital con il rilancio delle Società di investimento semplici (SIS). “Sono misure collegate che vanno in una direzione ben precisa: la creazione di investitori e di fondi, anche piccoli, che garantiscano un afflusso di capitali più costante e ragionato su Startup e PMI Innovative”.
Massari pone enfasi sull’importanza delle startup innovative per l’economia del Paese, evidenziando che, secondo lo studio condotto da Assolombarda con InnovUp e Fondazione R&I, “le oltre 30mila imprese che dal 2012 a oggi sono transitate dal registro delle startup innovative hanno generato oltre 12,8 miliardi di euro di fatturato nel 2023 e 3 miliardi di euro di valore aggiunto, che è un dato molto importante se si considera che in media l’età di queste imprese è molto bassa. Ma il dato forse più sorprendente è che queste startup o ex startup hanno creato al 2023 oltre 63mila posti di lavoro. Se rapportiamo questo numero all’aumento occupazionale che c’è stato in tutta Italia dal 2012 a oggi, questi 63mila posti costituiscono circa il 7,5% dell’aumento occupazionale. Si tratta di forza lavoro di altissima qualità che può sicurare contribuire ad aumentare la produttività delle imprese”.
In merito all’importanza delle startup a significativo impatto sociale e ambientale, Grassigli, fornisce la prospettiva da investitrice: “Vedo due punti che sono qualificanti e di vantaggio per le startup o società a vocazione sociale o che inseriscono nel loro modello di business la sostenibilità esplicitatamene: il primo è sul de-risking, il secondo è sulla exit. Tutte le normative, non solo italiane ma europee e internazionali, vanno nella direzione di avere un’attenzione, un focus sull’impatto e sulla sostenibilità. È impensabile che tra 3, 4 o 5 anni una società che venga acquisita da una grande azienda corporate non abbia già chiaro quello che è il proprio percorso di sostenibilità o di compliance sugli SDG. E, quindi, se come startup questo l’hai ben chiaro sin da subito, probabilmente da qui a 5 anni avrai una maggiore platea di società che ti potranno acquisire”.
Lo studio, condotto dal team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM) ha avuto come partner Italian Competence Center for Social Innovation (ICCSI), InnovUp, GoBeyond, piattaforma di innovazione responsabile di Sisal, Social Innovation Teams (SIT), Ashoka Italia, Fondazione Giordano dell’Amore Social Venture, Fondazione Giacomo Brodolini e Merakyn Società Benefit ed è consultabile a questo indirizzo web.
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