Dio, patria, famiglia e … fagioli. Il nuovo slogan di Fratelli d’Italia è servito (insieme ai fagioli di cui sopra) al Circo Massimo di Roma, dove è in corso Atreju (dall’8 al 15 dicembre), la manifestazione ideata nel 2008 da una appena trentenne Giorgia Meloni e diventata, nel tempo, l’appuntamento annuale – quest’anno in chiave natalizia – dei giovani patrioti italiani. E se i luoghi ci raccontano la direzione politica di un Paese (il Circo Massimo è stata la sede della convention dei 5Stelle nel loro momento di massimo consenso), il cibo fa anche di più: ci dice come i partiti, insieme agli elettori, cambiano pelle… e gusti.
I fagioli si prendono il villaggio della destra
Nel luogo in cui gli imperatori romani organizzavano le corse con le bighe, ad indicare la nuova direzione c’è la freccia che recita La via italiana. Non aspettatevi, quindi, sushi, dumpling, ramen e, men che mai, kebab. Nelle 40 casette che animano il villaggio natalizio meloniano e che circondano la pista di ghiaccio (la vera attrazione dell’evento), la cosa più esotica che si possa trovare è il krapfen (pure molto buono). Ma quello è un po’come Sinner: non “suona” italiano e ha la residenza all’estero, ma finché vince, va bene.
Ad andare fortissimo sono, invece, i fagioli: fagioli con le salsicce, fagioli con il guanciale croccante, fagioli con le cotiche. In tutti i modi fuorché vegani (le minoranze sono avvisate!). A mettere in discussione il primato della faciolata, c’è solo un altro must capitolino (d’altronde siamo nella roccaforte del partito più romano sulla piazza): la porchetta.
La porchetta e l’autonomia differenziata secondo Calderoli
Ed è proprio davanti ad un banchetto di porchetta che, nei giorni scorsi, il ministro leghista Roberto Calderoli, in visita al “mercatino natalizio romano”, ha provato a spiegare, a modo suo, l’autonomia differenziata: «Se ad Ariccia si mettessero a fare würstel non li mangerebbe nessuno – ha detto in un video del Corriere della Sera – se a Bolzano vendessero la porchetta non la mangerebbe nessuno. Allora la porchetta di Ariccia vendiamola ad Ariccia». E, seguendo il ragionamento, il Prosecco solo in Veneto e il Parmigiano solo in Emilia-Romagna, per vedere l’effetto dell’autarchia sui conti nazionali. Non ce la ricordavamo così l’autonomia differenziata, ma torniamo ad Atreju e alla vera domanda a cui ci interessa dare una risposta: quand’è che fagiolata e porchetta son diventati patrimonio della destra? E se è davvero così, con cosa i partiti di sinistra pensano di sfamare l’elettorato?
Birra batte vino tra la Gioventù Nazionale
Qualcosa non torna. I fagioli, così come la porchetta, ce li ricordavamo alle Feste dell’Unità e, adesso, ce le ritroviamo nel villaggio dei patrioti. Consultiamo il solito Gaber («una bella minestrina è di destra, il minestrone è sempre di sinistra»), ma non troviamo la risposta che cercavamo, allora ci rivolgiamo a Vinicio Capossela che, in un’intervista al Gambero Rosso, disse: «Ho visto le menti migliori perdersi nel nettare dei vini naturali mentre l’estrema destra di prendeva l’elettorato del Paese». Di fatto ad Atreju non ci sono vini naturali – se non consideriamo delle bottiglie senza etichetta con l’indicazione “vino solo da uva spremuta”– e, a ben guardare, neanche i vini tradizionali sono così in voga: ci sono ma, a quanto pare, i giovani nazionalisti preferiscono sorseggiare birra, mentre intonano i versi di Franco Battiato, pure lui (a giudicare da quante volte passa in radio e dalle frasi sulle magliette della Gioventù Nazionale) diventato un simbolo della destra al potere: dalla dinastia dei Ming al regno di Fantàsia è un attimo.
La farina di grilli è di sinistra
Il nostro tour enogastronomico finisce qua, ma per la foto ricordo – dopo quella di rito con Babbo Natale (sì, c’è pure lui) – ci si può accomodare nel corridoio d’ingresso, dove si può scegliere se posare sotto il cartello «chi sostiene l’accordo Italia-Albania» o sotto quello di «chi non ha visto arrivare Elly Schlein», prima di immergersi nel mondo ideale della sinistra (le risposte sono dell’intelligenza artificiale, almeno così è dichiarato): «Torni a casa. Accendi la televisione: anche oggi Damilano con il suo spiegone. Cambi canale. C’è Zoro intento a commentare i post di @antifadatastiera e @cheschifoilpopolo. Cambi canale (qui l’intelligenza artificiale è andata un po’ in tilt con i numeri del telecomando; ndr). Appare la Gruber che ti fa la morale: “Tu uomo bianco devi chiedere scusa”. Spegni la tv e rassegnato via in cucina a farti un bel panino con la farina di grilli».
E forse è questa la risposta che cercavamo (bastava chiedere all’Ia): ecco cosa troveremo alla prossima Festa dell’Unità al posto della porchetta. Il manuale gaberiano andrà aggiornato.
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