Secondo l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, il 44% delle startup ha raggiunto il break-even e il 76% sta assumendo
Il periodo di alti tassi applicati agli impieghi bancari e basse remunerazioni al risparmio ha di fatto determinato un periodo d’oro per il settore finanziario e con esso, a traino, una crescita delle Fintech & Insurtech. Oggi il settore appare in piena salute secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano. Lo studio del Politecnico mette in evidenza anche alcune delle caratteristiche del consumatore attuale, aspetto di maggior interesse per il settore retail. Oggi in Italia, il 74% degli utenti finanziari usa l’home banking, il 65% l’app della banca. Altro dato importante è che solo il 5% dei consumatori è disposto a condividere automaticamente un ampio set di dati, dalle informazioni anagrafiche ai dati finanziari e comportamentali. La loro reticenza è dovuta a mancanza di chiarezza: il 51% non comprende l’uso dei dati, il 49% non percepisce la motivazione e il 42% non vede vantaggi. Molti preferiscono condividere informazioni manualmente, completando form e ricevendo spiegazioni chiare. Gli istituti finanziari stanno mirando ai teenager come clientela attuale e futura. I ragazzi italiani tra i 13 e i 19 anni utilizzano ancora poco servizi finanziari; tra i più diffusi, ci sono i pagamenti contactless (44%). Tuttavia, i teenager mostrano interesse per pagamenti istantanei (72%), cashback (49%), split dei pagamenti (45%), automazione dei risparmi (31%) e Buy Now Pay Later (15%). Il ruolo dei genitori è centrale: il 96% dei minorenni ha un conto corrente perché voluto dai genitori.
I dati del settore
Come detto, il Fintech & Insurtech italiano appare in salute. Per il secondo anno consecutivo, i ricavi medi per startup sono in aumento (+29%) con una previsione di 450.000 euro nel 2024. Migliora la profittabilità, con il 44% delle startup che prevede il break-even entro fine anno e il 76% ha posizioni aperte. Ovviamente questi dati vanno letti con prudenza perché si inseriscono in un periodo in cui le banche hanno realizzato profitti molto elevati approfittando del trend inflattivo appena superato e altri fattori congiunturali. Detto questo è interessante osservare come il settore italiano del Fintech e Insurtech stia maturando ed è entrato in una fase di consolidamento. A fine 2024 si contano 596 startup, in calo rispetto alle 622 del 2023. Circa il 63% delle startup ha raccolto capitali dalla nascita ad oggi, con il 31% che ha ricavato capitali dal mercato nel 2024 (20% del totale). Sempre nel 2024 sono stati raccolti 250 milioni di euro, +44% rispetto ai 174 milioni del 2023, principalmente tramite business angel e venture capitalist. Tuttavia, il 46% sta cercando fondi e solo il 12% ha trovato investitori per round pianificati, generalmente orientati allo sviluppo prodotto. Per quanto riguarda l’Insurtech, l’Osservatorio del Politecnico ha evidenziato dati di mercato interessanti: nel 2024, ci sono 86 startup Insurtech attive, capaci di raccogliere quasi 35 milioni di euro. L’83% di queste sta assumendo personale per espandersi, e il 43% ha raggiunto il break-even. Tuttavia, il funding rappresenta la principale sfida per il 55% delle aziende, con il 43% in cerca di capitali. Inoltre, si registra un incremento nella digitalizzazione, con 45 nuove partnership e 108 progetti interni avviati per un valore di quasi 45 milioni di euro, registrando un significativo aumento rispetto allo scorso anno.
L’impatto dell’Ai
Per l’Ai siamo in piena fase di hype e non può essere diversamente anche per il settore delle startup Fintech e Insurtech, che puntano su soluzioni consolidate di artificial intelligence nel 43%; importante lo sviluppo di Api (application program interface) che vale il 70%. Tra le tecnologie emergenti, spicca la fenerative AI, adottata dal 26% delle startup per ottimizzare processi di back-office. Le realtà italiane si rivolgono principalmente a aziende e intermediari finanziari, abitualmente collaborando per migliorare tecnologie e processi, anziché competere direttamente con i player tradizionali. Secondo le use case emerse durante la presentazione dell’Osservatorio emerge però un dato importante per comprendere il fenomeno dell’impiego dell’Ai: le applicazioni conosciute sono tutte focalizzate sulla riduzione della struttura dei costi. Per quanto riguarda impieghi finalizzati alla crescita dei ricavi, l’utilizzo dell’Ai è ancora agli albori.
Sostenibilità e climate change
È ormai consolidato che il climate change non è un fenomeno che la comunità internazionale sta affrontando in modo risolutorio. L’ultima Cop29 svoltasi a fine novembre a Baku nell’Arzebaijan segna di fatto un arretramento sugli obiettivi fissati nelle Cop precedenti per il semplice fatto che l’economia mondiale collegata alle dinamiche sociali non è in grado di sostenere la transizione green a un costo assorbile senza impatti destabilizzanti. A fonte di ciò, con una logica cinica ma pragmatica, il climate chage si può solo mitigare attraverso un adattamento continuo (ma fino a quando?) anche attraverso assicurazioni collegate al rischio climatico. Ma perché parlarne in questo contesto e soprattutto considerare il tutto in ambito retail? Secondo l’Osservatorio Fintech & Insurtech, il 79% dei cittadini italiani ha vissuto eventi climatici negli ultimi cinque anni. Nonostante l’86% sia preoccupato, oltre il 50% non ha copertura assicurativa specifica. Questo significa che si può aprire un mercato di questi prodotti che potrà avere un impatto sui canali, ma anche di ridefinizione dei budget di acquisto dei consumatori che avrà ripercussioni anche su altri settori. Il calo dell’interesse per la sostenibilità si riflette anche nel settore finanziario. Il 74% dei principali gruppi bancari e assicurativi europei considera la sostenibilità, nelle sue forme ambientale, sociale e di governance, un tema strategico e aspetti di medio-lungo termine, destinando risorse significative. Un ulteriore 21% attribuisce ai temi sostenibili una rilevanza moderata. Tuttavia, l’interesse dei clienti verso l’impatto sostenibile degli strumenti finanziari è in calo. In due anni, l’importanza per i consumatori italiani della lotta al cambiamento climatico è scesa da 7,5 a 5 e da 7,4 a 5,8. Le startup Fintech & Insurtech, cruciali per promuovere la sostenibilità attraverso l’innovazione, hanno un impegno limitato: solo il 24% considera l’impatto sulla sostenibilità un elemento chiave per il successo dei loro prodotti.
Sul tema ha dichiarato Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech: “Sebbene la sostenibilità sia riconosciuta obiettivo strategico a lungo termine dagli operatori tradizionali e sia destinata a rimanere centrale nei prossimi anni, spinta anche dal regolatore, si evidenzia una forte necessità di concretezza e focalizzazione. Se ogni istituto segue una propria direzione e i settori continuano a operare in modo compartimentale, sarà difficile ottenere risultati concreti. Emerge la necessità di accrescere le competenze aziendali degli operatori finanziari, sia nella gestione dati che nella comprensione e applicazione della regolamentazione. Ed è indispensabile fare leva sull’innovazione e promuovere la collaborazione tra operatori, sfruttando tecnologie in grado di gestire e risolvere le sfide poste da obiettivi sostenibili spesso divergenti”.
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