emergenza sicurezza alla stazione dei treni

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di Giorgia De Cupertinis

C’erano ancora chiazze di sangue ieri mattina in piazza Dante, davanti alla stazione dei treni, teatro soltanto poche ore prima di una terribile violenza. Lì, dove mercoledì sera un ragazzo ghanese di diciannove anni è stato accoltellato alla schiena e poi trasportato tempestivamente all’ospedale di Baggiovara, in gravi condizioni, davanti agli occhi di pendolari e passanti. “L’operazione è andata bene – tira un sospiro di sollievo il fratello della vittima, Carlos Opoku Agyemang – e adesso sta meglio, anche se la paura per quanto è successo rimane”.

“Quando ho parlato con mio fratello Benedict – prosegue – mi ha spiegato quello che è successo mercoledì sera: era in stazione, dove poco prima aveva incontrato un amico, quando si è accorto che a due passi si era scoppiata una rissa in cui lui per altro non c’entrava nulla. La gente correva, c’era molta confusione: a quel punto, mio fratello è andato a recuperare il monopattino per andarsene, quando è stato aggredito alla schiena e colpito con una coltellata. Non aveva mai visto l’aggressore, non lo conosceva. Non si spiega perché sia stato preso di mira”.

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Poi, la paura e la corsa in ospedale: il giovane, di origine ghanese, è stato portato d’urgenza all’ospedale di Baggiovara, dove è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva e in seguito trasferito, ieri pomeriggio, in chirurgia toracica.

“Appena ho saputo quello che è successo sono corso da lui in ospedale. Spesso abbiamo letto sui giornali di aggressioni, violenza, soprattutto fra gruppi di giovanissimi – spiega il fratello della vittima – sono episodi che si verificano ormai troppo spesso. Se si continuerà così non ci si indirizzerà mai verso la strada giusta e non si farà mai nulla di buono. Questa situazione ci preoccupa, soprattutto dopo quello che è successo, e spero cambi al più presto”.

Preoccupazione, questa, che coinvolge anche i numerosi tassisti che ogni giorno, a bordo del loro mezzo, osservano ciò che accade in piazza Dante.

“La stazione dei treni è ormai diventato un ritrovo per personaggi poco raccomandabili – riavvolge il nastro Pietro Borrelli – e spesso sono minorenni: qualcuno beve, qualcun altro rompe le bottiglie di vetro in terra, qualcun altro invece urla e litiga. Fino poi ad arrivare ad episodi ancora più gravi e allarmanti, come aggressioni e accoltellamenti, soprattutto al calar del sole. E alla stazione delle corriere, purtroppo, la situazione non è migliore…”.

Alle sue spalle, a bordo di un altro taxi, c’è Yaima Ruiz, che punta il dito contro una situazione su cui è necessario un tempestivo, e urgente, cambio di rotta. “Bisogna aumentare i controlli, e farlo in fretta – conferma la donna –. Dico questo perché non è il primo episodio che si verifica qui in stazione e ogni giorno se ne vedono di tutti i colori, dalle aggressioni fino allo spaccio. Spesso mi è capitato di vedere dei giovanissimi scappare appena arriva l’auto della polizia, per poi tornare dopo poco e ricomportarsi come prima”.

Ma la tensione è condivisa anche fra gli stessi giovanissimi, non più sicuri di muoversi a piedi in alcune zone della città.

“Le cose sono peggiorate, e parecchio. Soltanto qualche anno fa ero solita uscire di casa intorno alle 17.30 per vedere gli amici, raggiungerli in centro e passeggiare in giro con loro – confida una diciannovenne – mentre ora, allo stesso orario, preferisco invece tornare a casa e anticipare l’uscita subito dopo scuola al pomeriggio. Ho cambiato quest’abitudine per paura che, non appena si avvicina la sera, possa accadere qualcosa di brutto. Non mi sento più sicura ad andare in giro, soprattutto stando ai brutti episodi che si continuano a verificare, ma anche a quello che mi hanno raccontato anche alcuni conoscenti”.

L’aggressione di mercoledì, infatti, ha suscitato grande preoccupazioni e paura.

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“Noi siamo pendolari, perché viviamo a Mantova ma frequentiamo l’università a Modena – raccontano i due cugini, Francesco e Antonio Barillati, alla fermata dei bus in piazza Dante –. Fino ad ora, in stazione, durante il giorno, la stazione ci appare piuttosto tranquilla. Ma quando arriva la sera, stando a quello che abbiamo potuto notare, la situazione piano piano si trasforma. Ci è capitato spesso di notare alcuni gruppi, formati per lo più da ragazzini, circa una ventina, che si ferma qua intorno: lo scenario, quando inizia a diventare buio, si fa così sempre più insicuro, soprattutto per chi si muove da solo”.



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