Ora si parla più senza remore di “formula Palermo”. La capacità di fare è bene in tempi rapidi. Pasqualino Monti, il presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia Occidentale, ha riunito per la sesta volta con “Noi Mediterraneo” i testimoni di una crescita, di uno sviluppo e di una rigenerazione urbana del porto di Palermo che ha superato ogni previsione. In questi sei anni Monti ha presentato rendering e idee progetto che sono diventate tutte straordinarie realtà portanti il porto di Palermo oltre il milione di passeggeri. Quest’anno è toccato al Marina Marina Yachting, una straordinaria realtà che è già parte integrante della città.
Un lavoro straordinario che si può riassumere così: demoliti 30.000 metri cubi di edifici fatiscenti; effettuati, caso di fatto unico nel panorama portuale italiano, dragaggi per oltre 30 milioni consentendo per la prima volta l’ingresso in porto delle grandi navi da crociera; abbattute due gru inutilizzate da decenni e 29 silos, per altro ripagando l’operazione attraverso la vendita dei materiali ferrosi derivati dalla demolizione; realizzati 50.000 metri quadri interamente risanati e diventati il “nuovo centro urbano” di Palermo; investiti 600 milioni, spesi e tradotti in nuove opere nel solo porto di Palermo; Investiti complessivamente 1 miliardo e duecento milioni, considerando anche gli interventi effettuati a Trapani, Termini Imerese, Porto Empedocle, Gela e Licata; realizzati un modernissimo terminal crociere e un terminal per aliscafi.
Tutto questo ha generato un progetto di rigenerazione urbana e sociale che ha già prodotto: un incremento record nel traffico passeggeri da navi da crociera che si avvia a superare quest’anno, in anticipo rispetto alle previsioni, il milione di croceristi: un aumento dell’occupazione. “Prima era un sogno, poi si è trasformato in una volontà precisa che è stata compresa dalla comunità: quella di trasferire nella città un nodo integrato, un vero e proprio asset economico, ma anche sociale, inseguendo – ha affermato Pasqualino Monti, presidente della Autorità di Sistema Portuale del mare di Sicilia occidentale – una parola d’ordine: riordinare. Creare spazi precisi e percepibili immediatamente per le differenti attività del porto, facendo del porto stesso una parte integrante della città, in ciò trasformando un’industria complessa in un sistema che fosse, come accaduto, vissuto e avvertito come parte integrante della comunità cittadina.
Oggi a Palermo il Waterfront è un luogo polifunzionale – spiega Monti – dove il lavoro incontra il tempo libero, l’architettura celebra l’ambiente e la tecnologia abbraccia la sostenibilità. È uno spazio vivo, che cresce con la città e la sua comunità. La trasformazione del porto di Palermo non è solo un progetto infrastrutturale, ma una nuova idea di città: aperta, dinamica e pronta a dialogare con il Mediterraneo e con il mondo. È quello che abbiamo fatto lo scorso anno trasformando il molo Trapezoidale nel moderno Palermo Marina Yachting, un’area degradata in un’opportunità di sviluppo. La capacità competitiva dei territori è in chiara relazione con la modernizzazione della dotazione infrastrutturale degli stessi e dei servizi offerti. Così anche il molo, da accozzaglia di cemento e di funzioni, è cambiato, acquisendo destinazioni d’uso del tutto nuove che hanno a che fare con la riqualificazione culturale e l’accoglienza turistica.
Quelle realizzate sul molo Trapezoidale, oggi Palermo Marina Yachting, sono modifiche di assetti funzionali che conferiscono un carattere indelebile ai paesaggi, enfatizzano simboli e valori legati alle vicende storiche e proiettano il visitatore – sia esso un residente o un turista – all’interno del mondo dei flussi e delle emozioni che le città portuali sanno produrre e suscitare. Su quest’area si muovono annualmente circa due milioni di persone quindi possiamo affermare che il raccordo tra porto e centro storico è ormai assicurato e l’obiettivo di ritrovare nel mare un elemento di identità è stato sostanzialmente realizzato. Adesso i simboli e i valori di questo spazio sono diventati la cultura, la fantasia, il gioco, il loisir, la difesa del mare, l’esposizione delle eccellenze del Made in Sicily, attorno al motore del luogo, ovvero il Castello a Mare, valorizzato e pronto a incrementare l’offerta culturale cittadina”.
Un bel salto di qualità, trattandosi non solo di un cambiamento sull’area a mare, ma soprattutto di una vera e innovativa idea di città a forte impatto, con spazi aperti che consentono di immergersi completamente nell’esperienza marittima. Un nuovo quartiere d’acqua. I risultati, dopo un anno, sono positivi, con un afflusso al di sopra di ogni aspettativa. Riprende Monti: “Gli esercenti, che hanno investito in questo luogo, sono soddisfatti del loro “condominio” che offre dallo street food al sushi, dalla gioielleria alla Spa. Nel porto di Palermo, nel 2024, supereremo il milione di croceristi, numero che crescerà ancora nel 2025. Palermo in passato ne faceva 450 mila: in pochi anni Palermo ha raddoppiato il dato.
Abbiamo investito quasi 600 milioni perché il porto divenisse quello che è oggi, ma il lavoro continua, i margini di miglioramento sono ancora tanti. Abbiamo altre opere in corso di realizzazione, come l’interfaccia città-porto, il cui primo lotto inaugureremo nella prossima primavera, che miglioreranno la funzionalità portuale e la connessione con la città”. C’è anche la sistemazione del Molo Sud per completare la riqualificazione attorno alla Cala, l’antico porticciolo. “Sì, il Molo verrà ampliato – continua Monti – creeremo nuovi percorsi ciclo-pedonali, i vecchi edifici saranno sostituiti da altri di pregio e dati in concessione alle attività già esistenti; sulla banchina esterna prevediamo la realizzazione di nuovi ormeggi turistici per navi e mega yacht”.
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