Nell’arredamento della nuova casa a Reggio Calabria ha ricreato l’atmosfera della sua Parigi, ma la città dello Stretto, quella degli affetti e le amicizie, Robertina Manganaro l’ha ritrovata bellissima. “Il lungomare all’alba e al tramonto – dice – è un dipinto mozzafiato. Quei colori meravigliosi che cambiano e si trasformano, l’orizzonte del mare… tutto mi riempie di pace, ogni volta che passo di lì. Sono una cittadina del mondo, ma a Reggio mi sento a casa. Per me rappresenta un porto sicuro, l’unico luogo in cui riesco ad attraccare ed essere protetta”.
Dalla sua terra d’origine la stilista è stata lontana due anni, che segnano anche l’assenza lancinante dell’amata mamma, scomparsa nel 2022. Per questo la contessa ha voluto vendere la casa reggina di famiglia, dove aveva assistito la madre fino agli ultimi giorni: “Sarebbe stato doloroso vivere lì, troppi ricordi che mi facevano male. I genitori siamo costretti a vederli andare via, è nella natura delle cose. Ma il tempo non lenisce questa sofferenza, lei mi manca sempre, in ogni momento. E’ stata la mia complice, la persona che più mi ha capita, parte integrante di tutti i successi e gli obiettivi che ho raggiunto”.
Robertina non ha paura di spiegare cosa significhi perdere una persona cara o lottare contro la malattia, come sta facendo oggi accanto al marito, il conte Gianfranco Canovi Torelli. In questi anni è stata colpita da prove durissime, ma non si è fatta abbattere. Il suo ritorno a Reggio non è una fuga o un atto remissivo di necessità, e chi la conosce lo sa. In una città del Sud diversissima dalla frenetica Milano o la sfavillante Parigi, ha riscoperto un’occasione per celebrare ancora la vita, tra bilanci, nuove ispirazioni e l’istintiva ricerca della bellezza che da sempre è motore della sua personalità.
Un attico arredato in stile parigino e l’affetto delle amiche storiche e nuove
Incontriamo la contessa nell’attico dove si è trasferita con il marito e due adorabili e pestiferi cagnolini. Dalla spettacolare terrazza attraversata dal nostro vento, che sa essere terribile e dolce, arriva l’odore della salsedine marina. Balsamo per corpo e anima. Innamorata della Tour Eiffel, la madame del cuore flessuosa come uno dei suoi figurini di moda, ha voluto una casa in stile parigino: pareti nere e lucenti, specchi, scenografici chandelier di cristallo, divani color crema che fanno risaltare gli elementi d’arredo dorati. Quadri e fotografie, tutti speciali, come il ritratto firmato dall’amico Forattini e la cornice che racchiude Robertina insieme alle sue migliori amiche.
Ci sono Valeria, Alessandra, Daniela De Blasio – vere colonne portanti della vita, punti cardinali certi anche a distanza di anni e migliaia di chilometri: “Avere loro mi ha salvato in tanti periodi bui – confida – oggi a 50 anni so che l’amicizia è il bene più prezioso, superiore anche all’amore”. Affetti inossidabili d’antan, legami con il passato a Reggio, ma pure conoscenze recenti e già nutrite da una forte affinità. “Le mie amiche – continua – sono donne meravigliose. Professioniste reggine di successo, forti e intelligentissime. Ho capito nel tempo che la qualità di un rapporto di amicizia non è il ‘quanto’ ma il ‘come’. Ad esempio Cristina, che conosco da qualche mese, è un’amica a cui tengo moltissimo. Si è rivelata una persona eccezionale, amo la sua ironia e grande umanità”.
Robertina Manganaro è sempre stata convinta della genialità delle donne: “Non esiste un uomo che possa eguagliare una donna intelligente e infatti ho stima di pochissimi uomini: per la maggioranza non sanno quello che vogliono, sono indecisi, narcisi e immaturi. Noi donne invece siamo dei geni. Io, che sono diventata la donna che volevo essere, su questo non ho mai avuto dubbi”.
L’eccezione che conferma la regola sulle inadeguatezze maschili è il marito Ninni, blasonato milanese che adora Reggio, l’umanità dei reggini, i sapori tipici e questo clima mite che fa da talismano nella battaglia contro il cancro. “In realtà – dice Robertina – penso che una donna per essere felice debba avere tre mariti! L’amore vero, però, è un altro discorso.. quello è soltanto uno”.
“Reggio è diventata molto bella ed ha l’umanità che manca a Milano”
L’attività imprenditoriale di Robertina Manganaro con la maison nata nel 2000 si rivolge ormai soprattutto al mercato internazionale. Pur continuando a vestire le sue clienti italiane storiche, lavora molto per il target dei paesi arabi. I suoi abiti sono richiesti da donne affascinanti che indossano l’haute couture e ne conoscono il valore. Robertina vive con la valigia pronta per le trasferte nel Qatar, gli Emirati, New York; e ora la base a Reggio, la città bella e gentile della storica boutique Manganaro. E oggi? “Le mie clienti, donne di classe e distinte, oggi hanno una bella età, con loro quell’epoca è finita. Non voglio dire – precisa – che Reggio non sia una città elegante, anzi trovo che non abbia nulla di meno di Milano, diventata molto provinciale oltre che fredda, nel clima e nella gente. I bei locali che ho visto qui possono competere con quelli delle metropoli europee e mi piace molto anche la nuova piazza De Nava. Poi, trovo cambiata in meglio la mentalità, nella nuova generazione c’è apertura e meno pregiudizi”. Le classifiche di qualità non sono l’unica unità di misura: “Reggio ha problemi come qualunque altra città, nessuna è esente da disservizi. Però c’è questo sole che nelle mattine di dicembre arriva sulla mia terrazza… è qualcosa di impagabile”.
Una rinnovata boutique Manganaro a Reggio non è nei programmi di questo rientro calabrese, pur attraversato da idee e fermenti. “Per la moda che faccio io – sottolinea – qui non c’è mercato. Non è una questione economica, ma di scelte. Noto un terribile dilagare dell’acrilico… ecco, si preferisce spendere soldi per una borsa firmata, pensando che basti per essere eleganti. Accade anche a Milano, non a Parigi, dove l’eleganza è ancora molto connaturata. Su questo io sono tassativa, non esistono compromessi possibili: una semplicissima camicia di seta sarà sempre più chic di una d’effetto ma in misto acrilico. La differenza tra legno e truciolato la noti”.
La sintonia con madame Francesca D’Elia: “Adoro vestirla, donna bellissima e intelligente”
Le signore che frequentavano la sua storica boutique, a Reggio Robertina le incontra ancora, per giocare a canasta. Reggina è però una cliente top di Robertina, Francesca D’Elia, ingegnere che vive a Roma e fa il fitting dei modelli nell’atelier Manganaro a Parigi. Per lei ha realizzato il meraviglioso abito nero in pizzo di seta per un evento straordinario, la nomina di aralda nella fondazione del principe Alberto II di Monaco. Parlando dell’imprenditrice, gli occhi di Robertina si illuminano: “Madame D’Elia è una donna di cui la città di Reggio deve essere orgogliosa. Bellissima, bionda, perfetta come una Barbie. Il suo aspetto delicato farebbe pensare a una donna che vola al primo soffio di vento ma poi… che sorpresa! Ha questo carattere forte, solido”. Cliente e amica, perché per la stilista nata a Melito vestire le donne è un’opera amorosa, che implica complicità e condivisione di desideri e sentimenti. “Cerco bellezza nelle persone, i luoghi, le cose – confida – eppure quello che ho vissuto in questi anni ha cambiato la mia visione del mondo”.
La sua moda è inebriante, sontuosa, sofisticata. Ma la morte della madre e la malattia del marito hanno portato Robertina nelle corsie d’ospedale. “Aspettando che Ninni facesse la chemio – racconta – nella saletta c’erano un bambino di tre anni e un ottantenne. Sono credente e mi sono chiesta il perché di quella sofferenza. Quale colpa devono scontare un bambino così piccolo e un uomo che vorrebbe solo concludere serenamente la sua vita?” Robertina si dona a queste giornate con impeto e gratitudine per ogni attimo di serenità rubato al destino che non conosciamo: “Il tempo è il dono più prezioso e non dobbiamo sprecarlo. Stare con chi amiamo e ci ama, circondarci di persone sincere, questo conta. Non rinunciare a nulla, non avere rimpianti”.
Le feste natalizie Robertina le trascorrerà con gli amici accogliendoli nella zona living dove ha allestito un bar curatissimo con liquori e vini pregiati, sullo sfondo un albero di Natale gioioso. La cena della vigilia, una tradizione importante che collega alle memorie della famiglia, per gli ospiti cucinerà solo lei: “Cucina italiana e francese, il nostro stocco, che io amo molto, abbinato alle escargot”. Leonessa di segno zodiacale e fatto, ma anche farfalla, come la nuvola di ali negli abiti in mussola di seta della sua indimenticabile sfilata milanese in piazza San Carlo, omaggio alla primavera. “E’ l’immagine che più rappresenta la mia creatività. Il primo ricordo che ho del mio essere nel mondo è questo: sono bambina e inseguo una farfalla meravigliosa. Corro per afferrarla e la guardo volare, libera”.
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