Torino ha il record di cassa integrazione, ma cerca lavoratori in Pakistan. Ecco perché – Torino Cronaca

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In Piemonte (e non solo a Torino) la cassa integrazione sta raggiungendo livelli record, eppure molte aziende per trovare il personale, adesso, si rivolgono al Pakistan. Pare un paradosso, ma è quello che emerge dalle previsioni di Unioncamere e dalle analisi degli operatori di settore: un canale fra Italia e Pakistan per il reclutamento e la mobilità legale della forza lavoro. Il tema è emerso nel seminario “Competenze globali per sfide locali – Dai bisogni delle imprese alla circolazione delle competenze, nuovi paradigmi per la mobilità lavorativa”, organizzato da Anolf Piemonte, Iscos Nazionale e Cisl Piemonte e tenutosi presso il Circolo dei Lettori di Torino. Il progetto messo in campo si chiama SkillNet, ecco i dati principali e in cosa consiste.

Il fabbisogno di personale in Italia: i numeri di un’emergenza annunciata

Il mercato del lavoro italiano è sotto pressione. Secondo le previsioni di Unioncamere (2023), tra il 2024 e il 2028 il fabbisogno occupazionale sarà compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di lavoratori, con una media annua di 630-730mila nuovi ingressi. Tuttavia, il principale motore della domanda non sarà la creazione di nuovi posti di lavoro, bensì la necessità di sostituire il personale in uscita a causa dei pensionamenti, che rappresenteranno l’80-92% del fabbisogno totale.

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Più di due terzi delle imprese italiane segnalano difficoltà nel trovare le competenze necessarie per le proprie attività, con criticità particolarmente evidenti nel reperimento di profili tecnici, indicati dal 69,2% delle aziende, e di personale per mansioni manuali, segnalate dal 47,2% a livello nazionale e dal 58,9% nel settore industriale. Le difficoltà appaiono meno significative in relazione alle competenze trasversali, segnalate dal 16,5% delle imprese, e a quelle manageriali, indicate dall’8,3%. Questi dati emergono dall’Indagine Confindustria sul lavoro 2024,.

Il sistema Excelsior evidenzia la necessità di nuove assunzioni nei settori degli addetti alle vendite (200-180 mila unità), degli operai specializzati nel settore delle costruzioni (154-170 mila unità) e dei meccanici (45-53 mila unità). Ma la vera sfida per le imprese è la difficoltà nel reperire personale qualificato, che tocca il 47,6% delle posizioni ricercate nel 2024 (Confartigianato, 2024).

Il progetto SkillNet: una risposta concreta alla carenza di personale qualificato

Durante il seminario, il presidente di Anolf Piemonte, Paolo Pozzo, ha presentato il progetto SkillNet, una collaborazione tra Italia e Pakistan volta a facilitare il reclutamento e la mobilità regolare di forza lavoro qualificata. Questo progetto risponde all’esigenza di integrare il mercato del lavoro italiano con competenze provenienti da Paesi extraeuropei.

Secondo Luca Caretti, segretario generale della Cisl Piemonte, “per rispondere ai fabbisogni del mercato del lavoro, attuali e futuri, è necessario attivare percorsi di formazione professionale nei Paesi terzi e promuovere processi di mobilità regolare e sicura”. SkillNet si pone quindi come un’iniziativa strategica per migliorare l’accesso delle imprese piemontesi a risorse umane qualificate, favorendo al contempo la mobilità internazionale e la formazione professionale.

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Il mercato del lavoro in Piemonte: uno scenario in trasformazione

Anche il Piemonte non è immune a queste sfide. Secondo il rapporto annuale della Banca d’Italia (2024), l’economia regionale ha registrato una crescita del +0,9% nel 2023, ma il saldo occupazionale è ancora lontano dai livelli pre-pandemia. L’aumento dell’occupazione ha riguardato soprattutto gli uomini con un livello di istruzione terziaria, mentre le donne e i giovani hanno registrato miglioramenti più contenuti.

Il tasso di disoccupazione piemontese è sceso al 6,2%, con una diminuzione significativa rispetto al periodo pre-pandemico, ma la regione continua a mostrare segnali di debolezza strutturale. La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è destinata a ridursi del 16,1% entro il 2042, un trend preoccupante legato all’invecchiamento della popolazione.

Anche il fabbisogno occupazionale in Piemonte è significativo. Tra il 2024 e il 2028, la regione e la Valle d’Aosta peseranno per il 7,5% del fabbisogno nazionale, con oltre 287.000 nuove unità da inserire nel mercato del lavoro. Tuttavia, di queste, circa 248.000 saranno necessarie solo per la sostituzione del personale in uscita.

Quali sono le figure più ricercate in Piemonte?

Secondo il sistema Excelsior, tra settembre e novembre 2024, il 24,1% delle 86.950 aziende piemontesi ha dichiarato l’intenzione di effettuare assunzioni. Le principali aree di reclutamento riguardano:

  • Esercenti e addetti alle attività di ristorazione (11.190 unità)
  • Addetti alle vendite (8.980 unità)
  • Personale non qualificato nei servizi di pulizia (7.170 unità)
  • Personale non qualificato per spostamento e consegna merci (6.640 unità)
  • Addetti alla segreteria e agli affari generali (4.160 unità)

Un altro elemento cruciale è la difficoltà di reperimento delle risorse umane:

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  • Conduttori di veicoli a motore: nel 57% dei casi, le imprese dichiarano di non trovare personale qualificato.
  • Operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni: il 54,5% delle aziende dichiara difficoltà di reperimento, anche a causa della scarsa adeguatezza dei candidati (21,4%).
  • Meccanici artigianali e manutentori di macchine fisse/mobili: in questo caso, il 59,8% delle imprese segnala problemi di reclutamento.

Le difficoltà di reperimento derivano da un mix di fattori: la mancanza di candidati adeguati, il mismatch tra le competenze richieste e quelle disponibili e la scarsa attrattività di alcuni settori professionali.

Le cause della carenza di personale

Le ragioni delle difficoltà di reperimento sono molteplici:

  1. Invecchiamento della popolazione: sempre più persone escono dal mercato del lavoro per pensionamento, e il numero di giovani in età lavorativa è in calo.
  2. Disallineamento tra domanda e offerta di competenze: il sistema educativo italiano non risponde adeguatamente alle esigenze del mercato del lavoro, con la conseguenza di creare disoccupazione giovanile e carenza di figure specializzate.
  3. Fuga di cervelli: i giovani altamente qualificati spesso preferiscono lavorare all’estero, aggravando la carenza di competenze critiche per il sistema produttivo nazionale.

Il segretario generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti, e il presidente di Anolf Piemonte, Paolo Pozzo, hanno sottolineato la necessità di lavorare in rete tra istituzioni, settore privato e parti sociali: “Dobbiamo attivare percorsi di formazione professionale nei Paesi terzi e promuovere processi di mobilità sicuri e regolari. Questo approccio consentirà di rispondere meglio alle necessità delle imprese e offrirà opportunità reali a chi verrà a lavorare in Italia”. La presidente di Anolf nazionale, Maria Ilena Rocha, ha evidenziato il ruolo del progetto SkillNet:“La collaborazione tra Italia e Pakistan rappresenta un modello innovativo di gestione dei flussi migratori per lavoro. Creiamo percorsi di formazione condivisa e garantiamo standard adeguati per l’accesso al mercato italiano”.





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