Allo scorso settembre in totale, su circa 84 mila investitori complessivi in startup e pmi innovative, erano circa 14.600 le imprese corporate socie, in logica quindi di corporate venture capital, cioé il 17,4% del totale. Lo rileva il Nono Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da InnovUp, l’associazione no profit e super partes che rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana, e Assolombarda, con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e con il supporto di Piccola Industria Confindustria e dell’area Politiche per il Digitale e Filiere, Scienza della Vita e Ricerca di Confindustria con Fondazione MAI (si veda qui il comunicato stampa).
Il dato è in leggero aumento rispetto a quello mappato nel settembre 2023 dall’Ottavo Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, quando si erano contati 82.732 mila investitori complessivi in startup e pmi innovative, di cui circa 14 mila imprese corporate socie, cioé il 16,6% del totale (si veda altro articolo di BeBeez). A sua volta quel dato era in leggero aumento rispetto a quello del 2002, quando su un totale di circa 82 mila investitori complessivi in aziende innovative, i CVC erano poco meno di 13 mila con un peso sul totale del 15,9% (si veda qui il Settimo Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano).
In particolare, i Corporate Venture Capital (CVC) a inizio settembre di quest’anno risultavano investiti nel capitale capitale di 4.006 startup innovative (dalle 4.181 del settembre 2023) e di 1.252 pmi innovative (da 1.113), per un totale quindi di 5.258 imprese innovative, in linea con le 5.300 del 2023 in termini assoluti, ma con un peso crescente sul totale delle imprese innovative arrivato al 33,2% (dal 32% del 2023 e dal 31,2% del 2022), visto che nel corso degli ultimi due anni il numero delle aziende innovative è diminuito. A inizio settembre, infatti, erano 15.861 le imprese innovative identificate nel Registro Imprese (dalle 16.539 del 2023 e dalle 17.138 del 2022), di cui 12.929 startup e 2.932 pmi ( dalle 13.902 startup e 2.637 pmi del 2023). Queste 5.258 imprese generano 5,3 miliardi di euro di ricavi, cioé il 47,2% del totale delle 15.900 imprese innovative.
Chiara Petrioli, presidente di InnovUp, ha dichiarato: “Il mercato dell’innovazione italiano dimostra una resilienza notevole, con un fatturato di 11,1 miliardi di euro generato da quasi 16.000 imprese. Nonostante la leggera flessione nel numero di startup, l’aumento delle pmi innovative testimonia una crescita e una maturazione dell’ecosistema. Maturazione testimoniata, anche, dal dato degli investimenti in venture capital da parte delle corporate, pari a 313 milioni di euro, il 21% del totale degli investimenti registrati nel 2024 (1.493 milioni di euro), con una crescita del 190% rispetto al 2023, evidenza dell’interesse crescente verso l’innovazione nel nostro paese. Tuttavia, la distribuzione geografica degli investimenti richiede attenzione: dobbiamo lavorare per colmare il divario tra Nord e Sud, favorendo la crescita di un ecosistema innovativo più diffuso e inclusivo, e come InnovUp continueremo a favorire attività che aiutino tutto il Paese a sviluppare la filiera dell’innovazione”.
Le aziende italiane che investono in startup si confermano prevalentemente società di piccole dimensioni, con il 64,9% che ha meno di 10 addetti, e la maggior parte (42%) che opera nei servizi non finanziari. Le microimprese rappresentano anche il 65,9% del capitale sociale totale detenuto da aziende in startup e pmi innovative. Questa quota, tuttavia, è in calo di oltre tre punti percentuali rispetto al 2023, mentre aumenta il peso degli investimenti da aziende di maggiori dimensioni (con quasi 24 milioni di euro di capitale in più immessi da imprese medio-grandi nell’ultimo anno).
A livello geografico, per il secondo anno consecutivo il numero di startup e pmi cresce solamente nel Sud e nelle Isole (ora sede del 27,4% del totale nazionale). Questa tendenza si scontra con una scarsità di potenziali investitori aziendali nella stessa ripartizione: quasi la metà (47,8%) dei soci aziendali è infatti concentrata nel Nord-Ovest, a fronte di un modesto 12,2% nel Sud e nelle Isole. Questa frammentazione è aggravata dalla quota dei soci aziendali che investe al di fuori della propria regione, scesa al 24,5% nel 2024.
“Il Corporate Venture Capital rappresenta sempre più una leva strategica fondamentale per l’innovazione delle nostre piccole e medie imprese”, ha sottolineato Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria. “I dati dell’Osservatorio confermano un trend significativo: un terzo delle startup e pmi innovative italiane è partecipato da investitori aziendali, generando il 47,2% dei ricavi complessivi del settore. Un fenomeno cruciale per il nostro tessuto imprenditoriale, tenendo anche conto che ad investire sono soprattutto realtà di piccole dimensioni, il 65% dei soci investitori ha meno di 10 addetti, con un aumento nel corso dell’ultimo anno anche del peso degli investimenti delle imprese medio-grandi. Inoltre, mentre assistiamo a una contrazione numerica di startup e PMI innovative in Italia, gli investimenti aziendali si dimostrano un fattore di stabilità e crescita: le imprese partecipate da aziende mostrano performance superiori alla media, fatturati in crescita e una maggiore solidità. Tuttavia, emergono criticità strutturali che richiedono attenzione. La concentrazione degli investitori aziendali nel Nord-Ovest (47,8%) contro appena il 12,2% nel Mezzogiorno rischia di acuire i divari territoriali dell’innovazione. Serve un impegno comune per diffondere cultura e strumenti di investimento in tutte le regioni. L’investimento da parte di aziende in startup non è solo una fonte di capitale, ma un ecosistema di contaminazione e sviluppo che può rigenerare il nostro sistema produttivo. Perché ciò accada le PMI vanno sostenute con strumenti specifici affinché siano sempre più protagoniste di questa trasformazione. Mi riferisco in particolare alla detrazione fiscale per i contribuenti che investono in PMI innovative, in scadenza a fine 2024, che dovrebbe essere prolungata almeno per tutto il 2025”.
Anche in Lombardia diminuiscono le startup e pmi innovative (-4,7% annuo), ma sono ancora più di 4.300 (il 27,4% del totale nazionale) e generano 3,7 miliardi di euro di fatturato (un terzo del valore italiano). Rispetto alle altre regioni, la Lombardia emerge come un ecosistema innovativo più maturo, dove quasi la metà delle imprese innovative è partecipata da investitori specializzati o corporate. Queste hanno un peso molto significativo anche in termini di valore economico: generano infatti oltre 2,5 miliardi di ricavi, ovvero più del 70% del totale regionale.
Le caratteristiche dei soci aziendali lombardi non si discostano molto da quelle evidenziate dai dati nazionali: sono soprattutto società di piccole dimensioni appartenenti ai servizi. Il numero di investitori di grandi dimensioni (250+ addetti) è però cresciuto del 13,5% tra 2023 e 2024. Rispetto al resto d’Italia, l’ecosistema innovativo lombardo appare più “accentrato”, con il 75,8% degli investitori aziendali che si rivolge verso settori diversi dal proprio e il 20,1% che investe fuori regione (in entrambi i casi, un’apertura inferiore rispetto alle altre regioni).
“La Lombardia conferma il suo ruolo di modello di riferimento e motore dell’innovazione italiana”, ha aggiunto Federico Chiarini, vicepresidente con delega alle startup e presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda. “Con oltre 4.300 realtà innovative e un fatturato che supera i 3,7 miliardi di euro, il nostro territorio rappresenta un ecosistema imprenditoriale dinamico e proiettato verso il futuro. Ciò che distingue la Lombardia è la maturità del suo ecosistema: quasi la metà delle imprese innovative ha già attirato investimenti da parte di aziende o investitori specializzati. I dati, poi, mostrano una crescita particolarmente significativa del numero di investitori di grandi dimensioni, a dimostrazione di un crescente interesse verso l’innovazione e di una convergenza significativa: le start-up più innovative e inclini al cambiamento incontrano le imprese più strutturate, maggiormente in grado di indirizzare la loro crescita, grazie a risorse e competenze avanzate. Emergono anche alcuni elementi di riflessione. L’ecosistema lombardo appare più ‘accentrato’ rispetto ad altre regioni, con una minore propensione a investire al di fuori dei propri confini. Sono sempre più necessarie, per sostenere un ecosistema così dinamico, politiche pubbliche a supporto dell’innovazione e dell’imprenditorialità, con la sfida aperta data dalla necessità di attrarre sempre più talenti per affrontare una competizione globale che appare sempre più serrata”.
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