“Per aver portato la Tuscia sui palcoscenici della moda internazionale”

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Alla stilista Benedetta Bruzziches il premio “Giulia Farnese”. Domenica pomeriggio, 8 dicembre, nella chiesa di Santa Maria a Carbognano, si è svolta la prima edizione di questo premio voluto dall’amministrazione comunale come uno degli eventi di punta delle celebrazioni del quinto centenario della morte della nobildonna del Cinquecento, organizzato dalla Rete di Giulia, in collaborazione con la St sinergie.

Un riconoscimento che mira soprattutto a valorizzare il territorio, come sottolineato da Mariangela Garofalo, manager della Rete di Giulia: “Anche questa iniziativa è frutto di una cooperazione vincente tra pubblico e privato per incentivare il turismo e, di riflesso, rilanciare l’economia locale attraverso un’offerta culturale di livello, mettendo in rete tutte le migliori energie di cui si dispone”.

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A introdurre la cerimonia, condotta da Tiziana Lagrimino, responsabile organizzativo per St Sinergie, il video realizzato da Project Tuscia e sceneggiato da Giovanni Proietti, regista della compagnia teatrale di Bomarzo “I commediari”, che ripercorre con una narrazione in prima persona la vita di Giulia “la bella”, dalla nascita al matrimonio con Vicino Orsini, passando dal legame con la famiglia Borgia per la relazione con papa Alessandro VI, fino al trasferimento nel feudo di Carbognano, definito “una scelta di libertà, un’affermazione di donna”.

“Lo spirito con cui oggi organizziamo il premio dedicato a una figura straordinaria del Rinascimento – ha spiegato il sindaco di Carbognano, Agostino Gasbarri – è quello di declinare al presente la sua lungimiranza e la sua intraprendenza, omaggiando una donna contemporanea di successo che la ricorda. Giulia Farnese, infatti, ha creato nel ‘500 un florido ponte tra questo piccolo paese e Roma, portando prestigio e ricchezza”.

La busta, portata sul palco da una dama in abiti d’epoca, ha rivelato il nome di Benedetta Bruzziches, vincitrice di questa prima edizione del premio “Giulia Farnese”. La giovane stilista di fama internazionale, acquisita attraverso l’esperienza nell’atelier di Romeo Gigli a Milano e il fortunato incontro con Vimal che l’ha proiettata in India, è originaria di Caprarola, dove vive e lavora con il fratello Agostino.

A Bruzziches è stata consegnata dal primo cittadino la lunetta in maiolica, creata per l’occasione da Marco Guglielmi dell’antica zecca di Viterbo e smaltata e dipinta da Vincenzo Debboloni alias Mastro Cencio di Civita Castellana. Una creazione inedita, battezzata dal maestro “Lunetta”, risultato di un’approfondita ricerca storica e iconografica e custodita in un raffinato scrigno fatto a mano in legno a forma di libro, che raffigura un unicorno bianco, tratto dal fantastico bestiario medievale, che immerge il suo corno in una fonte, liberandola dal male, simboleggiato da quattro serpenti in fuga. In alto spicca un giglio dorato, emblema farnesiano, mentre alla base si legge il motto della nobile famiglia rinascimentale “Virtus sicuritatem parit!”. Un’opera ispirata stilisticamente alle “Lunetta” in terracotta, realizzate da Andrea Della Robbia nel 1508 e poste sul sui tre portali d’ingresso del santuario di Santa Maria della Quercia, a Viterbo, a cui Giulia Farnese era profondamente devota, in quanto nel 1515 guarì miracolosamente da una terribile malattia che l’aveva ridotta in fin di vita, in seguito a un ex voto, ricevuto proprio dalla Madonna della Quercia.

Le motivazioni: “Per essere riuscita a trasformare il suo lavoro in una crescita personale, sociale e culturale. Per la passione, la dedizione e l’originalità che ha impresso alle sue creazioni. Per aver investito nel proprio territorio, creando risorse e opportunità per la comunità locale, coinvolgendo artigiani e i giovani di questi luoghi, formando così una nuova generazione di lavoratori. Per aver promosso la tradizione come processo d’innovazione, dimostrando che l’economia italiana può ripartire dai piccoli borghi. Per la determinazione e la capacità, come giovane donna, nel riuscire a coniugare la passione e la sua creatività con un progetto imprenditoriale volto a creare economia sul territorio. Per aver proiettato la Tuscia sui palcoscenici della moda nazionale e internazionale. Per la particolare congiuntura che in questo anno, dedicato a Giulia Farnese detta “la bella”, lega una delle sue creazioni alla meravigliosa donna vissuta 500 anni fa”.

L’ideatrice del rinomato brand di moda, senza trattenere la commozione, ha commentato: “Sono onorata di ricevere questo premio, che è anche un po’ di tutti. Quando ho scelto Caprarola come punto di riferimento per la mia attività, sapevo che non sarebbe stato facile trovare uno spazio nel mondo. Allora ho pensato che le mie borse, realizzate con passione e amore, si sarebbero fatte strada da sé. Essere nata a Caprarola, accanto allo splendore di palazzo Farnese, mi ha spinta a coltivare la bellezza. Ho sempre sentito vicina e affine Giulia per la sua vocazione a essere libera e indipendente, nonostante il contesto storico e familiare. E anch’io sono qui per portare avanti con forza e dolcezza i miei progetti. Per metà sono di Carbognano, da parte di mia mamma, e sono convinta che le donne di questo paese abbiano ereditato un’energia incredibile da Giulia Farnese. Per dire, mia nonna Bernardina è stata la prima donna carbognanese a indossare i pantaloni e a guidare la macchina”.

Immancabile il riferimento all’elegante borsa griffata Benedetta Bruzziches, dedicata a Giulia Farnese: “Non sapevo che quest’anno fossero i 500 anni dalla morte di Giulia, infatti la borsa che le ho dedicato l’avevo disegnata l’anno scorso, però ogni mia creazione è una tappa della mia vita oppure, a volte, ne anticipa un cambiamento. E in questo caso è stato così. Visto che di lei non ci restano ritratti o immagini ufficiali, ho voluto rappresentare la sua libertà, optando per una forma leggera. Inoltre c’è il richiamo all’unicorno, simbolo farnesiano”.

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Prima di salutare il pubblico, la stilista ha voluto rimarcare il suo stretto rapporto con la Tuscia: “Vi ho portato una delle mie borse, che ho chiamato “La bisbetica domata”. Un nome non casuale perché questo progetto era impossibile da produrre. Rappresenta un fazzoletto che cade, cristallizzato. Beh, è riuscita a realizzarla una signora di Carbognano… una magia”. Al termine della premiazione, a Benedetta Bruzziches sono stati donati una composizione floreale e una copia del libro di Patrizia Rosini “Giulia Farnese. Storia di una vita”, pubblicato da Edizioni Archeoares, in occasione del Cinquecentenario.



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