«Via gli abusivi da scuola»

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Giusto il tempo di una ricognizione all’interno della scuola, poi è passata alle vie di fatto. Ha scritto al Comune, alla Procura di Napoli e ai pm contabili: bisogna liberare la mia scuola dalle occupazioni abusive. Bisogna tutelare gli studenti, parliamo di alunni dai tre ai quattordici anni, che vivono nell’istituto comprensivo Ilaria Alpi-Carlo Levi.

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La denuncia

Cronache dalla frontiera virtuosa di Napoli, siamo a Scampia, tra via Baku e viale della Resistenza. A firmare la diffida a enti locali e Procure, a segnalare il caso di occupazioni abusive, è una dirigente fresca di mandato. Si chiama Sandra Santomauro, l’ultima pec porta la data del 4 dicembre scorso. Chiaro il ragionamento: la scuola è occupata da soggetti estranei all’istituto. Parliamo di soggetti adulti, che in modo illegale hanno preso possesso di alcuni locali un tempo affidati a custodi. Possibile che questo tipo di occupazione abusiva sia riconducibile a parenti o conoscenti di antichi custodi che ormai da tempo hanno stabilito la loro dimora all’interno dell’Istituto comprensivo. Parliamo di una eccellenza nel panorama formativo della Campania, una sorta di presidio sempre aperto alla variegata utenza alle porte di Napoli. Dalle elementari alle medie, nello stesso istituto che garantisce una sorta di argine naturale ad ogni genere di illegalità, nel quartiere delle Vele, quello – per intenderci – che venti anni fa faceva notizia per la faida per la droga e che oggi attira attenzione per il polo universitario e il progetto di rigenerazione urbana con i fondi del Pnrr.

L’affondo

Ma in cosa consiste la diffida della dirigente? Andiamo a leggere l’ultima sollecitazione, quella spedita lo scorso 4 dicembre: «La presenza di persone estranee comporta problematiche determinate dall’utilizzo promiscuo nei locali della scuola. Tali soggetti continuano a creare problemi allo svolgimento delle attività scolastiche ed extra scolastiche, non consentendo il passaggio fisico e opponendo spesso resistenza verbale».

I controlli

Chiaro il concetto? A leggere la diffida, ci sono soggetti che – oltre ad occupare illegalmente uno spazio pubblico – assumono anche atteggiamenti tracotanti nei confronti di alunni, personale scolastico e altri utenti. Non è tutto. Viene anche segnalato l’abbandono di rifiuti, parliamo sia di materiale ferroso che di materiale organico nei locali di pertinenza del plesso Ilaria Alpi, quanto basta a vanificare le bonifiche e le derattizzazioni che la scuola – con i soldi dei contribuenti – ha messo in campo in questi mesi.

Ma cosa ha spinto i vertici dell’Istituto a firmare avvisi e diffide? Facciamo un passo indietro, torniamo ad un paio di anni fa. Sono i magistrati della Procura della Corte dei conti ad intervenire su alcuni beni dello Stato che risultano da tempo espropriati. Parliamo di almeno sei scuole cittadine (una delle quali al Vomero), dove – ormai da decenni – si tramandano locali di padre in figlio. Intere aree di scuole cittadine vengono così liberate grazie a provvedimenti di sfratto nati dal lavoro dei pm contabili Ferruccio Capalbo e Davide Vitale, sotto il coordinamento del procuratore Antonio Giuseppone. Dopo anni di stasi, dunque, gli sgomberi ma anche capi di incolpazione a carico di dirigenti comunali e amministratori di plessi scolastici. Una attività scandita dalle denunce di alcuni esponenti politici, tra cui Rino Nasti e il parlamentare Francesco Borrelli (Verdi), che ha dato i suoi frutti. Per anni Il Mattino ha documentato le condizioni di degrado in cui versavano alcune strutture pubbliche a Napoli, a causa delle occupazioni da parte di abusivi. In alcuni istituti scolastici ci sono state ben tre generazioni di discendenti di antichi custodi che hanno vissuti grazie ad allacci alle utenze irregolari e alla occupazione di parte di plessi scolastici. Ora denunce e sequestri, capi di incolpazione e condanne (parliamo di provvedimenti adottati in sede penale) hanno rappresentato una sorta di punto di rottura rispetto al passato.

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Esiste infatti una sorta di principio conformativo, che sta dando risultati efficaci sul territorio. Chi si trova a gestire un presidio occupato sa che non può più rimanere passivo. Sa che ha il dovere di segnalare e denunciare, oltre a mettere in campo tutte le risorse possibili per impedire il protrarsi della occupazione. È questo scenario che ha spinto la dirigente scolastica del comprensivo di Scampia a spedire diffide, nel tentativo di liberare quei locali che appartengono alla sua scuola. Come a dire: dopo anni di silenzio, connivenze o di rassegnazione, è venuto il momento di intervenire a ripristinare le regole. Ora la parola passa agli enti locali e alle procure competenti. Si va dalla municipalità, ai pm dell’ufficio inquirente ordinario, quello guidato dal procuratore Nicola Gratteri, ai pm contabili di via Piedigrotta. Anche in questo caso, nessuno è più disposto a tollerare omissioni e abusi sulla pelle di una intera comunità studentesca.





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