In una conferenza stampa tenutasi il 5 dicembre 2024, i dirigenti della NASA hanno dichiarato di aver rinviato le missioni Artemis 2 e 3 dopo aver scoperto la causa principale dell’erosione dello scudo termico Orion, avvenuto nella missione Artemis 1 di due anni fa.
In base al programma rivisto, Artemis 2, il cui lancio era stato precedentemente programmato per settembre 2025, è ora previsto per aprile 2026. Quella missione invierà quattro astronauti americani e canadesi attorno alla luna nel primo volo con equipaggio di Orion.
Ciò ritarderà Artemis 3, che presenterà il primo atterraggio con equipaggio dell’intera campagna di esplorazione utilizzando il veicolo Starship di SpaceX. Quella missione, precedentemente pianificata per settembre 2026, ora dovrebbe svolgersi a metà del 2027.
La NASA ha rivisto quel programma dopo aver completato un’indagine sull’erosione dello scudo termico osservata su Artemis 1. I funzionari dell’agenzia avevano affermato a ottobre di aver determinato cosa avesse liberato il materiale dello scudo termico, ma non avevano fornito dettagli sulla causa o su cosa avrebbe fatto la NASA per correggerlo.
Il problema, ha affermato la vice amministratore della NASA Pam Melroy, era legato al rientro “skip” utilizzato da Orion, in cui la capsula entra ed esce dall’atmosfera per perdere energia. Negli strati esterni dello scudo termico è stato trattenuto più calore del previsto, formando gas che sono rimasti intrappolati nel materiale. “Ciò ha causato l’accumulo di pressione interna e ha portato a crepe e distacchi irregolari di quello strato esterno,” ha affermato Melroy.
Tale conclusione si basava su un’indagine approfondita ed è stata verificata da un team di revisione indipendente. “C’erano molti collegamenti nella catena di errori che si sono accumulati nel tempo e che hanno portato alla nostra incapacità di prevederlo nei test a terra,” ha affermato Amit Kshatriya, vice amministratore associato del Moon to Mars Program Office della NASA. Ciò includeva modifiche nel modo in cui era realizzato il materiale dello scudo termico, chiamato Avcoat, nonché modifiche nella geometria dei blocchi di materiale.
Nella foto lo scudo termico di Artemis 1 durante l’ispezione post-volo. Credito: NASA.
Ciò è stato confermato, ha affermato, in parti del materiale Avcoat che avevano la permeabilità più elevata desiderata che avrebbe consentito ai gas di fuoriuscire. “In quelle zone, non abbiamo assistito a crepe in volo, e questo è stato per noi l’indizio chiave“.
La NASA ha deciso di non sostituire lo scudo termico già completato per la missione Artemis 2 e modificherà invece il profilo di rientro, inclusa la riduzione della durata della fase di salto del rientro. Tali modifiche, ha affermato, dovrebbero essere sufficienti affinché qualsiasi crepa non porti alla rottura del materiale, questo in base ai test svolti a terra.
Mentre indagava sul problema dello scudo termico, l’agenzia ha lavorato su diversi altri problemi di Orion, incluso un problema alla batteria di bordo, segnalato a gennaio, che Kshatriya ha affermato essere stato corretto.
I leader dell’agenzia hanno affermato di aver preso la decisione ora, nonostante un imminente passaggio di consegne presidenziale che probabilmente riesaminerà l’architettura complessiva di Artemis, per evitare ulteriori ritardi. “Siamo in uno slittamento quotidiano. Abbiamo dovuto prendere questa decisione,” ha affermato Melroy. “Se si fosse aspettato che venisse confermato un nuovo amministratore e che un team si mettesse al passo con tutto questo lavoro tecnico che abbiamo seguito da vicino, penso che in realtà sarebbe stato molto peggio“.
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Un volto noto alla NASA
Questo aggiornamento sulle tempistiche delle prossime missioni Artemis si è tenuta dopo che il 4 dicembre il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva dichiarato che il prossimo Amministratore della NASA sarebbe stato l’imprenditore miliardario Jared Taylor Isaacman. Isaacman, che ha accettato la nomina, è piuttosto noto per i suoi stretti rapporti con Elon Musk e la SpaceX dopo che ha svolto già due missioni private con i loro veicoli spaziali. Isaacman è stato infatti il comandante delle missioni private lnspiration4, nel 2021 e Polaris Dawn quest’anno, durante la quale ha eseguito la prima attività extra-veicolare privata.
Nella foto Jared Isaacman durante una visita a Starbase, in Texas. Credito: Polaris Program / John Kraus
Pilota e filantropo originario della Pennsylvania, Isaacman, 41 anni, è il fondatore di Draken International, una società con sede in Florida specializzata nell’addestramento di piloti per le forze armate Usa che si occupa anche di gestire una delle flotte più grandi al mondo di jet da combattimento privati. Ma non solo. L’imprenditore è anche fondatore e amministratore delegato di Shift4 Payments, un processore di pagamenti online.
Se Isaacman venisse confermato nel ruolo di capo dell’agenzia spaziale più potente del mondo sarebbe il quinto ex-astronauta a ricoprire quella posizione. Infatti negli ultimi decenni colui che ha ricoperto la carica di Amministratore NASA è stato spesso un ex-astronauta. Si è cominciato infatti con Richard Truly che guidò l’agenzia dal 1989 al 1992, poi Frederick Gregory nel 2005, Charles Bolden dal 2009 al 2017 e l’attuale Bill Nelson dal 2021 ad oggi. Isaacman aveva in programma di eseguire altre due missioni spaziali private del programma Polaris, la seconda addirittura come comandante del primo equipaggio di una Starship, il nuovo veicolo spaziale riutilizzabile di SpaceX. Se Isaacman dovesse ricoprire il ruolo di Amministratore NASA almeno per quattro anni potrebbe svolgerle solo dopo il 2028.
L’attuale amministratore della NASA, Bill Nelson, ha detto durante la conferenza di aver parlato con Jared Isaacman. Tuttavia Nelson, ha affermato che la conversazione ha avuto luogo prima degli incontri in cui lui e altri funzionari hanno confermato il nuovo piano per Artemis 2 e 3. Melroy ha aggiunto che la nuova amministrazione non ha inviato, come di prassi durante un passaggio di Presidenza, un team di transizione alla NASA, che avrebbe potuto anche essere informato sulla decisione dei rinvii.
Nelson, tuttavia, ha insistito sul fatto che nonostante i problemi e i ritardi, l’attuale architettura è ancora l’approccio migliore per riportare gli esseri umani sulla Luna, osservando che anche con l’ultimo ritardo la NASA sarebbe comunque tornata sulla superficie lunare prima dell’atterraggio con equipaggio previsto dalla Cina nel 2030.
Nell’illustrazione, a sinistra, il programma Artemis attuale e a destra una possibile variante utilizzando Dragon e Starship. Credito: Ken Kirtland IV@KenKirtland17
“Elimineranno Artemis e inseriranno Starship?” ha detto Nelson, riferendosi alla nuova amministrazione Trump. Ha voluto però sottolineare che solo Orion è classificata per i voli spaziali umani oltre l’orbita terrestre. “Mi aspetto che ciò continui“.
I prossimi mesi potrebbero portare quindi a consistenti modifiche del programma Artemis, se non nell’immediato, almeno nel medio/lungo periodo. Senza dubbio la stretta collaborazione fra Elon Musk e il Presidente eletto Trump potrebbe accelerare certe ‘visioni’ che, fino a poco tempo fa, parevano solo fantascienza.
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