La riforma della Giustizia: perchè parlarne? / Genova e Liguria / Home

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Martedì 17 dicembre alle ore 18 nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, nell’ambito del ciclo di conferenze “Incontro alla Città” la Prof.ssa Marta Cartabia, Ordinario di Diritto Costituzionale alla Bocconi, interviene sul tema “La riforma della giustizia: autorità e servizio”.
Un argomento specifico che è di primo piano nel nostro Paese, e che si riverbera sulla vita della società civile. Per questo la Diocesi ha deciso di organizzare un momento di approfondimento e testimonianza dedicato proprio a questo tema.
Per capire meglio quali sono i principali punti di interesse di questa riforma abbiamo incontrato l’Avv. Laura Oliveri, Coordinatore del Servizio Legale dell’Arcidiocesi di Genova.

Avvocato, qual è l’obiettivo della riforma Cartabia?
Come tutti sappiamo, il sistema della giustizia italiana funziona molto a rilento rispetto ad altri Stati membri dell’Unione Europea in termini di tempi processuali, come evidenziato anche nell’ultima relazione della Commissione europea per l’efficacia della giustizia. Fra gli obiettivi del PNRR vi è, a questo proposito, l’adozione di misure volte a rendere il sistema giudiziario più efficiente riducendo la durata dei procedimenti e avvicinando così l’Italia alla media dell’UE. La riforma “Cartabia” del sistema processuale è finalizzata a ridurre i tempi di trattazione dei procedimenti penali per rispettare gli impegni assunti dall’Italia in relazione al PNRR, ossia la riduzione entro il 2026 del 25% della durata media del processo penale nei tre gradi di giudizio. Altro aspetto è quello della digitalizzazione del sistema giudiziario, un fattore importante anche per la transizione digitale.
Quali ambiti della giustizia vengono interessati dalla riforma?
Per quanto riguarda la Giustizia civile, questa riforma si incentra principalmente sulla riduzione del tempo del giudizio civile, individuando interventi volti a ridurre il numero di casi presso gli uffici giudiziari, semplificando le procedure esistenti, abbattendo l’arretrato e incrementando la produttività degli uffici stessi. In ambito penale la riforma è volta alla riduzione del tempo del giudizio penale, semplificando le procedure esistenti e incrementando la produttività degli uffici giudiziari. La riforma riguarda anche il processo esecutivo, tramite la digitalizzazione e la gestione più efficiente di tutte le fasi. Nel campo della giustizia tributaria, la riforma ha l’obiettivo di rendere più efficace l’applicazione della legislazione in materia.
Può fare un sintetico bilancio della Riforma Cartabia?
La Riforma Cartabia, pur nella sua ambiziosa determinazione ad un rinnovamento organico dell’intero sistema processuale, ha mostrato alcune criticità, su cui si prospettano margini di miglioramento.
Ne indico tre: il processo civile poteva essere maggiormente snellito; la mediazione in materia civile rischia di diventare una limitazione dell’esercizio pieno dei diritti per le persone meno abbienti; la carenza di risorse economiche per l’assunzione di personale (ben evidenti ad esempio nel ritardo nell’attuazione del tribunale unico per famiglia).

Da due anni lei è Coordinatore del Servizio Legale dell’Arcidiocesi, che dalla sua nascita ha già ricevuto moltissime richieste di assistenza. L’attivazione di questo Servizio ha saputo intercettare una necessità?
Sì, è così. Sin dai primi giorni dall’istituzione del Servizio, a novembre 2022, sono pervenute numerose richieste di assistenza legale da parte dei Parroci, ma anche di alcune Congregazioni religiose e degli Uffici di Curia. Si tratta di assistenza in materia di diritto civile nei diversi settori (diritto di famiglia, diritto immobiliare, contrattualistica, diritto successorio) oltre che amministrativo, del lavoro e, in minima parte, di diritto penale. L’esperienza è molto bella, perché permette di dare un aiuto concreto ai parroci, che spesso vanno aiutati, ascoltati e accompagnati nell’affrontare queste vertenze legali. Il Servizio si occupa anche della gestione delle pratiche, con un occhio di riguardo e una sensibilità particolare. Tante situazioni che coinvolgono i parroci, per esempio il dover inviare una lettera di sfratto, implicano un’attenzione in più. Il nostro compito di assistenza legale deve essere affiancato alla capacità di ammorbidire e accompagnare alcune vertenze che, se fossero gestite “in punta di diritto” avrebbero risvolti molto più drastici. Tutto questo con lo scopo di non creare difficoltà e tensioni.
Il Servizio da lei coordinato si avvale della collaborazione di un gruppo di professionisti volontari che aderiscono all’Unione Giuristi Cattolici di Genova “Ettore Vernazza”.
Sì. La nostra Unione è nata nel 1948, prima ancora di quella nazionale. Abbiamo una tradizione antica e di grande prestigio. Il nostro Presidente onorario è il Prof. Sergio Maria Carbone, Professore Emerito di Diritto Internazionale presso l’Università di Genova e prestigioso Avvocato. Siamo un gruppo avvocati civilisti, amministrativisti, penalisti, un commercialista: il Servizio legale si avvale dunque di tutte queste competenze. Inoltre, quando è stato elaborato il regolamento del Servizio Legale, ne ho concordato alcuni aspetti di carattere deontologico con il Presidente dell’Ordine degli Avvocati. L’appartenenza all’Unione Giuristi Cattolici ci permette di continuare a promuovere un’adeguata specifica preparazione spirituale, deontologica, culturale e professionale.
In quest’ottica, nel corso dell’anno organizziamo alcuni eventi per mettere al centro dell’attenzione argomenti di attualità nell’ambito giuridico, anche in collaborazione con le altre Associazioni laicali. Lo scorso febbraio, nell’ambito delle celebrazioni legate al quinto centenario dalla morte di Ettore Vernazza, abbiamo organizzato un convegno dal titolo “Diritto e Carità” al quale è intervenuto con una lectio magistralis il Card. Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica: è stato per noi un grande onore e un privilegio.

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