i bilanci delle piccole gestioni e i debiti dei grandi club

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A poche settimane dalla chiusura dei bilanci di Inter e Juventus, emergono i dettagli degli indebitamenti delle società più seguite in Italia.

Al contrario, alcune realtà calcistiche come Lazio, Napoli e Atalanta, hanno ottenuto risultati sportivi significativi pur mantenendo bilanci equilibrati e una gestione più operativa e diretta, di stampo più tradizionale.

Le “piccole” gestioni trionfano nella regolarità dei bilanci

Insieme a loro Torino, Lecce e Udinese, realtà che mantengono una gestione societaria all’apparenza ridimensionata rispetto alle rivali di Serie A come Roma, Juventus, Inter o Milan. Se quest’ultime, infatti, si sono affidate nel corso dei decenni a investitori per lo più esteri (esclusa la Juventus, a conduzione della holding Exor N.V, controllata a sua volta dalla famiglia Agnelli) le “piccole” società hanno mantenuto una struttura e un organigramma più ridotti, ma diretti ed efficienti – a favore anche della regolarità dei bilanci, che negli ultimi anni le ha premiate con una serie di risultati sportivi importanti.

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La Lazio, recentemente consolidata come Club di prima fascia, occupando stabilmente da un decennio posizioni di classifica piuttosto alte, ha sempre vantato bilanci in attivo, con un occhio particolare al calciomercato. Una gestione che spesso ha scoraggiato, a buona ragione, i tifosi, ma che ultimamente si prende i meriti di una stabilità nei risultati e nei profitti. La Lazio torna in utile per 38,5 milioni di euro, chiudendo l’esercizio al 30 giugno 2024 con un giro di affari si attesta a 193,23 milioni di euro, in incremento rispetto al medesimo periodo della stagione precedente di 43,61 milioni di euro.

L’Atalanta e il Napoli sono altri esempi di come successi sportivi conciliano finanze pulite ed equilibrate; i due Club hanno fatto bene, vincendo negli ultimi anni rispettivamente l’Europa League e il Campionato di Serie A. Il Napoli, Club di Aurelio De Laurentiis, presenta conti altamente positivi, con un utile netto di 79,7 milioni di euro. Anche gli altri indicatori di bilancio sono in positivo: il patrimonio netto del Napoli è di 143,5 milioni e la posizione finanziaria netta al 30 giugno è positiva per 117,3 milioni.

Larga gestione, grande debito

Nel versante opposto troviamo le big del calcio italiano, Juventus e Inter su tutte. Anche la Roma scricchiola e, nella stagione corrente, i risultati sul campo sembrano figli di una gestione caotica e di un organigramma poco strutturato. Non si può dire certamente lo stesso di Inter e Juve, che inseguono obiettivi di successo, ottenendo risultati rilevanti.

Tuttavia, Inter in primis, non sembrano godere una situazione finanziaria equilibrata, risultando indebitate per milioni di euro. L’Inter, al 30 giugno 2024, registra un totale di 126 milioni di euro in crediti, ma si trova di fronte a un indebitamento significativo pari a 735 milioni di euro. Il club nerazzurro, sotto la precedente gestione del Presidente Zhang, aveva acceso un prestito obbligazionario iniziale di 415 milioni di euro ridotto a 392 milioni al 30 giugno 2024.

A ciò si aggiungono ulteriori passività: 34 milioni di euro in debiti verso i soci, 15 milioni verso altri finanziatori, 60 milioni verso fornitori, 56 milioni per debiti tributari e 40 milioni per altre obbligazioni. Nel settore specifico del mercato calcistico, i debiti includono 87 milioni verso società italiane per l’acquisto di calciatori e 36,8 milioni verso società estere. Con il passaggio di proprietà alla società Oaktree Capital Management, il nuovo assetto proprietario dovrà affrontare una sfida significativa: è probabile che saranno necessari circa 609 milioni di euro per azzerare i debiti dell’Inter e ristabilire una stabilità finanziaria.

Il bilancio negativo in casa Juventus

La Juventus chiude il settimo bilancio consecutivo in perdita, confermando un trend negativo che riflette difficoltà sia sul campo, con l’ultimo scudetto conquistato nella stagione 2019-2020, sia nei conti economici. Negli ultimi cinque anni, i soci hanno effettuato ricapitalizzazioni per un totale di 900 milioni di euro, fondi quasi completamente erosi dalle perdite. L’esercizio più recente registra una perdita netta di 199,2 milioni di euro, con un incremento del 61% rispetto ai -123,7 milioni dell’anno precedente. Il record negativo rimane quello del bilancio al 30 giugno 2022, con una perdita di 239,3 milioni.

Il presidente Gianluca Ferrero ha escluso la possibilità di un nuovo aumento di capitale, dichiarando che «il piano strategico per il periodo 2024-2025 – 2026-2027 non prevede ulteriori interventi di rafforzamento del capitale».

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