https://youtu.be/mS3ByeuG-0AIn questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Il turismo sostenibile raggiungerà i 9 mld di dollari entro il 2031; 2) L’Italia è una delle aree del Mediterraneo più vulnerabile ai cambiamenti climatici; 3) Crisi climatica, a Milano un convegno di Fondazione Cariplo; 4) Pesticidi, tracce in oltre il 41% dei cibi testati
In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) Il turismo sostenibile raggiungerà i 9 mld di dollari entro il 2031;
2) L’Italia è una delle aree del Mediterraneo più vulnerabile ai cambiamenti climatici: La regione del Mediterraneo è una delle regioni più reattive al cambiamento climatico. Tuttavia, all’interno del Mediterraneo, ci sono sotto-aree più piccole che presentano un rischio ancora più elevato di cambiamenti climatici ed estremi. Un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports, ha utilizzato due indici il Mediterranean Hotspot Index (MED-HOT) che si concentra su temperature massime e minime estreme ed il Regional Climate Change Index (RCCI) che valuta i cambiamenti nelle condizioni climatiche medie. Combinando questi indici, è emerso che il Mediterraneo sud-orientale è ad alto rischio e che l’Italia – tra le regioni del Mediterraneo – è la regione più a rischio a causa del riscaldamento globale. L’Italia meridionale è identificata come ad alto rischio a causa dei cambiamenti nel clima medio, mentre la parte settentrionale è a rischio a causa di eventi estremi, soprattutto nella zona alpina. Anche la penisola iberica e la Grecia sono evidenziate come aree vulnerabili che richiedono un’attenzione particolare. L’indice è stato calcolato confrontando questi parametri nel periodo 1850-2000 con i valori dell’intervallo 2001-2021. Il Bel Paese – come evidenzia lo studio – sta sperimentando sempre più frequentemente fenomeni meteorologici come giornate con temperature record, periodi di siccità più lunghi, calo delle piogge stagionali, specialmente in autunno e inverno, ed aumento delle precipitazioni improvvise e intense, che provocano un maggior rischio di inondazioni, come quelle avvenute in Emilia-Romagna. Secondo i ricercatori è urgente affrontare le conseguenze del cambiamento climatico in Italia, programmando un intervento congiunto per potenziare le tecnologie rinnovabili e adottare soluzioni innovative che permettano di catturare e immagazzinare la CO2 presente nell’ambiente.
3) Crisi climatica, a Milano un convegno di Fondazione Cariplo: Giornata di dibattito aperto al pubblico a Milano sulla crisi climatica in corso, un evento organizzato da Fondazione Cariplo dal titolo: “Strategie per la transizione climatica: città e territori protagonisti”. Il convegno si è tenuto al MEET Digital Culture Center e ha coinvolto ricercatori e scienziati, comunicatori e istituzioni che si sono confrontati su come porre in essere, da parte dei territori, azioni concrete di contrasto al cambiamento climatico e su come comunicare in maniera efficace la crisi climatica.
4) Pesticidi, tracce in oltre il 41% dei cibi testati: La nuova edizione del dossier “Stop pesticidi nel piatto”, realizzato da Legambiente e Alce Nero, riporta ancora una volta l’attenzione sull’uso dei fitofarmaci nell’agricoltura italiana. Su 5.233 campioni di alimenti analizzati, provenienti sia da agricoltura convenzionale che biologica, emerge che il 41,3% dei campioni, presenta tracce di uno o più residui di fitofarmaci. Di questi, il 14,9% è classificato come monoresiduo, mentre il 26,3% rientra nella categoria multiresiduo, sollevando preoccupazioni significative. La presenza di molteplici residui in un unico alimento può generare effetti additivi e sinergici, con potenziali danni per la salute umana. Tra gli alimenti più colpiti spicca la frutta, con il 74,1% di campioni contaminati da uno o più residui. Seguono la verdura (34,4%) e i prodotti trasformati (29,6%), con i peperoni (59,5%), seguiti da cereali integrali (57,1%) e dal vino (46,2%). Altro dato allarmante è quello sui sequestri dei pesticidi illegali, quasi raddoppiati nel 2023. Lo scorso anno, in Europa 2.040 tonnellate di veleni fuorilegge sono stati intercettati dall’Europol grazie all’operazione “Silver Axe”, sviluppata in Italia dai Carabinieri forestali. La Cina rimane il primo paese di origine di questi prodotti ma dalle indagini stanno emergendo traffici importanti dalla Turchia.
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