Riva è l’epicentro del terremoto giudiziario

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Se il caso di corruzione politica ed economica che ha sconvolto il Trentino e l’Alto Adige fosse un terremoto, Riva del Garda sarebbe il suo epicentro; almeno per quanto riguarda la provincia di Trento. La bella cittadina che si affaccia sulle sponde del Garda è al centro dell’inchiesta che ha travolto, tra gli altri, il tycoon austriaco René Benko; il motivo è la presenza dell’ex area Cattoi, vero e proprio oggetto del desiderio. Il luogo in cui si puntava a costruire edifici residenziali, negozi e pure un parcheggio multipiano, mentre l’allora sindaco di Riva, Adalberto Mosaner lì voleva farci un parco. Un “no” per il quale il primo cittadino è finito al centro di causa milionaria e di una campagna diffamatoria, autentiche minacce nei suoi confronti secondo l’accusa. E questo è solo l’inizio della storia.

Il caso ex area Cattoi

L’accusa degli inquirenti in questo caso è quella contro Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, rispettivamente presidente del Cda e consigliere della “Srl VR101214”, società proprietaria dell’ex area Cattoi, indagati tra le varie per estorsione (con la contestazione dell’articolo 629 del codice penale). Di fatto i due indagati non gradivano che l’allora giunta Mosaner approvasse la variante 13 al Prg di Riva del Garda, che per tale area prevedeva un parco pubblico. I due indagati volevano a tutti i csoti che quel terreno diventasse edificabile con l’idea di costruire edifici residenziali e commerciali, un parcheggio multipiano e solo una piccola parte destinata al verde pubblico.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Come agiva il sistema? Ecco cosa emerge dall’inchiesta

Così l’associazione avrebbe inziato a pressare l’allora primo cittadino con una citazione in trbiunale e una richiesta di risarcimento danni per 20 milioni di euro. Non solo. I vertici di quella che carabinieri e finanzieri considerano una associazione per delinquere hanno scatenato contro il politico locale una campagna di stampa diffamatoria. Tutto ciò con l’obiettivo di mandare un messaggio chiaro: quella variante non andava approvata e il parco non si doveva fare.

Il carabiniere infedele che ha evitato una denuncia a Paolo Signoretti

Il documento, però, è arrivato in consiglio comunale, nonostante Mosaner avesse rimesso la delega all’urbanistica (si era dichiarato incompatibile con la votazione in quanto in causa con la proprietà dell’ex area Cattoi), passata all’assessore Alessio Zanoni. Nella seduta del 20 gennaio 2020, però, mancava il numero legale di presenti per esaminare la proposta. La stessa è stata quindi messa da parte (l’Italia, Riva compresa, era nel pieno dell’emergenza sanitaria) e, pochi mesi dopo lo scenario politico rivano cambiò. La vicenda prosegue infatti a ridosso delle elezioni 2020, quelle che hanno portato alla vittoria della sindaca Cristina Santi, che nel frattempo non è più agli arresti domiciliari. 

Finanziamenti ed elezioni

Nelle carte dell’inchiesta, emerge poi come Signoretti e Hager, oltre a un altro imprenditore, si siano accordati per sostenere segretamente la campagna elettorale di uno dei candidati a sindaco al primo turno elettorale. Si parala di 25.864 euro addebitati alle proprie società. Avrebbero agito commissionando sondaggi, messaggi e filmati di propaganda, richiedendo poi l’emissione di fatture con causali tali da dissimulare la riconducibilità delle stesse alla campagna elettorale del candidato. Al ballottaggio con Mosaner è adnata Cristina Santi. Ed è stata proprio Santi a vincere la tornata elettorale, diventando sindaca il 4 ottobre 2020 con il 50,98% dei voti: sulla neo prima cittadina, sostengono gli inquirenti, si sono focalizzate le attenzioni degli indagati.

Il ruolo della sindaca

Non a caso Cristina Santi è al centro dell’inchiesta. Le accuse? Aver abusato della propria carica per indurre Signoretti, in qualità di imprenditore e consigliere della VR101214 Srl, a una sponsorizzazione per l’Asd Cestistica Rivana (di cui Santi era stata presidente) e la disponibilità dell’area ex Cattoi per farci un parcheggio pubblico a pagamento.

Signoretti, a quel punto, tramite la società Eletta Srl avrebbe versato 10mila euro alla società sportiva e siglato un contratto di affitto con la società in house del comune di Riva del Garda, Altogarda parcheggi e mobilità Srl, concedendo parte dell’area ex Cattoi per un contratto d’affitto di 30mila euro l’anno. Il tutto per portare a compimento il progetto iniziale che aveva portato allo scontro con Mosaner.

Santi si difende e non è più ai domiciliari

Intanto la sindaca leghista di Riva del Garda Cristina Santi, non è più agli arresti domiciliari. Al termine dell’interrogatorio di garanzia, le è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora all’interno del territorio comunale di Riva del Garda.

Il suo legale aveva annunciato piena collaborazione. “Siamo intenzionati a rispondere in maniera coerente per cercare di spiegare come sono andati i fatti. Riteniamo che ci siano dei vuoti che devono essere colmati – aveva detto giorni prima l’avvocato difensore Nicola Zilio – Si tratta di un’indagine durata quattro anni con novemila pagine di atti. Quattro anni di indagini non si risolvono in un giorno, ma molte cose non sono come appaiono. Un fatto è certo: la sindaca non sa nemmeno come sia fatto Benko, non ha mai avuto contatti”.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link