Confcommercio: il 48,1% ottiene il richiesto (a livello nazionale è il 57%), il 29,1% importi inferiori
I tempi del funzionario/bancario/direttore di filiale confidente, o per lo meno sul quale confidare per una valutazione della propria attività, dell’onorabilità, della solvibilità e della buona volontà (di farcela) sono finiti da un po’. E non torneranno più, perché nel rapporto tra banca e impresa (soprattutto se di piccole dimensioni) a farla da padrone sono i numeri e i conseguenti algoritmi che determinano il cosiddetto «merito creditizio» sulla base del quale scatta il semaforo del finanziamento: verde, rosso o giallo a seconda della promozione, bocciatura o concessione di un credito per un importo di minore entità rispetto a quanto richiesto.
«È una tendenza incontrovertibile che riguarda in particolare le microimprese, mentre quelle di maggiori dimensioni e più strutturate riescono a fronteggiare meglio questo nuovo modo di rapportarsi con le banche — rimarca in premessa Cristian Botti presidente di Fogalco, Cooperativa di Garanzia Confcommercio Bergamo e vicepresidente Confcommercio Bergamo — tenendo presente, oltretutto, che sempre di più in futuro gli istituti di credito terranno in considerazione i temi della sostenibilità ambientale e dei fattori Esg. Per questo chi è piccolo deve già ora cominciare a pensare in grande». Insomma, in banca — se servisse andarci — occorre farlo preparati, ed è in quest’ottica di «aiuto» alle imprese che nei prossimi mesi la Cooperativa di Garanzia Fogalco assicurerà alle imprese un servizio di analisi del rating bancario (per i primi tempi gratuito) grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr: esperti analizzeranno la situazione finanziaria e metteranno in campo azioni per migliorarla con una consulenza personalizzata. In questo modo, qualsiasi necessità finanziaria dovesse presentarsi, l’accesso al credito risulterà, se non più facile, certamente più documentato.
A rivolgersi alle banche per ottenere credito è stata, negli ultimi sei mesi, una impresa su quattro: tra le imprese che hanno chiesto finanziamento, come rileva l’Osservatorio di Confcommercio, il 48,1% ha ottenuto il credito richiesto, il 29,1% ha visto accolta la propria richiesta ma con ammontare inferiore al necessario. Ancora alta la percentuale di domande non accolte o in attesa, pari rispettivamente all’11,5 % e all’11,3 %.
Rapportando le percentuali bergamasche al dato nazionale, si evidenziano un paio di dati in chiaroscuro: il dato nazionale delle istanze andate a buon fine è il 57%, mentre a Bergamo è più alta l’erogazione parziale di 10 punti, (19% il dato nazionale). Migliora il sentiment sul costo del finanziamento, grazie ai tagli all’Euribor da parte della Bce, così come è migliorato anche il costo dell’istruttoria rispetto al semestre precedente. Sulla durata temporale del credito (in quanto tempo, cioè, si chiede di estinguere il debito), nell’ultimo semestre, l’indice delle imprese bergamasche si è mantenuto stabile, mentre si segnala un lieve peggioramento dei tempi di pagamento, in un contesto che l’80% delle imprese del terziario bergamasco definisce stabile. «L’indice di irrigidimento del rapporto tra banche e imprese è aumentato — conclude Botti —. A Bergamo, storicamente caratterizzata da un forte legame tra banche e imprese, questo rapporto si è notevolmente indebolito»
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