COP29: Fondazione Santagata presenta i primi risultati della ricerca ‘4C’ sulla decarbonizzazione culturale

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La Fondazione Santagata ha recentemente partecipato alla COP29 tenutasi a Baku, dove ha coordinato il forum internazionale “Culture and Creative Carbon Cut: The International Scenario”. L’evento ha messo in evidenza il ruolo cruciale della cultura nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità globale, creando uno spazio per condividere buone pratiche e strategie innovative per affrontare il cambiamento climatico. La partecipazione al forum di importanti istituzioni come l’ICCROM, l’UNESCO, e altre organizzazioni locali, sottolinea la rilevanza internazionale della discussione.

“4C- DECARBONIZZAZIONE IN CAMPO CULTURALE E CREATIVO”: I PRIMI RISULTATI

In questa occasione, sono stati presentati i risultati preliminari del progetto di ricerca 4C – deCarbonizzazione in Campo Culturale e Creativo, un’iniziativa pionieristica a livello nazionale che analizza le emissioni di carbonio prodotte dalle industrie culturali e creative italiane. Avviato all’inizio del 2024 con il supporto di Banca d’Italia e Fondazione CRT, il progetto ha raccolto circa 800 risposte da organizzazioni culturali italiane, evidenziando una crescente consapevolezza ambientale e l’urgenza di sviluppare politiche sostenibili su misura per i settori culturali.

Il primo rapporto,  Report 4C – impostazione della ricerca (1) , sottolinea come le industrie culturali e creative possano promuovere un cambiamento paradigmatico verso pratiche più sostenibili, mostrando esempi virtuosi a livello settoriale e internazionale. Dai dati fino ad ora raccolti, emergono alcune tendenze interessanti. Innanzitutto, è evidente una crescente sensibilità ambientale sia da parte della domanda che dell’offerta. Infatti, un terzo dei pubblici delle organizzazioni culturali chiede espressamente l’integrazione di tematiche ambientali, mentre il 55% delle organizzazioni tiene conto di criteri di sostenibilità nella scelta di partner e fornitori.

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Fonte: Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura

Ciononostante, restano significative criticità strutturali: il 75% delle organizzazioni non dispone di un piano operativo per la sostenibilità, il 72% non ha personale dedicato e solo il 30% degli enti offre formazione specifica sul tema.

Fonte: Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura

Le cause individuate per l’implementazione limitata di attività sulle tematiche sostenibili sono attribuite principalmente alla carenza di competenze interne, seguita da mancanza di tempo e personale. Allo stesso tempo, le barriere informative e la mancanza di dati disponibili non sono segnalate come ostacoli. Questo suggerisce che l’adattamento climatico è un tema ampiamente diffuso e conferma che all’interno delle organizzazioni la sensibilizzazione sui temi è elevata. Tuttavia, rimane difficile tradurre questa consapevolezza in azioni strategiche e integrate.

Fonte: Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura

Infine, un ulteriore trend emerso riguarda la scarsa diffusione di attività di compensazione da parte degli enti culturali: il 62% delle organizzazioni non intraprende azioni di compensazione, e solo il 38% implementa iniziative concrete per ridurre la propria impronta ecologica.

I risultati definitivi della ricerca saranno pubblicati in un rapporto completo previsto per il 2025, fornendo ulteriori indicazioni su come il settore culturale e creativo possa contribuire in modo efficace alla transizione ecologica.

UN FORUM GLOBALE PER PROMUOVERE L’AZIONE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il forum tenutosi durante la COP29 ha ospitato esperti e rappresentanti di istituzioni internazionali di rilievo, tra cui UNESCO, ICCROM e la Cattedra UNESCO sulle Comunità Energetiche Sostenibili dell’Università di Pisa, oltre a stakeholder locali. Le discussioni si sono articolate in due tavole rotonde, dedicate rispettivamente allo scenario globale e alle buone pratiche e sfide condivise.

Nello specifico, la prima sessione ha esaminato come le politiche culturali e le industrie creative possano catalizzare azioni sistemiche per affrontare il cambiamento climatico. Il secondo panel ha invece messo in evidenza soluzioni concrete e approcci collaborativi, favorendo il confronto tra i principali attori della sostenibilità e della cultura. Le prospettive presentate da organizzazioni locali hanno arricchito il dibattito, offrendo esempi di come il dialogo intersettoriale possa tradursi in azioni tangibili e innovative.

Tra i relatori che hanno preso parte alle discussioni, Dorine Dubois, Responsabile dell’Ufficio Esecutivo per il Settore Cultura dell’UNESCO, ha illustrato le iniziative dell’UNESCO portate avanti nel campo del patrimonio culturale. Tra queste, ha menzionato i piani di gestione del rischio e le valutazioni degli impatti del cambiamento climatico sul patrimonio culturale e naturale,  facendo riferimento al Policy document on the impacts of climate change on World Heritage Properties (2008), con l’obiettivo di sottolineare l’indispensabile contributo della cultura nella lotta al cambiamento climatico. Dubois, inoltre, ha sottolineato la necessità di avvicinarsi ad un concetto di “consumismo intelligente”: incoraggiare le persone ad adottare approcci più responsabili nei confronti delle loro abitudini di consumo, dei comportamenti e, più in generale, del senso di appartenenza all’universo. Nella promozione di un nuovo stile di vita che si basa su questi principi, la cultura gioca un ruolo chiave. Dubois ha concluso introducendo  una nuova iniziativa intitolata “Climate for Culture”, che prosegue gli sforzi avviati lo scorso anno alla COP28 a Dubai nell’ambito del gruppo “Friends of Cultural Action for Climate”.

Al forum è intervenuto anche Daniel Powell, rappresentante di NOW Partners, il quale ha evidenziato la rilevanza dell’arte e della cultura per gli esseri umani definendole come parti integranti dell’umanità e componenti essenziali della sostenibilità. Powell ha approfondito il tema affermando che l’arte e la cultura non si limitano a essere strumenti di auto-espressione ma rappresentano anche un riflesso delle dinamiche sociali. In effetti, nel corso della storia, gli artisti hanno utilizzato le loro creazioni per affrontare temi cruciali della società, offrendo spunti di riflessione e percorsi di cambiamento.

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IL RUOLO VITALE DEL PATRIMONIO CULTURALE, DELLE ARTI E DEI SETTORI CREATIVI NELL’AFFRONTARE LA CRISI CLIMATICA

Lo scorso anno, in occasione del Summit Europeo sul Patrimonio Culturale tenutosi a Venezia, è stata presentata la COP Call to Action, un’iniziativa promossa dal Climate Heritage Network e rivolta a tutte le organizzazioni culturali a livello globale. L’obiettivo della campagna è stato quello di sollecitare i governi nazionali, partecipanti all’UNFCCC, a integrare la cultura nelle politiche e strategie per contrastare il cambiamento climatico.

A questo proposito anche l’UNESCO sta lavorando per far riconoscere la cultura come un “bene pubblico essenziale per lo sviluppo sostenibile”, e quindi come un obiettivo autonomo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per portare avanti queste istanze, ogni quattro anni organizza un evento sulle politiche culturali “UNESCO World Conference on Cultural Policies and Sustainable Development – MONDIACULT”. La prossima edizione si terrà nel 2025 a Barcellona, Spagna.

La cultura orienta gusti, valori e stili di vita. Sfruttando questo potere, la cultura – e nello specifico arte e artigianato, patrimonio tangibile e intangibile, design e creatività – può guidare e rafforzare le azioni necessarie per affrontare la crisi climatica. Tuttavia, nonostante il suo potenziale, la cultura non è ancora stata riconosciuta a livello globale come strumento di adattamento climatico. Da anni artisti e operatori culturali lavorano per una transizione ambientale, digitale e sociale con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale e di perseguire un cambiamento sistemico. Eppure, l’assenza di un riconoscimento formale nelle politiche climatiche compromette il significativo contributo offerto dalla cultura.

Per tale motivo, la Global Call Campaing sopra citata ha esortato i negoziatori climatici della COP29 a compiere i primi passi verso una rivoluzionaria “Decisione congiunta sul lavoro relativo alla cultura e all’azione climatica” (Joint Work Decision on Culture and Climate Action). Si tratta di un processo delle Nazioni Unite che porterebbe ad avviare delle ricerche sulla relazione tra cultura e azione climatica, al fine di influenzare le politiche e la pianificazione climatica di una COP successiva. La Decisione congiunta costituirà la base per il primo Piano di lavoro delle Nazioni Unite sulla Cultura e l’Azione Climatica, garantendo che il potenziale della cultura sia riconosciuto e compreso, permettendole di contribuire pienamente alle soluzioni climatiche di cui tutti noi abbiamo urgente bisogno.

Ad ogni modo, negli ultimi tre anni sono stati compiuti passi avanti in questo senso. In particolare, per la prima volta nel 2022, durante la COP 27 tenutasi a Sharm el-Sheikh, le parti hanno riconosciuto la cultura sia come patrimonio da proteggere dagli impatti climatici sia come risorsa per rafforzare la transizione ecologica delle comunità. Tuttavia, ad oggi non ci sono stati sviluppi concreti.

In sintesi, l’integrazione di prospettive artistiche, culturali e del patrimonio nelle politiche internazionali sui cambiamenti climatici supporterebbe le azioni climatiche locali basate sulla cultura. Questo, a sua volta, aiuterebbe a creare quadri politici e di finanziamento che valorizzano tali iniziative, con l’obiettivo ultimo di migliorare l’efficacia della pianificazione e dell’azione climatica.

SITOGRAFIA

Climate Heritage Network. https://www.climateheritage.org/global-call/#jumpcta

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Charter- European Cultural Heritage Skills Alliance. COP27: a success for culture and heritage – CHARTER

Fondazione Santagata. https://www.fondazionesantagata.it/le-news-della-fondazione/

UNESCO. https://whc.unesco.org/en/CC-policy-document/

UNESCO-MONDIACULT. https://www.unesco.org/en/mondiacult

ABSTRACT

During COP29 in Baku, Fondazione Santagata presented preliminary findings from the “4C – Decarbonisation in the Cultural and Creative Sector” research project, which investigates the environmental impact of Italy’s cultural industries. The event explored how the cultural and creative sectors can lead sustainable practices to address climate change. The forum brought together international experts, including representatives from UNESCO and other organisations, to discuss innovative solutions. Despite increasing environmental awareness, significant challenges persist, such as a shortage of resources and expertise. This initiative highlights the potential of culture as a key tool in the ecological transition, promoting systemic and collaborative approaches.

 

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Giorgia Natoli. Ricercatrice – Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura. Dottoranda in Communication, Markets and Society all’Università IULM di Milano, MA in Arte, valorizzazione e mercato presso l’Università IULM, BA in Economia e gestione dei beni e delle attività culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Paola Borrione. Presidente e Head of Research – Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura. Esperta in analisi economica della produzione e innovazione culturale e di nuove tecnologie, è valutatore di diversi programmi europei e autrice di studi e ricerche sull’economia della cultura. È inoltre Lecturer in Culture and Arts Economics a SciencesPo – School of Public Affairs, Parigi.

Andrea Porta. Direttore Area Turismo e Transizione Equa – Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura. Dottorando in Turismo e Geografia alla Rovira i Virgili University, MA in Sviluppo Sostenibile, BA in Economia della Cultura presso l’Università di Torino. Ha esperienze professionali internazionali in sviluppo locale, economia della cultura e turismo sostenibile.

 

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