Sul fronte degli affitti brevi il quadro è piuttosto complesso sia a livello nazionale che internazionale. A livello mondiale ci sono, tanto per citarne un paio, le iniziative draconiane di New York e, soprattutto, di Barcellona che ha previsto che dal 2029 di affitti brevi in città ce ne saranno sempre meno visto che andranno a decadere le licenze in essere e rinnovarle non sarà poi così semplice.
Italia
In Italia il dibattito dura da tempo, ma in questi giorni ha subito un’accelerazione, vuoi per l’indicazione del Ministero dell’Interno che, di fatto, ha dichiarato l’inutilità delle key-box visto che viene richiesta la verifica “fisica” di chi andrà ad occupare l’appartamento dato in affitto (peraltro con qualche mal di pancia nella maggioranza di governo), vuoi per le iniziative di alcune città, Firenze in primis, che in qualche modo cercano di arginare il fenomeno e, ultimo, ma primo per clamore mediatico, l’occupazione abusiva dell’appartamento di via Pontevigodarzere a Padova, per fortuna felicemente conclusosi grazie ai buoni uffici dell’Arma dei Carabinieri.
Fin qui il fenomeno visto sotto un profilo “macro”.
Padova
Ma in Veneto e, soprattutto, a Padova e provincia qual è la situazione? La risposta arriva dai dati forniti dalla piattaforma “Stendhal” realizzata da Unioncamere in collaborazione con Isnart – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche delle Camere di Commercio per il Turismo e la Cultura, dati che abbracciano un arco temporale che va da settembre 2023 (compreso) a settembre 2024 (compreso): 13 mesi durante i quali, va detto subito, in Veneto e nel Padovano il fenomeno della proliferazione degli affitti brevi (meglio conosciuti come Airbnb anche se la compagnia di San Francisco non è l’unico player presente sul mercato), ha subito una discreta accelerazione. Accelerazione che ha riguardato più il Veneto che Padova con Venezia (+3.279) e Verona (+1.669) a tirare il gruppo.
I dati
Complessivamente: dai 45.874 alloggi che risultavano censiti a settembre 2023 in tutto il territorio regionale, si è passati ai 52.455 di settembre 2024, ovvero 6.581 alloggi in più con un incremento del 14,34%. A Padova l’aumento è stato più contenuto: 224 alloggi in più rispetto ai 2.839 di settembre ’23 (e così si arriva a 3.063) con un incremento del 7,89% che resta pur sempre un dato significativo. È anche vero che tra agosto e settembre 2024, in alcune province venete, è intervenuto un seppur minimo arretramento che sembra più ascrivibile ad una pausa post feriale che non ad un vero e proprio ripensamento dei proprietari. In ogni caso lo score è il seguente: Verona +62; Vicenza +5; Belluno +47; Treviso e Rovigo zero; Venezia -37 e Padova -2. «Fermo restando che la proprietà privata è intoccabile – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin – resta aperta la questione che riguarda la vivibilità delle nostre città. Appartamenti affittati solo a turisti significa penuria di alloggi per i cittadini, siano essi lavoratori, giovani coppie o studenti e chiusura di negozi. E la chiusura dei negozi è l’anticamera dell’abbandono al quale fa seguito il degrado. Per cui: bisogna mettere delle regole che siano in grado di evitare che le città diventino tante Disneyland senz’anima».
Ascom Padova
«Tanti proprietari di immobili – sottolinea Silvia Dell’Uomo, presidente degli agenti immobiliari della Fimaa Ascom Confcommercio di Padova – hanno trovato nell’affitto breve un antidoto a certi problemi come possono essere i mancati pagamenti delle mensilità o la difficoltà di tornare in possesso del bene. Di sicuro siamo in una fase per cui quello che inizialmente doveva essere un arrotondamento del reddito soprattutto per persone anziane che affittavano una camera per qualche giorno, oggi siamo nell’ordine di idee che sono sul mercato autentici gruppi immobiliari che gestiscono decine se non centinaia di appartamenti».
Prenotazioni
Certo è che l’episodio di via Pontevigodarzere ha fatto rizzare le antenne e, forse, potrebbe rimescolare le carte di un fenomeno che, comunque, muove milioni di euro. Un dato sugli incassi non c’è, ci sono però i dati sulle prenotazioni e sono anche questi molto interessanti anche sul piano dell’offerta turistica. Se, ad esempio, Verona fa il boom di prenotazioni ad agosto (57.884) a febbraio non va oltre le 16.359. Lo stesso dicasi per Venezia che a giugno registra 93.287 prenotazioni contro le 32.152 di gennaio e le 39.883 di febbraio. Segno evidente che il Carnevale porta tanti turisti “one day”. Padova invece sembra più qualificarsi come città d’arte che merita un soggiorno. Infatti settembre 2024 fa registrare il numero di prenotazioni più alto (10.495), ma maggio è sulla stessa lunghezza d’onda (10.081), e così dicasi per aprile (8.526) e anche febbraio non sfigura (5-519).
Patrizio Bertin
«Lungi dal criminalizzare il fenomeno degli affitti brevi – conclude il presidente Bertin – la nostra idea è che servono regole e, soprattutto, serve pianificare. Togliere dalle nostre città i residenti significa decretarne la fine perchè è evidente che un negozio di vicinato, una macelleria, un negozio di abbigliamento, una parrucchiera avranno seri problemi così come non è pensabile che le città possano essere solo costellate di bar e di esercizi che propongono street food. Come non è pensabile che siano i comuni a fronteggiare il fenomeno con le loro forze e con le loro iniziative».
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