Festival di Sanremo: Tar boccia affidamento diretto alla Rai, dal 2026 servirà pubblica gara. E si ricomincia a parlare di trasloco in altra città

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Potrebbe infrangersi lo storico legame tra il Festival della Canzone Italiana e l’azienda radiotelevisiva di Stato. Il Tar della Liguria ha infatti dichiarato illegittimo l’affidamento diretto da parte del Comune di Sanremo alla Rai per l’organizzazione del Festival della Canzone Italiana per gli anni 2024 e 2025. Tuttavia, il Tar ha confermato che l’edizione del Festival prevista per il 2025 si terrà come programmato al Teatro Ariston.

In futuro, il Comune di Sanremo dovrà invece procedere con una gara pubblica, dando l’opportunità a tutti gli operatori del settore interessati di partecipare.

Il ricordo era stato presentato da Sergio Cerruti, presidente dei discografici italiani, attraverso la casa discografica Je. Lo stesso Cerruti, tra l’altro, nei mesi scorsi ha anche manifestato l’intenzione di battersi per trasferire il Festival da Sanremo a un’altra località. Un anno fa, sempre dagli ambienti degli editori musicali si era parlato di Milano come nuova sede, ipotesi affiancata da svariate città turistiche della riviera romagnola. Ma questa sarà un’altra battaglia.

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Sindaco Mager – A caldo il primo commento di Alessandro Mager, sindaco della Città dei Fiori: “È una sentenza inaspettata, articolata e complessa. Insieme ai dirigenti del Comune e ai nostri consulenti legali, la approfondiremo con scrupolosa attenzione nei prossimi giorni, anche al fine di pianificare le migliori strategie per il futuro”.

Edizione 2025 ‘salva’ – Pur riconoscendo la fondatezza del ricorso fino ad accoglierlo, il Tar ha ‘salvato’ l’edizione 2025:  “E’ evidente, infatti, che l’intervallo di tempo necessario per la predisposizione degli atti di gara e per lo svolgimento della stessa, in conformità a quanto stabilito con la presente sentenza, nonché per l’organizzazione del Festival e degli eventi collaterali da parte del concessionario del Marchio individuato all’esito della procedura di evidenza pubblica, è del tutto incompatibile – scrivono i giudici amministrativi – con lo svolgimento della manifestazione nel mese di febbraio 2025. Né, d’altra parte, alla luce dell’attuale stato di avanzamento dell’organizzazione è seriamente ipotizzabile il differimento ad altro mese del 2025 del Festival al solo fine di tutelare l’interesse di JE a partecipare (previa, eventualmente, aggregazione con altri soggetti, allo stato ignoti) ad una procedura di gara (di cui potrebbe non risultare vincitrice)”.

La posizione della Rai – “I giudici amministrativi hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival”. A precisarlo, in una nota, è la stessa Rai che sottolinea: “nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”.  “Il Tar Liguria – sottolinea Viale Mazzini – ha giudicato irregolari soltanto le delibere con le quali il Comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a Rai il marchio ‘Festival della Canzone Italiana’, nonché alcuni servizi ancillari erogati in occasione dell’organizzazione del Festival stesso. Dunque, nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”.

Il ricorrente Cerruti: “Pronto a portare il caso alla Commissione Europea” – “È la prima volta che il festival di Sanremo finisce sotto attacco in questo modo negli ultimi vent’anni: non avrei mai pensato di trovarmi di fronte a una situazione di questo tipo, è forse l’ultimo scenario che avrei desiderato, ma è da luglio 2024 che attendo di incontrare i vertici della Rai”: a dirlo è Sergio Cerruti, presidente della commissione affari legali e istituzionali dell’Afi e direttore generale della Just Entertainment, la società di edizione musicale e di produzione e realizzazione di eventi e opere di carattere musicale autrice del ricorso al Tar. “Sarei felice di sedermi a un tavolo con l’azienda – spiega Cerruti – per affrontare due questioni: l’impostazione del festival sul piano normativo e il pagamento dei diritti all’industria che dal 2009 vanta un credito da oltre 50 milioni di euro” La Rai rivendica la titolarità dell’organizzazione del festival. “Mentono sapendo di mentire. Il marchio del festival è del Comune di Sanremo, se poi la Rai vuole organizzarlo in giro per l’Italia… Quanto al format, di quale format si sta parlando, dal momento che cambia sempre? Sono disposto a portare la questione fino in Europa, a sollevarla davanti alla Commissione europea”. Cerruti si augura comunque che “prevalga il buon senso: non sono un avversario della Rai, è una battaglia che faccio per tutti, non per me”.

I fatti – Tutto nasce da un’iniziativa della società discografica JE che aveva presentato ricorso contro Comune di Sanremo e Rai in merito alla concessione dell’uso in esclusiva del Marchio “Festival della Canzone italiana”.

“In data 7 marzo 2023 la ricorrente, JE s.r.l. (“JE”), società di edizione musicale e di produzione e realizzazione di eventi e opere di carattere musicale, ha trasmesso al Comune di Sanremo una manifestazione di interesse “ad acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo (compreso il Red Carpet) e del relativo Marchio…  al fine di curare l’organizzazione e lo svolgimento del Festival di Sanremo e del relativo Red Carpet e le attività di promozione e diffusione allo stesso direttamente o indirettamente connesse” (“Manifestazione di interesse”) – si legge nella sentenza –  ciò in vista della scadenza (in data 31 dicembre 2023) della convenzione stipulata dal Comune di Sanremo con RAI – Radiotelevisione Italiana S.p.A. (“RAI”) per l’organizzazione e la realizzazione della 72 e della 73 edizione del “Festival della Canzone Italiana” e sul presupposto che il Comune avrebbe dovuto avviare una procedura di evidenza pubblica, cui JE era interessata a partecipare, concernente la 74esima edizione del Festival (che avrebbe avuto luogo nel 2024)”.

Alla manifestazione di interesse – si legge nella pronuncia del Tar – il Comune “non ha fornito riscontro”. Perciò, “a seguito di un incontro tra rappresentanti dell’odierna ricorrente e del suddetto ente – incontro nel corso del quale il Comune avrebbe riferito che nessun affidamento era intervenuto in favore di Rai con riferimento alle future edizioni del Festival” la JE ha impugnato il provvedimento, non conosciuto, con cui il Comune di Sanremo avrebbe affidato a Rai la concessione dell’uso in esclusiva del marchio “Festival della Canzone Italiana” di cui è titolare il Comune medesimo (che lo ha registrato nel 2000), e lo svolgimento della 74ª edizione del Festival, nonché di eventuali successive edizioni.

“Con il ricorso – prosegue la sentenza – articolato in cinque motivi  volti a denunciare, sotto diversi profili, plurime ipotesi di violazione di legge e di eccesso di potere conseguenti all’omesso avvio di una procedura di evidenza pubblica avente ad oggetto la concessione dell’uso in esclusiva del Marchio e l’organizzazione del Festival, e corredato da istanza cautelare volta a conseguire la sospensione dell’esecuzione degli atti impugnati”, è stata presentata domanda di risarcimento del danno da perdita di opportunità “per l’ipotesi in cui l’auspicato accoglimento fosse intervenuto successivamente allo svolgimento della 74ª edizione del Festival”. Si erano costituiti in giudizio Rai e il Comune di Sanremo, che avevano chiesto venisse dichiarata l’inammissibilità del ricorso, in quanto, “tra l’altro, la convenzione impugnata (non prorogata, né rinnovata), stipulata in data 16 dicembre 2021, e gli atti ad essa relativi (anch’essi impugnati; tra essi, la delibera della Giunta comunale n. 310 del 3 dicembre 2021, che ha approvato la bozza di convenzione relativa alla 72ª e alla 73ª edizione) non riguardano la 74ª edizione del Festival (da svolgersi nel 2024), ma soltanto la 72ª e la 73ª edizione, che avevano entrambe già avuto luogo al momento del deposito del ricorso”.

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