«Detenuto pestato e trasferito a Uta, ma non può più stare in carcere»

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Sassari Un detenuto che viene portato via d’urgenza dalla colonia penale nella quale si trova, con la testa fracassata; ipotesi della prima ora sulle cause che non trovano riscontri, un lungo ricovero in ospedale e il successivo trasferimento in carcere; danni e conseguenze gravissime riportate che non vengono prese in considerazione per trasferire l’uomo in una struttura idonea.

È ancora tutto da chiarire l’episodio avvenuto ai primi del mese di luglio nella casa di reclusione di Isili, per il quale la sorella dell’interessato ha sporto a suo tempo denuncia e sul quale l’avvocata Armida Decina prova ora ad accendere i riflettori.

«Ci sono troppi punti oscuri a proposito di quanto avvenuto nella colonia agricola – sottolinea l’avvocata che sta seguendo il caso per conto della famiglia del detenuto –, ma il primo problema è attualissimo ed estremamente stringente. Ovvero il fatto che il detenuto si trova ancora rinchiuso nell’ospedale di Uta ma le sue condizioni non sono assolutamente compatibili con la detenzione in carcere. Per questo ho presentato un’istanza urgente per chiedere il differimento della pena e il trasferimento in una struttura idonea, perché purtroppo la situazione è molto difficile».

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Poi un passo indietro, per provare a ricostruire quanto avvenuto la scorsa estate. «Stiamo parlando di un soggetto con patologie psichiatriche – spiega Armida Decina –, al quale è contestata la pericolosità sociale. Il 4 luglio la sorella è stata avvertita del ricovero d’urgenza di suo fratello all’ospedale di Cagliari. Secondo quanto riferito, l’uomo sarebbe caduto sbattendo pesantemente la testa dopo avere assunto un eccesso di psicofarmaci. Al pronto soccorso però i medici hanno constatato che le gravi ferite riportate anche a livello osseo difficilmente potevano essere compatibili con una semplice caduta. Anzi, hanno avanzato immediatamente l’ipotesi che quei danni fossero stati causati dalla mano di qualcuno. Un pestaggio, insomma, o qualcosa di simile. A quel punto la sorella ha sporto denuncia, in seguito alla quale l’indagine è ancora in corso».

L’uomo, rimasto in coma per diverso tempo, è stato poi dimesso dall’ospedale e a quel punto la famiglia, attraverso il proprio legale, ha chiesto il trasferimento in una struttura riabilitativa.

«Richiesta respinta dal magistrato di sorveglianza, che ne ha disposto il trasferimento all’istituto di detenzione di Uta. Ma questa persona ha necessità di stare in una struttura adeguata: dopo essersi risvegliato dal coma per lungo tempo non è riuscito a camminare o ora lo fa con grande difficoltà. Non può stare in una forma di detenzione comune, le sue condizioni non sono compatibili con i normali penitenziari. Nelle ultime ore ho avuto un’interlocuzione con il magistrato di sorveglianza – spiega ancora l’avvocata Decina – e mi ha comunicato che è in attesa della relazione sanitaria proveniente dal carcere».

Già nei prossimi giorni potrebbero esserci novità, ma dopo questo primo passo, ci sarà ancora da chiarire cosa è successo quel giorno del luglio scorso a Isili. 



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